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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

12-125 Marzo 19, 1920 Il vivere nella Divina Volontà è vivere a nome di tutti.

La Divina Volontà - Libro 12°

12-125 Marzo 19, 1920 Il vivere nella Divina Volontà è vivere a nome di tutti.
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(1) Stavo lamentandomi col mio sempre amabile Gesù, dicendogli: “Come ti sei cambiato! Possibile che neppure il patire ci sia più per me? Tutti soffrono, solo io non sono degna di patire, è vero che supero tutti in cattiveria, ma Tu abbi pietà di me e non mi negare almeno le briciole del tanto patire, che abbondantemente non neghi a nessuno, Amor mio, come è raccapricciante il mio stato, abbi pietà di me, abbi pietà”. Mentre ciò dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno dicendomi:

(2) “Ah! figlia mia, quietati, altrimenti mi fai male, più squarci profondi apri nel mio cuore; mi vuoi tu forse sorpassare? Anch’Io avrei voluto racchiudere in Me tutte le pene delle creature; era tanto l’amore verso le creature, che avrei voluto che nessuna pena più le toccasse, ma ciò non potetti ottenere, dovetti sottostare alla sapienza ed alla giustizia del Padre, che mentre mi permetteva di soddisfare in gran parte alle pene delle creature, per tutte le pene non volle la mia soddisfazione, e questo per decoro e per equilibrio della sua giustizia. La mia Umanità avrebbe voluto tanto soffrire, per poter mettere termine all’inferno, al purgatorio ed a tutti i flagelli, ma la Divinità non volle e la giustizia disse al mio amore: “Tu hai voluto il diritto dell’amore, e ti è stato concesso ed io voglio i diritti della giustizia”. Io mi rassegnai alla sapienza del Padre mio, la vidi giusta, ma la mia gemente Umanità ne sentiva la pena per le pene che toccavano le creature. Nel sentire i tuoi lamenti di non patire, sento l’eco dei miei lamenti e corro a sostenere il tuo cuore per darti forza, sapendone quanto è dura tal pena, ma sappi però che questa è anche una pena del tuo Gesù”.

(3) Io mi rassegnai per amor di Gesù anche a non patire, ma lo strazio del mio cuore era acerbissimo, e nella mia mente molte cose giravano, specie su ciò che mi aveva detto sul Voler Divino, mi pareva di non vedere in me gli effetti della sua parola, e Gesù benignamente ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, quando Io ti domandai se tu consentivi di voler far vita nel mio Volere, e tu accettasti dicendo: “Dico sì, non nel mio volere, ma nel tuo, affinché il mio abbia tutto il poter ed il valore d’un sì di un Voler Divino”. Quel sì esiste ed esisterà sempre, come esisterà il mio Volere, sicché la tua vita finì, la tua volontà non più ha ragione di vivere ed ecco perciò ti dissi che stando nella mia Volontà tutte le creature, a nome di tutta l’umana famiglia vieni a deporre in modo divino, ai piedi del mio trono, nella tua mente i pensieri di tutti per darmi la gloria di ciascun pensiero, nel tuo sguardo, nella tua parola, nella tua azione, nel cibo che prendi, anche il sonno, quello di tutti, sicché la tua vita deve abbracciare tutto; e non vedi quando qualche volta, oppressa dal peso della mia privazione, qualche cosa ti sfugge di ciò che fai e non unisci tutta l’umana famiglia insieme, Io ti richiamo, e se non mi dai retta, afflitto ti dico: “Se non vuoi seguirmi, Io faccio da solo”. La vita nella mia Volontà è vivere senza vita propria, senza riflessioni personali, ma è la vita che abbraccia tutte le vite insieme. Sii attenta in questo e non temere”.