Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

10-49 Gennaio 20, 1912 L’amore quando non giunge con le buone, cerca di giungere coi crucci, coi picci ed anche con le sante cattiverie.

La Divina Volontà - Libro 10°

10-49 Gennaio 20, 1912 L’amore quando non giunge con le buone, cerca di giungere coi crucci, coi picci ed anche con le sante cattiverie.
font righe continue visite 144

(1) Ritornando il mio sempre amabile Gesù, continuava a farsi vedere che andava stringendo i cuori e le anime resistendo a queste strettezze, la grazia restava inabilitata e Gesù prendeva questa grazia in proprio pugno e la portava a quei pochi che si facevano stringere, ne ha portato buona parte anche a me. Io nel vedere ciò gli ho detto: “Dolce mia vita, Tu sei tanto buono con me nel farmi parte della grazia che gli altri rifiutano, eppure io non avverto strettezze, mi sento anzi larghissima, e tanto, che non so vedere né la larghezza, né l’altezza, né la profondità dei confini in cui mi trovo”.

(2) E Gesù: “Figlia diletta mia, le mie strettezze le avverte chi non facendosi ben bene stringere da Me, non può entrare a vivere in Me, ma per chi si fa stringere da Me come Io voglio, passa già a vivere in Me, e vivendo in Me, tutto è larghezza, strettezze non esistono più, tutta la strettezza dura finché l’anima ha la pazienza di farsi stringere da Me, fino a disfare l’essere umano per vivere nella vita divina, che poi, passando a vivere in Me, Io la tengo al sicuro, la faccio spaziare nei miei interminabili confini, non ho più bisogno di usare legami, anzi, molte volte debbo Io forzarle per metterle un po’ fuori, per farle vedere i mali della terra e farle perorare con maggiore ansia la salvezza dei miei figli, e fargli risparmiare i meritati castighi, e loro se ne stanno come sulle spine, e mi forzano ché vogliono entrare in Me, lamentandosi che non è per loro la terra. Quante volte non l’ho fatto per te, ho dovuto mostrarmi corrucciato, piccioso, per farti stare un po’ a posto, altrimenti non l’avresti durato un minuto fuori di Me, lo sa il mio cuore quello che ho sofferto nel vederti fuori di Me, sbatterti, affannarti, piangere, mentre gli altri fanno ciò per non farsi stringere, tu lo facevi per vivere in Me, e quante volte non ti sei tu stessa corrucciata, picciata di questo mio operato? Non ti ricordi che siamo stati anche in contesa?”

(3) Ed io: “Ah! sì, lo ricordo, l’altro ieri appunto stavo già per prendere un piccio ché mi mettesti fuori di Te, e siccome ti vidi piangere per i mali della terra, piansi insieme con Te e mi passò il piccio; sei proprio cattivello oh! Gesù, ma sai di che sei cattivo, cattivello? D’amore. Per dare amore e per aver amore giungi alle cattiverie, non è vero Gesù? Dopo un piccio, un cruccio che ci prendiamo a vicenda, non ci amiamo di più?”

(4) E Lui: “Certo, certo, è necessario amare per poter comprendere l’amore, e l’amore quando non giunge con le buone, cerca di giungere coi crucci, coi picci ed anche con le sante cattiverie”.