Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

12-148 Gennaio 17, 1921 Il Fiat Michi della Santissima Vergine ebbe la stessa Potenza del Fiat Creatore. Il terzo Fiat sarà il esaurimento e compimento della preghiera insegnata per Gesù: Il Fiat Voluntas Tua sicut in Coelo et in Terra.

La Divina Volontà - Libro 12°

12-148 Gennaio 17, 1921 Il Fiat Michi della Santissima Vergine ebbe la stessa Potenza del Fiat Creatore. Il terzo Fiat sarà il esaurimento e compimento della preghiera insegnata per Gesù: Il Fiat Voluntas Tua sicut in Coelo et in Terra.
font righe continue visite 126

(1) La mia povera mente me la sentivo immersa nel mare immenso del Volere Divino, dovunque vedevo l’impronta del Fiat, lo vedevo nel sole, e mi sembrava che l’eco del Fiat nel sole mi portava l’amore divino che mi dardeggia, che mi ferisce, che mi saetta; ed io, sulle ali del Fiat del sole, salivo fino all’Eterno e portavo a nome di tutta l’umana famiglia l’amore che dardeggiava la Maestà Suprema, che lo feriva, che lo saettava, e dicevo: “Nel tuo Fiat mi hai dato tutto questo amore, e nel solo nel Fiat posso ridartelo”. Guardavo le stelle e vi vedevo il Fiat, e questo Fiat mi portava nel loro dolce e mite scintillio l’amore pacifico, l’amore dolce, l’amore nascosto, l’amore compassionevole, nella stessa notte della colpa, ed io nel Fiat delle stelle portavo al trono dell’Eterno, a nome di tutti l’amore pacifico per mettere pace fra Cielo e terra, l’amore dolce delle anime amanti, l’amore nascosto di tante altre, l’amore della creatura dopo la colpa quando ritornano a Dio. Ma chi può dire tutto ciò che capivo e facevo in tanti Fiat, cui vedevo tutta la Creazione cosparsa? Andrei troppo per le lunghe, perciò faccio”.

(2) Onde il mio dolce Gesù mi ha preso le mani nelle sue, e stringendole forte, mi ha detto:

(3) “Figlia mia, il Fiat è tutto pieno di vita, anzi la stessa vita, e perciò da dentro il Fiat escono tutte le vite e tutte le cose. Dal mio Fiat uscì la Creazione, perciò in ogni cosa creata si vede l’impronta del Fiat. Dal Fiat Michi della mia cara Mamma, detto nel mio Volere, cui ebbe la stessa potenza del mio Fiat Creatore, uscì la Redenzione, sicché non c’è cosa della Redenzione che non contenga l’impronta del Fiat Michi della mia Mamma. Anche la mia stessa Umanità, i mie passi, le opere, le parole, erano suggellate dal Fiat Michi di Lei; le mie pene, le piaghe, le spine, la croce, il mio sangue, il suo Fiat Michi ne teneva l’impronta perché le cose portano l’impronta dall’origine donde sono uscite. La mia origine nel tempo fu dal Fiat Michi dell’Immacolata Mamma, perciò tutto il mio operato porta il segno del suo Fiat Michi. Sicché in ogni ostia sacramentale c’è il suo Fiat Michi; se l’uomo sorge dalla colpa, se il neonato è battezzato, se il Cielo si apre per riceverne le anime, è il Fiat Michi della mia Mamma che segna, che segue e procede tutto. Oh! potenza del Fiat, Lui sorge ad ogni istante, si moltiplica e si fa vita di tutti i beni.

(4) Ora voglio dirti perché ho chiesto il tuo Fiat, il tuo sì nel mio Volere. La mia preghiera insegnata, il Fiat Voluntas Tua sicut in coelo et in terra, questa preghiera di tanti secoli, di tante generazioni, voglio che abbia il suo esaurimento e compimento. Ecco perciò volevo un altro sì nel mio Volere, un altro Fiat contenente la potenza creatrice; voglio il Fiat che sorge ad ogni istante, che si moltiplica a tutti, voglio in un’anima il mio stesso Fiat che sale al mio trono, e con la sua potenza creatrice porta in terra la vita del Fiat come in Cielo così in terra”.

(5) Io sorpresa ed annullata nel sentire ciò, ho detto: “Gesù, che dite? E Tu pure lo sai quanto sono cattiva ed inabile a tutto”.

(6) E Lui: “Figlia mia, è mio solito scegliere le anime più abiette, inabile e povere per le mie opere più grandi. La mia stessa Mamma nulla aveva di straordinario nella sua vita esteriore. Nessun miracolo, nessun segno teneva che la facesse distinguere dalle altre donne, il suo solo distintivo era la perfetta virtù, cui quasi nessuno faceva attenzione; e se agli altri santi li ho dato il distintivo dei miracoli, ad altri li ho fregiato con le mie piaghe, alla mia Mamma nulla, nulla, eppure era il portento dei portenti, il miracolo dei miracoli, la vera e perfetta crocifissa, nessun’altra simile a Lei.

(7) Io son solito di fare come un padrone, cui tiene due servitori: Uno sembra gigante, erculeo, abile a tutto; l’altro piccolo, basso, inabile, sembra che non sa far nulla, nessun servizio importante; il padrone, se lo tiene, è più per carità, ed anche per farsene gioco. Ora dovendo mandare un milione, un miliardo ad un paese, che fa? Chiama il piccolo, l’inabile, ed affida la grande somma e dice tra sé: Se l’affido al gigante, tutti gli faranno attenzione, i ladri lo assaliranno, lo possono rubare, e se con la sua forza erculea si difenderà, può restare ferito, so che lui è bravo, ma voglio risparmiarlo, non voglio esporlo ad evidente pericolo, invece questo piccolo, sapendolo inabile, nessuno gli farà attenzione, nessun potrà pensare che possa affidargli una somma così importante, e sano e salvo ritornerà. Il povero inabile si meraviglia che il padrone si fidi di lui mentre poteva servirsi del gigante, e tutto tremante ed umile va a deporre la grande somma senza che nessuno si sia benignato di guardarlo, e sano e salvo ritorna al suo padrone, più tremante ed umile di prima. Così faccio Io, quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanto più scelgo anime abiette, povere, ignoranti, senza nessun esteriorità che l’additano; il suo stato abietto servirà come sicura custodia dell’opera mia; i ladri della propria stima, dell’amore proprio non le faranno attenzione, conoscendo la sua inabilità, e lei, umile e tremante disimpegnerà l’ufficio da Me affidato, conoscendo che non essa, ma Io, ho fatto tutto in lei”.