Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

14-69 Ottobre 27, 1922 La Divina Volontà: Eredità di Gesù alle creature. Le due generazioni.

La Divina Volontà - Libro 14°

14-69 Ottobre 27, 1922 La Divina Volontà: Eredità di Gesù alle creature. Le due generazioni.
font righe continue visite 128

(1) Stavo pensando tra me a tutto ciò che sta scritto in questi giorni passati, e dicevo tra me: “Come è possibile che il mio dolce Gesù abbia aspettato tanto tempo per far conoscere tutto ciò che operava la sua Umanità nella Divina Volontà per amore delle creature?” Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere col suo cuore aperto mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, perché impensierirti? Ciò successe anche nella Creazione, quanto tempo non la tenni nel mio seno realmente formata? E quando a Me piacque la misi fuori, e la stessa Redenzione, quanto altro non la tenni in Me? Potrei dire “ab eterno”, eppure aspettai tanto tempo per scendere dal Cielo e darne il compimento. E’ il mio solito: prima le fecondo, le formo in Me, ed a tempo propizio le metto fuori, anzi tu devi sapere che la mia Umanità conteneva in sé due generazioni, i figli delle tenebre ed i figli della luce. I primi venivo a riscattarli, e quindi sborsai il mio sangue per metterli in salvo. La mia Umanità era santa, e nulla ereditò delle miserie del primo uomo, e sebbene era simile nelle fattezze naturali, ma ero intangibile da ogni minimo neo che potesse adombrare la mia santità; la mia eredità fu la sola Volontà del Padre mio, in cui dovevo svolgere tutti i miei atti umani per formare in Me la generazione dei figli della luce. Vedi, questa generazione mi venne dato di formarla proprio nel grembo della Volontà del mio Celeste Padre, ed Io non risparmiai né fatiche, né atti, né pene, né preghiere, anzi erano in cima a tutte le cose che facevo e pativo, in modo che la concepii in Me, la fecondai e la formai, erano proprio loro, che il Divino Padre con tanto amore mi aveva affidato, era la mia eredità prediletta, che mi venne consegnata nella Santissima Volontà Suprema. Ora, dopo aver conosciuto i beni della Redenzione, come voglio tutti salvi, dandoli tutti i mezzi che ci vogliono, passo a far conoscere che in Me c’è un’altra generazione che debbo uscire, i miei figli che devono vivere nel Divino Volere, e che proprio nel mio cuore tengo preparate tutte le grazie, tutti i miei atti interni fatti nell’ambito della Volontà Eterna per loro, e questi aspettano il bacio dei loro atti, la loro unione, per darli l’eredità della Volontà Suprema, e come la ricevetti Io, voglio darla a loro per far uscire da Me la seconda generazione dei figli della luce. Se la mia Umanità non desse questa eredità che possedeva, cioè la Divina Volontà, la sola ed unica cosa che Io amavo e che tutto il bene mi dava, sarebbe stata incompleta la mia discesa sulla terra, né potrei dire che ho dato tutto, anzi avrei riservato per Me la cosa più grande, la parte più nobile e divina. Vedi ora quanto è necessario che il mio Volere sia conosciuto su tutti i rapporti, nei prodigi, negli effetti, nel valore, ciò che feci Io in questo Volere per le creature, ciò che devono far loro; e questo sarà una calamita potente per attirare le creature a fargli ricevere l’eredità del mio Volere, e fare uscire in campo la generazione dei figli della luce. Sii attenta figlia mia, tu sarai il portavoce, la tromba per chiamarli e riunire questa generazione tanto a Me prediletta e sospirata”.

(3) Onde avendosi ritirato, è ritornato di nuovo tutto afflitto, che muoveva a pietà, e gettandosi nelle mie braccia come per trovare riposo, ed io nel vederlo gli ho detto: “Che hai Gesù, così afflitto?”

(4) E Gesù: “Ah! figlia mia, tu non sai nulla di quello che vogliono fare, vogliono giocarsi Roma, se la vogliono giocare gli stranieri, gli stessi italiani, sono tali e tante le nefandezze che faranno, che sarebbe minor male se la terra sboccasse fuoco per incenerirla, che ciò che faranno. Vedi, da tutte le parti sbucano gente per affluire insieme e darne l’assalto, e quel che è più, sotto vesti di agnelli, mentre sono lupi rapaci che vogliono divorare la preda, che unioni diaboliche, si stringono insieme per aver più forza e darne l’assalto. Prega, prega, è l’ultimo precipizio di questi tempi in cui la creatura vuole precipitarsi”.