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Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Parte 2: L'esigenze dell'ideale

Padre Emilio Neubert

Parte 2: L'esigenze dell'ideale
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Gesù: Fratello mio, ti ho indicato l'ideale da raggiungere; ora voglio mostrarti ciò che esso richiede da te. Mi hai seguito fin qui con gioia. D'ora in poi seguimi, sia pure con gioia, ma soprattutto con amore e generosità. Non si tratta più solamente di contemplare con stupore e ammirazione il tuo modello; si tratta di ricopiarne i lineamenti. Te li indicherò ad uno ad uno. Ma li potrai fare perfettamente tuoi soltanto se saprai rinunciare a te stesso e se saprai amare.

I. COME ME: DONATI A MIA MADRE: SENZA RISERVE

Gesù: Fratello mio, divenendo figlio di Maria, mi sono donato interamente a lei. Creatore e Signore assoluto di tutte le cose ho voluto, per amore, appartenere a Maria e da lei dipendere; ho voluto appartenerle coi legami più intimi, quelli che provengono dalla natura stessa e che nessuna cosa al mondo può sciogliere. Da tutta l'eternità ho scelto questa appartenenza e dipendenza filiale, e fin dal primo istante della mia incarnazione nel seno di Maria ratificai con la mia volontà umana questo decreto del mio eterno amore, e provai in esso un ineffabile compiacimento. Figlio di una Vergine, appartenevo a mia Madre come nessun fanciullo appartiene alla propria; e come nessun fanciullo può fare, volli perpetuare questo mio stato di totale dipendenza. Non abbandonai mia Madre come fanno i figli quando vogliono fondare una nuova famiglia, ma le restai accanto fino al momento stabilito per il compimento della mia missione pubblica; e poiché mia Madre non ebbe mai altra volontà se non quella di mio Padre, anche allora, e perfino nel supremo sacrificio, la mia volontà fu sempre in perfetta sintonia con la sua. Non solo. Nel cielo stesso mi ricordo e mi ricorderò sempre che sono suo figlio; e benché vi eserciti la mia signoria assoluta, accondiscenderò eternamente, con perfetto amore filiale, ai suoi materni desideri.

2. A mio esempio, donati a mia Madre interamente, senza riserve e per sempre in qualità di figlio suo amatissimo. Consacrale il tuo corpo con ogni sua attività, il tuo spirito con ogni sua facoltà. Consacrale tutti i tuoi beni, materiali e spirituali, naturali e soprannaturali. Consacrale tutto ciò che sei e che sarai, tutto ciò che hai e che avrai, tutto ciò che fai e che farai. Così che né in te né intorno a te non vi sia più nulla che non le appartenga.

3. Non ti accontentare di darti a Maria per essere un suo «bene immobile»; ella vuole servirsi di te non come di un oggetto inerte ma come di un figlio premuroso nel prestare assistenza a sua madre. Poiché - come te lo rivelerà lei stessa più tardi - ho affidato a lei una grande missione nel mondo, ella vuole aver bisogno di te.

4. Donati a lei incondizionatamente. Non per interesse, non per ricevere di più di quello che darai, non per la consolazione che proverai nel dono di te stesso, ma per puro amore filiale, come mi sono dato io. Proverai consolazione, certo, ma incontrerai anche tribolazioni: non pensare né alle une né alle altre, ché a tutto provvederà tua Madre. Tu pensa solo a donarti tutto intero e per amore.

5. Donati a lei per sempre. Sono molti quelli che in un momento di fervore hanno dichiarato di donare ogni cosa a mia ma sono quasi altrettanti coloro che dopo aver dato tutto complessivamente, si sono poi ripresi tutto un po' alla volta. Nell'ora della prova, quando la loro totale donazione richiedeva sacrifici, hanno detto: «E’ duro questo linguaggio; chi lo può intendere?». E non hanno più voluto andare oltre nelle via della loro intera consacrazione. Farai tu come costoro? Occorre a volte essere eroici per vivere la totale appartenenza a Maria, perché occorre salire con lei fino in cima al Calvario. Ti senti capace di un tale eroismo?

6. Prendi l'abitudine di rinnovare spesso la tua consacrazione alla Madre celeste. Rinnovala svegliandoti, per affidare a lei l'intera giornata. Rinnovala ricevendomi nella Santa Comunione: in quel momento, essendo una cosa sola con me, donati di nuovo a mia Madre come suo amato figlio. Rinnovala alle ore tre pomeridiane, in ricordo di quell'ora solenne in cui, sacrificandomi, Maria ti diede la vita e si sentì dire da me: «Donna, ecco tuo figlio». Rinnovala all'inizio delle tue principali azioni, per ricordarti che non devi agire per te stesso, ma unicamente per lei. Rinnovala specialmente nelle prove che incontri. Rivolgiti allora a Maria dicendo: «O Madre, quando nell'entusiasmo del mio amore filiale mi diedi tutto a te non prevedevo questo sacrificio. Ma poiché la mia intenzione era sincera, non intendo ora venir meno alla mia donazione. Voglio tutto ciò che tu vuoi perché lo vuoi, per quanto mi debba costare!».

7. Se vuoi diventare così generoso da vivere sempre ed interamente secondo la tua donazione, non ti fermare a guardare il sacrificio. Guarda me e guarda tua Madre. L'amore ti sarà di stimolo e la grazia di sostegno. E se sentirai vacillare il tuo coraggio, prega: può una madre come Maria non venire in aiuto di un figlio che la invoca per restarle fedele? E posso io, tuo fratello primogenito, negarti la forza di camminare verso l'ideale al quale ti ho chiamato.

Invito al colloquio: Sono tutto tuo, o Madre mia, e tutto ciò che ho ti appartiene.

II.COME ME, AMA MIA MADRE

a) PERCHE’

Gesù: Fratello mio, mi sono fatto figlio di Maria per amore. Tutto, nelle mie relazioni con mia Madre, si spiega con l'amore. Vuoi comprendere la mia pietà filiale verso di lei? Comprendi anzitutto il mio amore per lei. Quanto desidero infondere nel tuo cuore un po' di quell'amore per mia Madre che arde nel mio! Sforzati di diventare semplice, umile, generoso, perché io possa versare in te l'abbondanza del mio amore filiale.

2. Ricorda, nel raccoglimento e nella preghiera, ciò che ti ho accennato del mio amore per Maria: come l'ho scelta da tutta l'eternità e come l'ho colmata di privilegi; come sono vissuto nella sua intimità e l'ho associata alla mia missione; come l'amo e l'amerò in eterno per mezzo dei santi e per mezzo della Chiesa terrena e celeste.

3. Poi, penetrando più intimamente nel mio cuore medita i motivi che mi hanno indotto ad amarla tanto. L'ho amata e l'amo perché è mia Madre; una Madre di meravigliosa bellezza e perfezione; una Madre che mi dà più gioia con una sua sola parola e con un solo suo sguardo, di quanta non hanno potuto darmi i santi con i loro atti più eroici; una Madre che mi ama di un amore superiore a quello di cui mi amano gli angeli e i santi; una Madre che visse per me solo ed accettò volentieri, per causa mia, il martirio più atroce che creatura abbia mai patito.

4. L'ho amata, perché mi ha aiutato a compiere la missione affidatami dal Padre. Mi ha dato infatti la natura umana affinché potessi predicare la buona novella agli uomini e morire per essi. Si è unita a me con la sua volontà, con le sue ardenti preghiere, con le sue immolazioni, con la sua presenza ai piedi della croce. Sino alla fine dei tempi si adopererà a convertire i peccatori, a santificare i giusti, a conquistare innumerevoli anime. Ella stessa inoltre rappresenta il maggior successo della mia missione redentrice, in quanto, riscattandola in modo tanto perfetto, ho fatto più che riscattando tutto il resto del mondo.

5. L'ho amata e l'amo perché grazie a lei ho potuto offrire al Padre un'adorazione e una gloria di valore infinito, che non avrei potuto rendergli senza l'umanità di cui ella mi aveva rivestito; perché si è unita a me nell'adorare e nel pregare il Padre, superando in ciò tutti i santi e gli angeli insieme; e perché per mezzo suo si comprenderà meglio mio Padre e si nutriranno sentimenti più filiali verso di lui.

6. Non cessare di meditare l'immensità del mio amore verso Maria; non ne raggiungerai mai i confini, nemmeno nell'eternità. Meditando questo amore, mettiti al mio posto, diventa Gesù, il figlio primogenito di Maria, Gesù la cui vita è vita tua, e cerca di sentire in te tutto ciò che ho sentito io stesso.

7. Poi considera l'amore speciale che Maria ti porta. Ella ti ama perché io stesso ti ho amato fino a morire per te, e gli affetti miei sono i suoi affetti. Ti ama perché l'ho fatta tua Madre ed ogni madre è amore. Ti ama perché ogni madre ama di preferenza quel figlio che più le è costato, e tu le sei costato indicibili patimenti. Ti ama perché per partorire te alla vita, ha dovuto offrire me alla morte. Ti ama perché sei una cosa sola con me, ed amandoti ella ama me stesso.

Invito al colloquio: O Gesù, amavo già Maria quando intuivo solo confusamente ciò che ella è per me. Ora che capisco quanto veramente mi sia madre, quanto tu l'ami e quanto ella mi ami, come potrei non amarla anch'io con tutte le mie forze?

 

III.COME ME, AMA MIA MADRE

b) IN QUALE MODO ?

Gesù: Fratello mio, ami veramente colei che ti ama tanto e che io stesso amo a dismisura? Tu credi di amarla perché ti piace conversare con lei, e canti con esultanza le sue lodi. Ma sulla terra, amare non è tanto godere ed esultare quanto lavorare e soffrire.

2. Se ami Maria, vorrai lavorare per lei. Sarai felice di consacrarle la tua attività, il tuo tempo, le tue fatiche. Nessun lavoro ti riuscirà troppo penoso se sarà in gioco la sua gloria; nessuna impresa ti sembrerà impossibile se sarà finalizzata a promuovere i suoi interessi. Quando dovessi trovare superiore alle tue forze un qualche cosa che tornerebbe a gloria di Maria, confessa pure che hai cessato di amare. Ora mia Madre ti riserva una impresa nobilissima e talvolta assai difficile.

3. Se ami Maria vorrai soffrire per lei. Chi non ama più Maria quando gli si chiede di soffrire per lei, vuol dire che non l'ha mai amata: ha amato solo se stesso nelle consolazioni che ha ricevuto da lei. Non rifiutarti mai di soffrire se non vuoi rifiutarti di amare. Non ti accontentare di accettare i patimenti; amali. Non sei desideroso di poter dimostrare il tuo amore? Di poter amare sempre di più?

4. Per imparare ad amare sempre di più prendi i quattro mezzi che ora ti indicherò:

a) Cerca di compiere con più amore possibile quell'infinità di piccoli sforzi e sacrifici che incontri nella vita quotidiana. Se arriverai a non dir mai di «no» a tua Madre nelle piccole cose, non le dirai di «no» neppure nelle grandi.

b) Non cessare mai di studiare tua Madre. Impara dai libri tutto ciò che puoi sulle sue grandezze, sulla sua missione, sulla sua vita e sulla vita di coloro che l'hanno amata e servita, e poi rifletti su ciò che avrai imparato. Non avrai mai finito di studiarla perché non si finisce mai di comprendere ciò che io ho fatto per lei, e ciò che ella ha fatto per me e per te.

c) Vivi in una costante unione con lei. Non potrai vivere nella sua intimità senza trovarla ogni giorno più amabile e senza amarla ogni giorno di più. Ti spiegherò più tardi come potrai, a mio esempio, rimanere sempre unito a lei.

d) Finalmente, chiedimi la grazia di amarla e di crescere sempre nel suo amore. L'amore per mia Madre è una grazia speciale. Ora la grazia si ottiene con la preghiera: chiedi e riceverai. Chiedi senza esitare, poiché si tratta di una grazia che è conforme ai miei disegni. Esitare significherebbe fare ingiuria a me e a mia Madre, in quanto potrebbe lasciare adito al sospetto che io possa non volere che ella sia amata. Il tuo stesso desiderio di amarla non ti è stato forse ispirato da me? E te l'avrei ispirato se non volessi esaudirlo? Chiedi questa grazia ogni giorno. Chiedila soprattutto quando vengo a te nella comunione eucaristica. Vengo allora a te come figlio di Maria, con l'umanità che ho ricevuto da lei, e per mezzo della quale ti rendo partecipe della mia divinità. «Colui che mi mangia vivrà di me». Amare mia Madre di quell'amore con il quale io la amo non è appunto vivere di me? Nella comunione soprattutto faccio passare dal mio cuore nel tuo l'amore per mia Madre; allora soprattutto chi vive non sei tu ma vivo io in te; chi ama Maria non sei tu, ma l'amo io in te. Fino ad oggi non mi hai chiesto con la dovuta insistenza questa grazia. Chiedi e riceverai, e la tua gioia sarà perfetta.

Invito al colloquio: O Gesù, per l'amore col quale ami tua Madre, concedimi, ti prego, di amarla veramente come tu stesso la ami e vuoi che ella sia amata.

IV. COME ME, UBBIDISCI A MIA MADRE

Gesù: Fratello mio, vuoi come me dimostrare il tuo amore a mia Madre? Siile obbediente come lo ero io. Bambino, mi lasciai trattare da lei come le pareva: mi lasciai adagiare nel presepe, portare tra le sue braccia, allattare, avvolgere in fasce, portare a Gerusalemme, in Egitto, a Nazareth. Poi, appena ne ebbi la forza, mi affrettai ad eseguire i suoi desideri, anzi, ad indovinarli e a prevenirli. Dopo aver fatto stupire i maestri della legge nel tempio, tornai con lei a Nazareth e le fui sottomesso. Rimasi con lei fino all'età di trent'anni accondiscendendo sempre ai suoi minimi desideri.

2. Provavo una gioia indicibile nell'obbedirle; e con l'obbedienza contraccambiavo appunto ciò che ella faceva per me, e soprattutto ciò che un giorno avrebbe dovuto soffrire.

3. Le obbedivo con perfetta semplicità; quantunque fossi suo Dio, ricordavo di essere anche suo figlio; ella era pur sempre mia Madre e rappresentante del Padre celeste. Ed ella da parte sua, con la stessa perfetta semplicità, mi comandava e dirigeva, ineffabilmente beata nel vedermi attento ai suoi minimi cenni. Vuoi rinnovare a tua volta questa sua gioia? Obbediscile come ho fatto io.

4. Mia Madre ha degli ordini da darti: ella ti comanda anzitutto per mezzo del dovere. Alcuni fanno consistere la devozione a Maria in immagini e statue, in ceri e fiori; altri in formule di preghiera e in canti; altri in sentimenti di tenerezza e di entusiasmo; altri ancora in pratiche e sacrifici supplementari. C'è chi crede di amarla molto perché parla volentieri di lei o perché si vede, con la fantasia, intento a fare grandi cose per lei, o perché si sforza di pensare sempre a lei. Tutte queste cose sono buone ma non sono l'essenziale. «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Così, non quelli che le dicono «Madre Madre» sono i veri figli di Maria, ma coloro che fanno sempre la sua volontà. Ora Maria non ha altra volontà che la mia, e la mia volontà a tuo riguardo è che tu compia bene il tuo dovere.

5. Sforzati dunque, anzitutto, di fare il tuo dovere e di farlo per amore di lei: il tuo dovere grande o piccolo, facile o penoso, piacevole o monotono, appariscente o nascosto. Se vuoi piacere a tua Madre sii più puntuale nella tua obbedienza, più coscienzioso nel tuo lavoro, più paziente nei tuoi dispiaceri.

6. E tutto fai col massimo amore possibile e con volto sorridente. Sorridi nel penoso lavoro quotidiano, nelle occupazioni più prosaiche, nel monotono succedersi delle tue faccende: sorridi a tua Madre, che ti chiede di dimostrarle il tuo amore nel compimento gioioso del tuo dovere.

7. Oltre che a richiamarti ai tuoi doveri di stato, Maria ti dà altri segni della sua volontà: le ispirazioni della grazia. Ogni grazia ti viene tramite suo. Quando la grazia ti invita a rinunziare a quel tal piacere, a disciplinare certe tue tendenze, a riparare certe colpe o negligenze, a praticare certi atti di virtù, è Maria che soavemente e amorevolmente ti manifesta i suoi desideri. Forse talora provi un certo sgomento per quanto richiedono da te quelle ispirazioni. Non temere: sono voci di tua Madre, di tua Madre che vuole renderti felice. Riconosci le voci di Maria, credi al suo amore, e rispondi con un «si» a tutto ciò che ella ti chiede.

8. Vi è però un terzo modo di praticare l'obbedienza verso Maria, ed è quello di eseguire il compito speciale che ella sta per affidarti. Sii pronto.

Invito al colloquio: O Gesù, incomincio a capire che tutto il mio programma spirituale deve consistere nel fare ciò che dice di te lo Spirito Santo: «Ed egli era loro sottomesso».

V. COME ME, ONORA MIA MADRE

Gesù: Fratello mio, io sono il Dio dinanzi al quale gli angeli si velano la faccia e che adorano tremanti. Eppure ho onorato Maria in tutta umiltà perché, quantunque sia Dio, sono suo Figlio. Avendo promulgato il comandamento: «Onora tuo padre e tua madre» come potevo non osservarlo io stesso nel modo più perfetto?

2. Ho onorato Maria perché mi è Madre, Madre incomparabilmente santa, degna rappresentante del Padre mio celeste. Immaginati se puoi, il rispetto profondo e tenero ad un tempo col quale prima fanciullo, poi adolescente e quindi uomo adulto, la salutavo e le stavo dinanzi, l'ascoltavo, le parlavo, ed eseguivo ogni suo desiderio. Quanto la vedevo gioire interiormente per questi miei segni di rispetto che ella gradiva con semplicità - perché così voleva il Padre - pur ripetendo fra sé: «Egli ha guardato l'umiltà della sua serva ed ha innalzato gli umili».

3. Ma per onorarla, non ho voluto soltanto tributarle questi segni di rispetto, ho fatto immensamente di più. Non è forse un segno della mia venerazione l'averla esentata dalla legge del peccato originale, l'averla preservata dalla concupiscenza e circondata di tanti aiuti spirituali da non permettere che la sua purezza cristallina fosse mai appannata dal più lieve soffio di male? Non è un effetto del mio infinito rispetto per lei l'aver salvaguardato la sua integrità fisica nel mio concepimento e nella mia nascita, e l'averla trasportata in cielo senza permettere che il suo corpo verginale conoscesse la corruzione del sepolcro? E non fu una manifestazione della mia volontà di esaltarla sempre di più l'averla riempita fin dalla sua immacolata concezione di una sovrabbondanza di grazia superiore a quella di tutte le creature messe insieme, l'averla associata alla mia missione redentrice ed incoronata quale Regina del cielo e della terra? E poi, come già ti ho detto, che cosa sono gli omaggi che sia per bocca dei suoi venerandi pastori, sia attraverso le entusiastiche acclamazioni di popoli, la Chiesa non ha cessato di moltiplicare in ogni secolo e moltiplicherà più ancora nei secoli venturi, se non un'attuazione parziale del mio immenso desiderio di onorare mia Madre?

4. «Ecco - esclamava ella un giorno, mossa dallo Spirito - ecco, tutte le generazioni mi chiameranno beata». Bisogna che questa profezia si avveri: che su tutta la terra sia santificato il nome di mio Padre e glorificato il nome di mia Madre.

5. Per onorare Maria come io l'ho onorata e come voglio che la si onori, cerca innanzitutto di comprenderla meglio. Non cessare di contemplare la sua dignità, i suoi privilegi, la sua perfezione, la sua missione. Poi umiliati nel tuo nulla e nella tua miseria: quanto più ti farai piccolo, tanto più sarai capace di intendere la grandezza di mia Madre. Soprattutto fa' penetrare nel tuo cuore le disposizioni del mio: guarda Maria coi miei occhi, ammirala col mio spirito, gioisci con me della sua bellezza.

6. Onorala celebrando con gioioso fervore tutte le feste che la Chiesa ha istituito in suo onore. Onorala con qualche pratica di pietà che le dedicherai costantemente ogni giorno, con sacrifici che ti imporrai per contribuire alla sua glorificazione. Onorala facendola conoscere ed amare intorno a te; unendoti ad altri suoi figli privilegiati per poterla meglio servire insieme ad essi. Onorala donandoti interamente a lei, lavorando per lei e sotto la sua guida. In che modo? Ella stessa te lo dirà in seguito. Onorala soprattutto con la tua vita. Diventa santo e farai più per il suo cuore che se, cristiano mediocre, componessi dotti trattati intorno ai suoi privilegi.

7. Onorala a nome mio e a nome tuo. Onorala per quelli che non la onorano, per i pagani che la ignorano, per gli infelici che la bestemmiano, per i cattivi cristiani che non la pregano, per le anime consacrate che si mostrano poco zelanti nel servirla.

8. Onorala con tutte le tue forze, perché, essendo superiore ad ogni lode, non la loderai mai abbastanza. Onorala senza tema di esagerare: non la onorerai mai quanto l'ho onorata io e quanto voglio che sia onorata.

Invito al colloquio: Benedetto sia il nome di Maria, Vergine e Madre, ora e in tutti i secoli!

VI. COME ME, IMITA MIA MADRE

Gesù: Fratello mio, i figli somigliano alla propria madre. E io ho somigliato tanto alla mia come mai figlio d'uomo somigliò alla sua. Essendo nato da lei sola, le mie fattezze, il mio sguardo, il mio portamento, i miei gesti, il mio incedere, tutto il mio aspetto ricordava la mia verginale Madre; chi mi vedeva mi riconosceva subito quale figlio di Maria. Ma più ancora che il nostro aspetto esteriore, si somigliavano le nostre personalità. Mio Padre aveva formato Maria secondo la mia immagine, affinché poi, come una vera madre, ella mi formasse secondo la sua. E con una costante applicazione ad osservarmi, a meditare nell'animo suo tutto ciò che facevo e dicevo, ella riproduceva tutte le mie disposizioni interiori con una impareggiabile perfezione. Perciò, di qualunque cosa si ragionasse, avevamo gli stessi pensieri, gli stessi sentimenti, gli stessi voleri. L’anima sua era passata in me e l'anima mia in lei.

2. Sforzati di somigliare a mia Madre come le ho somigliato io. Somiglia a lei nell'aspetto esteriore, con la tua modestia. Fa' che vedendoti si provi in qualche modo quel rispetto e quel raccoglimento che provavano coloro che vedevano mia Madre.

3. Somiglia a Maria soprattutto nel tuo mondo interiore. Ricopia le sue virtù, che sono estremamente semplici. Poiché la vita di Maria non fu dissimile dalla tua, è per te cosa agevole comprendere o indovinare come ella agiva, o come avrebbe agito trovandosi nelle tue stesse condizioni. Come lei studierai le virtù anzitutto in me. Poi guarderai la Madre tua per sapere come ella le abbia riprodotte in sé. Da me riceverai l'insegnamento; ma esso ti apparirà più chiaro quando te l'avrà spiegato tua Madre.

4. Sii puro per essere un degno figlio della Vergine delle vergini. Sii umile e semplice, dimentico di te, come lo fu la serva del Signore. Sii raccolto in Dio, e sull'esempio di mia Madre medita in cuor tuo tutto ciò che ti è rivelato riguardo a me. Sii fermo nella fede, credendo, nonostante tutte le apparenze contrarie, alla parola del Signore, come ella credette. Sii sottomesso a tutti i decreti divini rispondendo sempre a Dio con una sola parola: «Sono il figlio della tua serva; avvenga di me quello che hai detto». Sii pieno di bontà verso il prossimo, adoperandoti con zelo al suo servizio, come Maria in casa di Elisabetta, a Cana e soprattutto sul Calvario. Tra le virtù di mia Madre, sforzati di imitare in modo particolare quella che più ti manca e che più ti è necessaria.

5. Imita non solo le sue virtù ma anche le sue disposizioni verso le persone che le stavano intorno; verso i suoi genitori Gioacchino ed Anna; verso Giovanni mio discepolo prediletto, che mi sostituì presso di lei; soprattutto verso Giuseppe suo sposo e mio padre verginale, che ella circondava di indicibile affetto, venerazione e riconoscenza per tutto quello che egli era e faceva per me e per lei. Non saresti veramente suo figlio, se non ti sforzassi di amare e di venerare colui che le era così caro.

6. Imita soprattutto le sue disposizioni verso di me. Maria è stata creata solo per me; ha respirato, lavorato e sofferto solo per me. Da lei imparerai a vivere per me solo e a dedicarti interamente alla mia causa. E ciò imparerai presto e perfettamente. Poiché la contemplazione delle disposizioni di mia Madre a mio riguardo eserciterà su di te uno straordinario potere misto di forza e di delicatezza, di intelligenza e di amore, accompagnato da una grazia speciale. Vicino a lei tu proverai, in virtù della simpatia che intercorre tra madre e figlio, ciò che ella sentiva vicino a me. Che meraviglia se accanto a lei imparerai a fare tue le mie disposizioni!

7. A suo esempio entrerai pure nell'intimità del Padre mio celeste, del quale ella sapeva di essere, fin dalla sua immacolata concezione, la figlia privilegiata, e dello Spirito che l'aveva eletta per sua sposa infinitamente amata.

8. L'imitazione di mia Madre ti ispirerà anche un'altra disposizione: quella di un amore immenso per il prossimo. Ma di ciò ti parlerà lei stessa.

Invito al colloquio: O Gesù rendimi simile alla Madre tua affinché ella mi renda simile a te.

VII. COME ME, CONFIDA IN MIA MADRE

Gesù: Fratello mio, come ogni figlio confida in sua madre, così anch'io ho confidato nella mia. Ho confidato in lei per le mie necessità materiali. Io che nutro gli uccelli dell'aria e rivesto splendidamente i gigli dei campi, volli aver bisogno degli stessi aiuti materiali di cui necessitano tutti gli altri figli degli uomini. Per ogni cosa confidai in mia Madre. Ella mi nutrì, mi vestì e si prese cura di me. La mia vita fu minacciata. Non me ne sgomentai: mia Madre mi portò in terra straniera, mentre dormivo tranquillamente tra le sue braccia.

2. Confidai in mia Madre per il compimento della mia missione. Appena concepito, volendo santificare il mio precursore, manifestarmi, agli Ebrei e ai Gentili, al vecchio Simeone e alla profetessa Anna, affidai ogni cosa a lei. Nuovo Adamo, venuto a riparare la colpa del primo, volli che mia Madre si associasse a me, quale nuova Eva, in una perfetta uniformità di voleri, di preghiere e di sacrifici. Ella capì perfettamente ogni cosa e vi consentì generosamente.

3. Confidai in lei nelle angosce cagionatemi dalla mia missione. L'anima mia fu triste oltre ogni dire. Triste alla vista del culto tutto materiale, spesso ipocrita, che si rendeva a mio Padre: triste per la incomprensione della gente, per l'opposizione e la mala fede dei miei nemici, per i sentimenti grossolani e l'incostanza dei miei amici; triste soprattutto per la perdita di innumerevoli anime, tutte a me infinitamente care, per le quali stavo per versare inutilmente il mio sangue. Ero triste, triste fino alla morte, a tal punto che pregai mio Padre di allontanare da me l'amaro calice. Eppure mi rimaneva un'immensa consolazione: mia Madre. Ella mi comprendeva; ella sapeva adorare in spirito e verità; ella prendeva par te alle mie angosce; ella mi amava tanto più quanto più accanitamente ero odiato dai Farisei, quanto più amaramente rimanevo deluso per la condotta dei miei discepoli; «Ella vegliava e pregava con me», per tutto il tempo della mia vita nascosta e per tutto quello della mia missione pubblica; ella «stette» ai piedi della croce, credendo con fede incrollabile, mentre vacillava la fede di tutti gli altri; in lei la mia opera redentrice produsse tutto il suo frutto; in lei ottenni il mio più splendido trionfo.

4. Come me, confida anche tu in mia Madre. Confida: ella è onnipotente. Non l'ho forse fatta dispensatrice di tutte le grazie? Non può ella dare tutto ciò che vuole, a chi vuole, quando vuole? Confida: la sua bontà è immensa. Avendola fatta onnipotente, potevo non farla tutta misericordiosa? Confida: io sono suo Figlio; che cosa potrei negare a mia Madre? Confida: tu pure le sei figlio; può mai una madre negare al figlio ciò che gli può dare? Confida: ti sei donato tutto a lei; potrebbe ella essere meno generosa di te? Confida: dando a te, ella dà a me, poiché sa bene che io vivo in te e che qualunque cosa fatta al più piccolo dei miei fratelli è fatta a me. Quando la invochi le procuri la gioia di continuare a prendersi cura di me, a nutrirmi, a portarmi, a sottrarmi dai pericoli, a compiere la mia educazione. Confida: ella desidera concederti grazie più di quanto tu non desideri riceverne, perché ti ama; ama me in te, più di quanto tu non possa amare te stesso. Confida: esitando le recheresti dispiacere, poiché esitare sarebbe come mettere in dubbio il suo amore per te e per me.

5. Che cosa ti impedisce di avere piena ed assoluta fiducia in lei? Forse credi di non meritare i favori di tua Madre per il tuo poco zelo nel servirla? E’ veramente molto poco il tuo zelo, ma non tanto da raffreddare l'amore di tua Madre. Devi confidare non perché sei buono tu, ma perché è buona lei. Forse che ella cessa di essere buona quando tu sei cattivo?

6. Ma non sai se la tua preghiera sia conforme ai disegni di Dio su di te, e per questo resti titubante... Ascolta, voglio insegnarti un modo di pregare che sia sempre conforme a quei disegni, e che potrai sempre adottare con assoluta fiducia. Anzitutto, intendi bene queste verità:

a) Riguardo ad ognuna delle tue necessità, tua Madre nutre intenti di amore.

b) I suoi intenti sono sempre conformi ai disegni di Dio e sempre attuabili.

c) Essi valgono sempre più e sempre meglio dei tuoi intenti personali, perché Maria conosce meglio di te ciò di cui hai veramente bisogno ed ha a tuo riguardo aspirazioni più alte di quelle che puoi avere tu stesso. Quindi ogni qualvolta provi un desiderio, prega tua Madre di attuare i suoi intenti riguardo ad esso; e sii pur sicuro, fermamente sicuro, che otterrai o quello che desideri o qualche cosa di meglio, e che ti verrà fatto non secondo la misura dei tuoi desideri, spesso tanto meschini, ma secondo la misura del suo immenso amore per te.

Invito al colloquio: O Gesù, che consolante promessa è mai la tua! Dunque, per avere una fede da trasportare le montagne, ed essere esaudito oltre ogni mia attesa, mi basterà in ogni necessità pregare mia Madre di compiere i suoi disegni su di me!

VIII. CON ME, VIVI IN UNIONE CON MIA, MADRE

Gesù: Fratello mio, devo ora rivelarti un altro tratto essenziale della mia pietà filiale verso mia Madre: la mia vita d'unione con lei. Se per qualsiasi figlio non v’è cosa più dolce dell'intimità con sua madre, quali non furono le gioie della mia intimità con Maria? Gioie di quei nove mesi di unione ineffabile, quand'ero tutt'uno con lei, ed ella, tabernacolo vivente, mi portava sempre con sé; infatti, a differenza degli altri fanciulli, io conobbi mia Madre fin dal primo istante della mia esistenza terrena, e fin da allora tra lei e me vi fu uno scambio continuo di pensieri e di amore. Gioie di quei trent'anni di intimità senza pari, a Betlemme, in Egitto e a Nazaret, quando mi portava tra le sue braccia, mi vedeva al suo fianco, conversava con me con la parola e con lo sguardo. Trenta lunghi anni che passai esclusivamente con lei sola e con Giuseppe. Gioie non meno profonde degli ultimi tre anni della mia vita, quando in mezzo alla incomprensione delle turbe, alla mediocrità degli amici, al furore dei nemici, il mio pensiero andava a colei che nella sua casetta di Nazaret pensava a me, mi comprendeva, mi amava, ed offriva al Padre continue suppliche ed immolazioni per la buona riuscita della mia missione.

2. Altre gioie dovevo provare ancora: quelle cioè che mi avrebbero procurato la generosità dei miei apostoli, la fede e l'affetto di un gran numero di discepoli, la semplicità e lo zelo di innumerevoli anime che fino alla fine dei tempi avrebbero creduto nel mio amore e si sarebbero date a me interamente; ma tutte queste altre gioie messe insieme non sarebbero bastate a raggiungere neppure la più piccola delle gioie che provavo nella mia intensa e profonda unione con mia Madre.

3. Ora, caro fratello, io voglio che anche tu partecipi a questa vita di unione con Maria, per partecipare alla gioia di cui essa è fonte. Vi troverai, oltre che una immensa consolazione, una grande facilitazione nel praticare tutte le altre manifestazioni di pietà filiale che ti ho insegnato. Vicino a Maria, ti applicherai quasi istintivamente a rinnovare e a manifestare in tutta la vita la tua totale consacrazione a lei; sentirai crescere ogni giorno il tuo affetto filiale; ti sembrerà cosa facile conformarti ad ogni suo volere e persino ai suoi più piccoli desideri; ti applicherai spontaneamente ad imitare le sue virtù e tutte le sue disposizioni; proverai un'incrollabile fiducia nella sua bontà materna. Vicino a lei imparerai tante altre cose che non ti ho spiegate, ma che il tuo cuore scoprirà da sé.

4. Sforzati dunque di entrare, sulle mie orme, nella più stretta intimità con mia Madre. Unisciti a lei con la preghiera. Sii fedele al rinnovamento quotidiano della tua consacrazione a Maria, alla recita quotidiana del santo rosario, o almeno di una parte di esso, e alle preghiere che hai stabilito di offrirle ogni giorno. E più volte nel corso della giornata alza il tuo sguardo verso colei che non ti perde di vista un solo istante.

5. Ma nel pregarla pensa che ricorri a lei in mio nome e che col tuo cuore e con la tua bocca sono io stesso che continuo ad onorare e ad amare mia Madre. Anche quando vuoi parlare col Padre o con lo Spirito o con me, comincia con l'unirti a lei. In sua compagnia il tuo raccoglimento sarà più profondo, la tua fede più certa, la tua fiducia più salda, il tuo amore più ardente. Perché alle disposizioni del tuo povero cuore si aggiungeranno quelle perfettissime di tua Madre.

7. Ricorri a Maria in particolar modo quando mi ricevi nel sacramento dell'amore. Pregala allora di farti partecipe della sua fede, della sua speranza, del suo abbandono, della sua carità; pregala di darmi a te e di trasformarti in me.

8. Unisciti a lei nell'azione. Io lavoravo per mia Madre e con mia Madre. Fa' tu pure lo stesso. Offrile ciascuna delle tue occupazioni. Ma non accontentarti di una semplice formula; cerca di fare effettivamente soltanto quello che ella vuole, perché lo vuole e come lo vuole. Bada che i tuoi capricci, le tue tendenze o i tuoi interessi personali non prendano mai il sopravvento su quella intenzione iniziale. Soprattutto nelle occupazioni che potrebbero assorbirti o turbarti, abbi cura di rinunciare ad ogni ricerca di te stesso per agire solo secondo i disegni di Maria. Impara a poco a poco a rinnovare la tua offerta, anche con un semplice sguardo, in mezzo alle tue occupazioni.

9. Unisciti a lei nei vari moti del tuo spirito. Il cuore di mia Madre ed il mio palpitavano sempre in perfetta sintonia: gioie, tristezze, speranze, timori, affetti, tutto era comune tra me e lei. Confida a tua Madre tutto ciò che ti turba o ti commuove. Ella comprende ciò che si agita in fondo al tuo cuore, più di quanto non possa comprenderlo tu stesso. Sei triste? Raccontale i tuoi dispiaceri ed ella ti aiuterà a sopportarli se non li cambierà addirittura in motivi di gioia. Sei felice? Esprimile la tua gioia ed ella l'intensificherà. Ti senti scoraggiato? Confidale i tuoi timori e le tue delusioni ed ella volgerà tutto a tuo vantaggio. Ti è riuscita bene un'impresa? Va a ringraziarla e pregala di renderne duraturi i frutti. Non sai che partito prendere e rimani perplesso? Consultala ed ella ti illuminerà e ti guiderà. Ti trovi senza forza e senza volontà? Va a rinnovare presso di lei le tue energie.

10. Confidale non solo i tuoi sentimenti più profondi, ma anche le semplici impressioni e riflessioni che ti suggeriscono le vicende della vita quotidiana. Non si comporta forse così il bambino con sua madre? e non credi che io agissi allo stesso modo, quando ero accanto alla mia?

11. Nelle tue assidue relazioni con Maria, non occorrono molte parole. Quante volte per comunicare alla madre i sentimenti e i bisogni che provano, i bambini si limitano a guardarla gridando: «Mamma!». E questa comprende perfettamente ciò che essi vogliono. Meglio di qualunque altra madre la mia sapeva che cosa volessi dirle quando la chiamavo così e la guardavo. E il suo sguardo rispondeva al mio. Che gioia infinita era questa per lei e per me! Per esporre a Maria le tue necessità e i tuoi sentimenti, dille semplicemente: «Madre!» e guardala un momento, mettendo in quel nome e in quello sguardo tutto ciò che, secondo il caso, vuoi esprimerle: una protesta d'amore, l'offerta del tuo lavoro, un grido d'angoscia, un ringraziamento, l'espressione della tua gioia o della tua tristezza. E tua Madre comprenderà e risponderà come meglio non si potrebbe alla chiamata di un suo figlio. Ti ho rivelato soltanto una minima parte delle celestiali gioie che un figlio di Maria trova nella unione con sua Madre. Ella stessa ti introdurrà in quel paradiso e te ne mostrerà a misura della tua fedeltà le ineffabili meraviglie.

Invito al colloquio: O Gesù, restare come te, vicino a mia Madre, vivere assiduamente sotto i suoi occhi, guardarla di continuo per essere da lei consolato, incoraggiato e guidato, non è forse il paradiso in terra? Dammi la grazia di vivere sempre in questo paradiso!

IX. ASCOLTA TUA MADRE

Gesù: Fratello mio, hai cominciato a comprendere ciò che ho fatto per mia Madre e ciò che tu stesso devi fare per lei sul mio esempio. Ma non hai ancora compreso tutto ciò che ella ha fatto per me e vuole fare per te. Ella mi ha allevato, come ogni vera Madre alleva il proprio figlio e si è associata alla mia missione redentrice. Ora vuole allevare anche te ed associarti alla sua missione di corredentrice. Ma è giunto il momento di lasciare a lei la parola perché ella stessa ti manifesti i suoi piani. Ascoltala con docilità ed obbediscile con amore, come io le fui sottomesso con amore infinito.

Invito al colloquio: O Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, mio Creatore e mio Fratello, che cosa ti potrò rendere per tutto quello che mi hai dato? Sai che non ho cosa alcuna che mi appartenga salvo il mio nulla ed il mio peccato. Tuttavia, con la tua grazia, posso darti ciò che da me ti aspetti: voglio essere per Maria ciò che per lei sei stato tu stesso; voglio permetterti di continuare ad amarla per mezzo mio. E tu, o Maria, Madre di Dio e Madre mia! Tu mi hai scelto per tuo figlio prediletto; col tuo aiuto sarò per te un altro Gesù. E poiché tu stessa vuoi istruirmi e guidarmi, parla, o Madre, ché il tuo figlio ti ascolta. Comanda tutto ciò che vuoi, ed ottienimi la grazia di eseguire ciò che mi comanderai.