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Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Parte 1 - L'ideale

Padre Emilio Neubert

Parte 1 - L'ideale
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I.«VI HO DATO L'ESEMPIO»

Gesù: Fratello mio, tu ami mia Madre e nell'amarla ti senti felice. Ma sei ancora ben lontano dall'amarla come vorrei. Tu l'ami perché si ama tutto ciò che è puro e bello, ed ella è purezza e bellezza ideale. Tu l'ami perché si amano coloro che sono buoni e premurosi, e nessuno è buono e premuroso come lei. Tu l'ami perché la consideri come tua madre, e ogni figlio ama la propria madre. Tu l'ami perché hai sperimentato il suo amore e hai capito che con lei ti riesce più facile rimanere puro e fervente. Tu l'ami perché hai imparato dai libri e dai predicatori che la devozione verso di lei è il mezzo più facile per assicurarti la salvezza eterna e raggiungere la perfezione; ora tu vuoi salvarti e santificarti.

2. Tutti questi motivi sono buoni e possono ispirarti un tenero affetto verso mia Madre; non possono però costituire il fondamento di quella devozione che io desidero vederti praticare. La devozione verso mia Madre è qualche cosa di così grande, di così benefico, di così gradito a lei e a me, da rendere inadeguato ogni tuo tentativo di praticarla in maniera ordinaria, o alta, o anche altissima: devi cercare la devozione più perfetta possibile.

3. Ebbene, sai qual è la devozione più perfetta verso Maria? Cerca nei libri, consulta i teologi, interroga i santi, domanda il loro segreto ai più insigni servi di Maria che la terra abbia mai conosciuto; non troverai una devozione più perfetta di quella che ti voglio insegnare io: la partecipazione, cioè, alla mia stessa pietà filiale verso mia Madre. La perfezione, per i miei discepoli, non consiste forse nell'essere simili al loro Maestro? Non ho dato loro l'esempio affinché facessero ciò che ho fatto io per primo? Il mio apostolo Paolo non ha ripetuto che per un cristiano tutto sta nell'imitare Cristo, nel rivestirsi di Cristo, nell'assumere i sentimenti di Cristo, nel vivere non più della propria vita, ma della vita stessa di Cristo? Ora dimmi, puoi tu concepire disposizioni più perfette verso mia Madre di quelle che ho avute io stesso?

Invito al colloquio: O Gesù, quale magnifico ideale è questo che mi proponi: partecipare alla tua pietà filiale verso la Madre tua! Ma, povero peccatore qual sono, come potrò raggiungerlo? Come potrò anche solo comprenderlo?

II. SONO FIGLIO DI MARIA PERCHÉ COSI HO VOLUTO

Gesù: Fratello mio, se vuoi comprendere i miei sentimenti di pietà filiale verso Maria, devi comprendere anzitutto che se sono suo figlio è perché così ho voluto. Non ho fatto nulla per forza, né per caso, né senza scopo. Quando decisi di venire a rendere al Padre mio la gloria che gli è dovuta e a salvare l'umanità, una infinità di vie mi si aprivano dinanzi a tutte preferii quella di Maria. Liberamente e deliberatamente creai Maria perché divenisse un giorno mia Madre, così che ella non esisterebbe se non avessi voluto affidarle tale compito; l'ho fatta quale è, affinché a sua volta mi facesse quale sono. Sono suo Figlio in tutta verità: ho voluto essere tratto, come ogni altro figlio, dalla sostanza di mia Madre; ho voluto nutrirmi del suo latte; ho voluto essere curato e allevato da lei; ho voluto esserle sottomesso. Anzi, sono suo Figlio assai più di quanto tu non sia figlio di tua madre, poiché da lei sola ho voluto ricevere tutta la mia umanità. Sono suo Figlio in tutto il mio essere, come Dio e come Uomo, perché colui al quale ella ha dato la vita terrena è una sola e medesima persona col Verbo.

2. Ora sappi che se ho voluto essere suo Figlio, l'ho voluto per amore. Per amore di mio Padre anzitutto, pensando che avrei potuto glorificarlo meglio e che gli uomini lo avrebbero conosciuto ed amato meglio a motivo di lei. Poi per amore della stessa Madre mia, che mi avrebbe dato più gioia di quanta non me ne diano tutti gli angeli e tutti gli uomini insieme. Ma anche per amore degli uomini... e per amore tuo, mio caro fratello.

Invito al colloquio: Ave, verum Corpus natum de Maria virgine!

III. CONTEMPLA E STUPISCI

Gesù: Contempla adesso ciò che il mio amore di Figlio mi ha ispirato per mia Madre. Fin dall'eternità, io penso a lei e l'amo, poiché fin dall'eternità vedo in lei la mia futura Madre. Penso a lei nel creare il cielo coi suoi angeli, penso a lei nel plasmare la terra e gli uomini. Penso a lei nel pronunziare la mia sentenza contro i tuoi progenitori, penso a lei nel rivelarmi ai patriarchi e ai profeti.

2. Per amore di lei, la colmo di privilegi, ognuno dei quali oltrepassa ciò che ho fatto di più grande per tutte le altre creature, e in suo favore sospendo le leggi che colpiscono tutti gli altri uomini. Lei, e lei sola, creo immacolata nella concezione, libera da ogni concupiscenza, esente da ogni imperfezione, piena di grazia più di tutti gli angeli e i santi. Madre di Dio e sempre Vergine, è glorificata anche nel corpo, come me e insieme a me, prima della risurrezione universale.

3. Venuto in terra per riscattare il genere umano, consacro trent'anni della mia vita esclusivamente a lei, e tre anni soltanto al resto dell'umanità.

4. E non contento di renderla partecipe dei miei privilegi e della mia intimità, ho voluto che partecipasse alla stessa missione che il Padre aveva affidato a me. Redentore, ho deciso che fosse Corredentrice insieme con me e che tutto ciò che io meritavo con pieno diritto per la salvezza del mondo ella lo meritasse per una ragione di somma convenienza.

5. Ed anche in cielo ho voluto che mi fosse associata e che, essendo io l'avvocato degli uomini presso il Padre, ella fosse la loro avvocata presso di me, per elargire tutte le grazie che con me ha contribuito a meritare in loro favore. E questo perché in cielo come in terra sono suo Figlio e mi compiaccio infinitamente di ricompensarla, con la mia liberalità, di tutto ciò che ha fatto e sofferto per amor mio.

6. Ascolta ancora: io vivo nella Chiesa, mio corpo mistico animato dal mio Spirito. Ciò che fa la Chiesa, lo faccio io; ciò che la Chiesa fa per mia Madre, lo faccio io stesso per lei. Ora considera quanta venerazione ed amore la Chiesa le ha dimostrato: difendendo e proclamando i suoi privilegi; istituendo feste in suo onore; approvando le associazioni e le famiglie religiose che si propongono di servirla. Contempla la pietà dei suoi figli, dei suoi santi, così devoti tutti della Madre mia, delle anime ferventi sempre pronte a tributarle un culto specialissimo; degli stessi semplici fedeli, così gelosi dell'onore di Maria, così perspicaci - talora più degli stessi sapienti - nel riconoscere i suoi privilegi, così pieni di entusiasmo quando si tratta di darle qualche testimonianza di particolare affetto. Che cos'è tutto ciò se non una manifestazione grandiosa, sia pure ancora assai imperfetta, della mia singolare pietà filiale verso mia Madre? E a quanto ha fatto e farà per Maria sino alla fine dei secoli la Chiesa militante, aggiungi quello che fa per lei durante tutta l'eternità la Chiesa trionfante, poiché io vivo nei santi del cielo molto più che nei fedeli della terra. Cerca di comprendere i sentimenti di riconoscenza, di rispetto e di amore che i beati esprimono senza sosta alla loro Regina e Madre, cui si riconoscono debitori della beatitudine eterna! In essi e per mezzo di essi sono sempre io che onoro e amo mia Madre.

7. Passa in rassegna tutte queste prove della mia pietà filiale, scandaglia ed approfondisci questo abisso di amore; cerca di comprendere quanto più puoi, ma sii persuaso che ciò che sfugge alla tua intelligenza è di gran lunga superiore a quanto con essa riuscirai a comprendere. E poi rifletti: è proprio di questa mia infinita pietà filiale che io voglio renderti partecipe.

Invito al colloquio: O Gesù, in passato, sentendomi così felice nell'amare la Madre tua, credevo di riuscire a raffigurarmi in qualche modo quale potesse essere il tuo immenso amore per lei; ma ora vedo che esso è decisamente superiore ad ogni possibile umana immaginazione. Sarà senza dubbio una delle maggiori nostre soddisfazioni in Paradiso il poterlo contemplare ed ammirare per tutta l'eternità, senza mal riuscire a vederne i limiti. Ma come potrò ricopiare in me una tale pietà filiale?

IV. MIA MADRE, MADRE TUA

Gesù: Fratello mio, non puoi veramente imitare la mia pietà filiale verso Maria se non sei, come me, suo figlio. Ma sai veramente fino a qual punto sei figlio di Maria? Molti cristiani credono di saperlo, e infatti chiamano Maria loro madre. Eppure la maggior parte di essi hanno della sua maternità un'idea assai imperfetta: amano Maria «come se» ella fosse loro madre. Ora, che cosa ti risponderebbe colei che ti ha partorito, se le dicessi: «Ti amo come se fossi mia madre»? Non sono pochi coloro che ritengono Maria loro madre unicamente per effetto di quella parola che pronunziai prima di spirare, quando, vedendo mia Madre ai piedi della croce, e accanto a lei il discepolo prediletto, le dissi: «Donna ecco tuo figlio», e a Giovanni: «Ecco tua madre». Senza dubbio la mia parola avrebbe potuto affidare a Maria una missione materna e creare in lei disposizioni simili a quelle di una madre; ma se la sua maternità fosse il frutto di quella parola soltanto, si tratterebbe di una maternità puramente adottiva. Ora invece devi comprendere che Maria è tua «vera» Madre nell'ordine soprannaturale come ti è madre nell'ordine della natura colei che ti ha messo al mondo.

2. Madre è la donna che dà la vita. Ora Maria ti ha dato la vita per eccellenza. Te l'ha data a Nazareth, sul Calvario e al tuo Battesimo. A «Nazareth» ti ha concepito concependo me. Maria infatti sapeva che rispondendo a Gabriele con un «sì» o con un «no» ti avrebbe dato la vita o ti avrebbe lasciato nella morte; rispose con un «sì» perché tu vivessi. Consentendo a dare la vita a me, consentiva a darla anche a te. Diventando mia Madre, diventava Madre tua. Da quel momento nei suoi disegni, come già nei piani di Dio (che ella peraltro conosceva e ai quali aderiva con tutte le forze), tu facevi parte del mio corpo mistico. Il capo ne ero io, ma tu ne eri membro. Così, sebbene in modo diverso, Maria ci portava entrambi nel suo seno materno, poiché i membri e il capo formano una realtà inscindibile.

3. Sul «Calvario» ella ti ha partorito, offrendomi in sacrificio per te. La tua liberazione dal peccato e dalla morte fu consumata soltanto sul Golgota, dove, «distruggendo colui che reggeva l'impero della morte», ti meritai con la mia morte la grazia di vivere della mia stessa vita. Ora io feci tutto questo in unione con Maria. Ella che mi aveva concepito quale vittima e mi aveva nutrito ed allevato in previsione del sacrificio, nel momento supremo mi offrì al Padre per la tua salvezza, rinunziando in tuo favore ai suoi diritti materni su di me. E colei che, sempre vergine, non ebbe altro che gioia dalla nascita del suo primogenito, vi partorì, te e i tuoi fratelli, nel più crudo dolore.

4. In quell'ora ebbe effettivamente compimento la sua maternità a tuo riguardo; ed è appunto ciò che volli proclamare e rendere noto, affidando Maria a Giovanni e Giovanni a Maria. La mia parola, in altri termini, non creava tale maternità, ma la promulgava, la confermava e la completava nell'ora più solenne della mia vita, nell'ora in cui mia Madre, divenuta pienamente Madre tua, era meglio in grado di comprendere la sua missione materna.

5. Al «Battesimo» Maria ti ha dato la vita non più solo di diritto, come sul Calvario, ma di fatto. Tua madre terrena aveva dato alla luce, per così dire, un bambino nato morto. Perché tu giungessi alla vita, si richiedeva che la grazia santificante ti fosse infusa al fonte battesimale. Ora, questa grazia santificante te l'ha ottenuta Maria, la dispensatrice di tutte le grazie. Quando da figlio dell'ira sei diventato figlio di Dio, è stata Maria a partorirti alla vita divina.

6. Comprendi ora che col farti partecipe della vita di Dio Maria ti è «veramente» Madre nell'ordine soprannaturale, come colei che ti ha dato la vita terrena è veramente tua madre secondo la natura? Anzi, Maria ti è molto più Madre ancora! Anzitutto per il modo in cui ti dà la vita. Per partorirti ella ha dato incomparabilmente più di quanto non abbia dato la madre tua terrena: le sei costato dolori indicibili, nonché la vita di colui che le era infinitamente più caro della propria vita. Inoltre ella continua, per tutto il corso della tua esistenza, ad occuparsi di te, mentre le madri terrene si curano dei loro figli solo finché non giungono all'età adulta. Tu sarai sempre il suo «bimbetto che partorirà continuamente finché Cristo non sia formato in te». E se per disgrazia ti accadesse di perdere la vita soprannaturale, a differenza delle madri terrene alle quali altro non resta che piangere impotenti sul corpicino esangue di un figlio, Maria potrebbe ridartela. E poi, per quanto tu sia imperfetto ed ingrato, ella ti ama di un amore che vince per intensità e purezza l'amore di tutte le madri per i loro figli.

7. Infine Maria ti è Madre più di ogni altra soprattutto per la natura stessa della vita che ti ha dato. Non si tratta infatti di una vita effimera come la vita terrena, ma di una vita senza fine; non di una vita mista di imperfezioni e di dolori come la presente, ma di una vita incomparabilmente beata; non di una vita creata, umana o angelica, ma - intendilo bene - di una partecipazione alla vita increata, alla vita stessa di Dio, alla vita della Santissima Trinità. Si tratta dunque di una vita che non avrà mai fine e che sarà essenzialmente beata, perché parteciperà dell'eternità e della beatitudine stessa di Dio. Quale maternità umana potrebbe reggere il confronto con una simile maternità? Ora Maria è tua vera Madre, e Madre tanto perfetta, perché è Madre mia. E tu sei mio fratello, mio fratello infinitamente caro, perché mio Padre è Padre tuo, e mia Madre, Madre tua.

Invito al colloquio: O Gesù, sinceramente non sapevo fino a qual punto Maria fosse mia Madre! Quanto la sento ora più vicina a me! Dunque, colei che è veramente tua Madre è anche veramente Madre mia, ed io sono veramente suo Figlio! Grazie, o Gesù, grazie per questo incomparabile dono.

V.TU AMI MARIA. MA CHI L'AMA NON SEI TU: SONO IO CHE L'AMO IN TE

Gesù: Fratello mio, poiché la mia vita è vita tua e la Madre mia Madre tua, ti è facile imitare la mia pietà filiale verso di lei. Non devi imitarmi solamente come un discepolo imita il maestro, o come un cristiano in terra imita il suo celeste patrono. Io sono per te più che un modello posto davanti agli occhi; sono un principio interno di vita.

2. Tu vivi di me. Le mie disposizioni devono diventare le tue. Io sono il ceppo della vite, di cui tu sei un tralcio; la medesima linfa circola nel ceppo e nei tralci. Io sono il capo e tu un membro del mio corpo mistico; nel capo come nelle membra scorre il medesimo sangue. Quando sei puro, io sono puro in te; quando sei paziente, io sono paziente in te; quando pratichi la carità, sono io che la pratico in te; tu vivi, ma in realtà sono io che vivo in te; tu ami mia Madre, ma sono io ad amarla in te. Comprendi ora perché godi tanto nell'amare Maria? Sono io che in te gioisco nell'amarla.

3. Tu partecipi alla mia vita; manca però ancora molto perché la mia vita in te sia perfetta. Se lo fosse, penseresti, sentiresti, vorresti e agiresti in ogni cosa come me. Sono ancora troppi gli ostacoli che tu frapponi al libero esercizio della mia attività in te. Troppo spesso tu mi condizioni come la cella condiziona un carcerato. Ti è necessario rimuovere questi ostacoli. Bisogna che con sforzi generosi arrivi a pensare i miei pensieri, a volere i miei voleri; bisogna che completi ciò che manca alla mia vita in te. Tu partecipi alla mia pietà filiale verso mia Madre; ma questa mia pietà filiale verso di lei è ben lontana dall'essere perfetta in te. Ti è necessario rimuovere gli ostacoli, per giungere, non senza sforzi generosi, ad assumere verso la Madre mia i miei stessi pensieri, i miei sentimenti, i miei voleri, la mia attività. Bisogna che tu completi quello che in te manca alla mia pietà filiale verso mia Madre.

4. Cominci ad intuire, almeno in parte, ciò che cerco di rivelarti riguardo alla tua devozione verso Maria? Si tratta per te di amare mia Madre perché io stesso la amo; si tratta di amarla come io stesso la amo; si tratta di amarla con lo stesso amore con il quale io la amo.

Invito al colloquio: O Jesu dulcis, o Jesu pie, O Jesu fili Mariae!