Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

12-157 Marzo 17, 1921 Gesù fa passare a Luisa dell’ufficio che ebbe la sua Umanità in terra, all’ufficio che tenne la sua Volontà nella sua Umanità.

La Divina Volontà - Libro 12°

12-157 Marzo 17, 1921 Gesù fa passare a Luisa dell’ufficio che ebbe la sua Umanità in terra, all’ufficio che tenne la sua Volontà nella sua Umanità.
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(1) Stavo dicendo al mio dolce Gesù: “Io non so, quanto più dici di darmi per mezzo del tuo Santo Volere, io mi sento più vile e più brutta, avrei dovuto sentirmi meglio, più buona; invece tutto il contrario. E Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto più cresce in te il grano della mia Volontà, tanto più sentirai la viltà della tua paglia, perché quando la spiga incomincia a formarsi, il grano e la paglia son una sola cosa; invece, come si va formando la vita della spiga, formandosi il grano, la paglia resta distaccata dal grano, e solo resta a difesa del grano, sicché quanto più vile ti senti, il grano della mia Volontà si va formando in te ed è vicino a maturazione perfetta. La paglia non è altro in te che la tua debole natura, che vivendo insieme con la santità e nobiltà della mia Volontà, sente maggiormente la sua viltà”.

(3) Poi ha soggiunto: “Diletta mia, finora hai occupato l’ufficio presso di Me, che ebbe la mia Umanità in terra, ora voglio cambiarti l’ufficio, dandoti un altro più nobile, più vasto, voglio darti l’ufficio che tenne la mia Volontà nella mia Umanità, vedi com’è più alto, più sublime; la mia Umanità ebbe un principio, la mia Volontà è eterna; la mia Umanità e circoscritta e limitata, la mia Volontà non ha limiti né confini, è immensa; ufficio più nobile e distinto non potevo darti”.

(4) Io nel sentire ciò ho detto: “Mio dolce Gesù, io non so darmi ragione perché vuoi darmi un tale ufficio, né ho fatto nulla da potermi meritare un tanto favore”.

(5) E Gesù: “Tutta la ragione è il mio amore, la tua piccolezza, il tuo vivere nelle mie braccia come una bambina che non si dà pensiero di nulla che solo del tuo Gesù, il non rifiutarmi mai qualunque sacrificio che ti ho chiesto. Io non mi faccio prendere dalle cose grandi, perché nelle cose grandi in apparenza c’è sempre dell’umano, ma dalle cose piccole, però piccole nell’apparenza ma grandi in sé stesse. E poi, avresti dovuto capirlo tu stessa, che dovevo darti una missione speciale nella mia Volontà, quel parlarti sempre del mio Volere, quel farti capire i mirabili effetti, ciò che non ho fatto con nessuno finora; ho fatto con te come un maestro quando vuole che il suo discepolo riesca perfetto o nella medicina o nella storia od altro, pare che non sa parlare di altro, sempre batte su quel punto. Così ho fatto Io con te, mi sono atteggiato a maestro di Volontà Divina, come se ignorassi tutto il resto; dopo che ti ho istruito ben bene ti ho manifestato la tua missione, e come in te avrà il principio del compimento del Fiat Voluntas Tua sulla terra. Coraggio figlia mia, veggo che ti abbatti; non temere, avrai tutta la mia Volontà in tuo aiuto e sostegno”.

(6) E mentre ciò diceva mi passava con le sue mani la testa, il volto, il cuore, come se mi confermasse ciò che diceva, ed è scomparso.