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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

14-35 Giugno 11, 1922 La vita naturale simboleggia la spirituale.

La Divina Volontà - Libro 14°

14-35 Giugno 11, 1922 La vita naturale simboleggia la spirituale.
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(1) Stavo pensando tra me: “Come sarà che anche la vita spirituale subisce tanti cambiamenti, mentre si è convinto che questa dev’essere la mia via, quando meno si pensa si è sbalzato altrove, portando chi sa quanti strascichi dolorosi che fanno sanguinare il cuore, si può dire che per i tanti cambiamenti che si subiscono è un continuato martirio”. Onde il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, certo che la vita spirituale dev’essere un continuo martirio, perché dev’essere simile al primo ed al più grande dei martiri, quale Io fui, e se non fosse, non si può dare vero nome di vita spirituale, ma larva ed ombra di essa. Poi, è necessario che subisca vari cambiamenti, e questo è per farla giungere a debita statura ed a renderla nobile, bella e perfetta. Se la stessa natura umana, meno importante, subisce chi sa quanti cambiamenti per farla giungere a debita statura, molto più la spirituale, che è più importante e superiore alla vita naturale, anzi essa simboleggia la spirituale. Osserva un po’, quanti cambiamenti subisce la vita naturale? Essa è concepita dentro del seno materno, e vi sta per ben nove mesi, per ben formare il corpicino, e quando è formato è costretto ad uscire, e se volesse continuare a stare ne morrebbe, perché mancando lo spazio per crescere si soffocherebbe, compromettendo la sua vita e quella della mamma. Ora, se questo concepimento si formasse fuori di un seno materno, chi dovrebbe prestare il sangue, il calore per formare il corpicino? E poi, essendo le membra tenerissime, l’aria stessa l’ucciderebbe, ma quanta cautela non ci vuole per il piccolo neonato? Il caldo, il freddo, le stesse strettezze del seno materno gli possono essere micidiali, ecco perciò fasce, culla, latte; se si volesse dare altro cibo, il piccino non sa l’uso di masticare, sicché si metterebbe a pericolo la sua vita, ma poi giunge anche il tempo che si rende abile a prendere il cibo, a togliersi le fasce, e s’impara a dare qualche passo. Vedi, non siamo altro che all’infanzia e già ha subito tre cambiamenti; or, che si direbbe se questo piccino vedendosi messo a terra per fargli dare il passo, temendo d’essere sbalzato dalle braccia della mamma, strepita, piange e non ne vuol saperne? Si rimpiangerebbe, perché in braccio alla mamma mai si farebbe uomo, senza moto non si renderebbe né forte né sviluppato.

(3) Ora veniamo alla vera vita spirituale. Essa si concepisce nel mio seno; il mio sangue, il mio amore, il mio alito la formano; poi l’alimento al mio petto; la fascio con le mie grazie; onde passo a farla camminare con le mie verità, ma con ciò, non è mio disegno di formare una bimba da giuoco, ma di formare una copia tutta simile a Me, ed ecco perciò sottentrano i cambiamenti, non è altro che per farla giungere ad età matura e darle tutti quei privilegi e prerogative che contiene la vera vita spirituale, altrimenti rimarrà come bambina in fasce, che invece di formare il mio onore e la mia gloria, formerebbe il mio dolore e disonore, e quante ce ne sono che rimangono solo neonate o al più fasciate, e pochissime sono quelle che lavorano insieme con Me, per farne una copia di Me”.