Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

12-70 Novembre 29, 1918 Chi esce dalla Divina Volontà, esce dalla luce.

La Divina Volontà - Libro 12°

12-70 Novembre 29, 1918 Chi esce dalla Divina Volontà, esce dalla luce.
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(1) Trovandomi nel solito mio stato stavo pregando il mio sempre amabile Gesù, che oggi, come mi aveva promesso l’altra volta, che quando l’anima fa sempre la sua Volontà, qualche volta permette che Lui faccia la volontà dell’anima; sicché gli dicevo: “Oggi proprio dovete fare la mia volontà”.

(2) E Gesù venendo mi ha detto: “Figlia mia, non sai tu che l’anima, uscendo dalla mia Volontà, è per lei come una giornata senza sole, senza calore, senza la vita dell’attitudine divina in lei?”

(3) Ed io: “Amor mio, il Cielo mi guardi di far ciò; amerei piuttosto morire che uscire dalla tua Volontà, perciò metti la tua Volontà in me, e poi dimmi che: E’ Volontà mia che oggi Io faccio la tua volontà”.

(4) E Gesù: “Ah! cattivella! Va bene, ti contento, ti terrò con Me finché vorrò, e poi Io stesso ti lascerò libera”.

(5) Oh! come ne son rimasta contenta, che senza fare la mia volontà, Gesù, immedesimando la sua Volontà alla mia, facendo la Sua faceva la mia.

(6) Onde dopo, il mio amabile Gesù si è trattenuto con me, e pareva che intingeva la punta del suo dito nel suo preziosissimo sangue e mi passava la fronte, gli occhi, la bocca, il cuore, e poi mi ha baciato. Io, nel vederlo così affettuoso, dolce, ho cercato di succhiare dalla sua bocca le amarezze che conteneva il suo cuore, come facevo prima; ma Gesù subito si è ritirato un poco lontano e mi faceva vedere un involto che teneva in mano, pieno di altri flagelli, e mi ha detto:

(7) “Vedi quant’altri flagelli ci sono da versare sulla terra, perciò non verso in te. I nemici hanno preparato tutti i piani interni per fare rivoluzioni; ora non resta altro che finire di preparare i piani esterni. Ah! figlia mia, come mi duole il cuore, non ho con chi sfogare il mio dolore, voglio sfogarlo con te. Tu avrai pazienza nel sentirmi parlare spesso spesso di cose tristi. So che tu ne soffri, ma è l’amore che a ciò mi spinge. L’amore vuol far sapere le sue pene alla persona amata; quasi non saprei stare se non venissi a sfogarmi con te”.

(8) Io mi sentivo male nel vedere Gesù così amareggiato, mi sentiva le sue pene nel mio cuore, e Gesù, per sollevarmi mi ha dato a bere pochi sorsi di latte dolcissimo, e poi ha soggiunto:

(9) “Io mi ritiro e ti lascio libera”.