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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

12-84 Febbraio 10, 1919 Gesù chiede a Luisa se vuol vivere nel suo Volere, se vuol accettare l’ufficio di secondo anello con la sua Umanità, e se vuol accettare il suo Amore come proprio ed il suo Volere come Vita.

La Divina Volontà - Libro 12°

12-84 Febbraio 10, 1919 Gesù chiede a Luisa se vuol vivere nel suo Volere, se vuol accettare l’ufficio di secondo anello con la sua Umanità, e se vuol accettare il suo Amore come proprio ed il suo Volere come Vita.
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(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto, e prendendo le mie mani nelle sue me le ha strette, e con un’affabilità maestosa mi ha detto:

(2) “Figlia mia, dimmi, vuoi vivere nel mio Volere? Vuoi accettare l’ufficio di secondo anello con la mia Umanità? Vuoi accettare tutto il mio amore come tuo, il mio Volere come Vita, le mie stesse pene che la Divinità infliggeva alla mia Umanità, cui erano tante che il mio amore sente un irresistibile bisogno di non solo farle conoscere, ma di farne parte per quanto a creature è possibile? E solo posso farne parte e farle conoscere a chi vive nel mio Volere, tutto a spese del mio amore. Figlia mia, è mio solito chiedere il sí della creatura, per poi operare liberamente con lei”.

(3) Gesù ha fatto silenzio come se aspettasse il mio Fiat, ed io son rimasta sorpresa ed ho detto:

(4) “Vita mia Gesù, il tuo Volere è mio, Tu uniscilo insieme e forma un solo Fiat, ed io dico si insieme con Te, e ti prego che abbia pietà di me, la mia miseria è grande, e solo perché Tu lo vuoi io dico Fiat, Fiat”.

(5) Ma, oh! come mi sentivo annientata e polverizzata nell’abisso del mio nulla; molto più che questo nulla era chiamato a far vita nel Tutto. Onde il mio dolce Gesù ha unito i due voleri insieme ed ha impresso un Fiat, ed il mio si è entrato nel Volere Divino e pareva non un sì umano, ma divino, perché era stato pronunciato nel Volere di Gesù, e questo sì nel Voler Divino si moltiplicava in tanti, per quanti rifiuti facevano le creature al mio dolce Gesù, questo sì faceva le più solenni riparazioni, abbracciava tutti, come se volesse portare tutti a Gesù, sostituendosi per tutti; era un sì cui teneva il suggello ed il potere del Voler Divino, non pronunziato né per timore né per interesse di santità personale, ma solo per vivere nel Volere di Gesù e correre a bene di tutti, e portare a Gesù gloria, amore, riparazioni divine. Il mio amabile Gesù pareva tanto contento del mio sì, che mi ha detto:

(6) “Ora voglio fregiarti e vestirti come Me, affinché insieme con Me venga innanzi alla Maestà dell’Eterno a ripetere il mio stesso ufficio”.

(7) Onde Gesù mi ha vestito e come immedesimata con la sua Umanità, ed insieme ci siamo trovati innanzi alla Maestà Suprema. Io non so dire, questa Maestà era una Luce inaccessibile, immensa, variata, di bellezza incomprensibile, da cui tutto dipendeva. Io ne son rimasta sperduta, e la stessa Umanità del mio Gesù rimaneva piccola, il solo entrare nell’aria di questa Luce felicitava, abbelliva, ma non so andare avanti nel dire. Ed il mio dolce Gesù dice:

(8) “Adora insieme con Me nell’immensità della mia Volontà, la Potenza Increata, affinché non solo Io, ma anche un’altra creatura adori in modo divino a nome di tutti i suoi fratelli delle generazioni di tutti i secoli, Colui che tutto ha creato e da Cui tutte le cose dipendono”.

(9) Come era bello adorare insieme con Gesù, si moltiplicavano per tutti, si mettevano innanzi al Trono dell’Eterno come a difesa per chi non avrebbe riconosciuto l’Eterna Maestà, anzi insultata, e correvano a bene di tutti per farla conoscere. Abbiamo fatto altri atti insieme con Gesù, ma io sento che non so andare avanti, la mia mente oscilla e non sa prestarmi bene i vocaboli, perciò non vado avanti, se Gesù vorrà ritornerò su questo punto. Onde il mio dolce Gesù mi ha ricondotto in me stessa, ma la mia mente è restata legata come ad un punto eterno, cui non poteva spostarsi. Gesù! Gesù! aiutami a corrispondere alle tue grazie, aiuta la tua piccola figlia, aiuta la piccola favilla.