CAPITOLO XVI: AMORE DEL SIGNORE PER L' ANIMA DELLA BEATA SUOR METILDE.
Santa Matilde di Hackeborn

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Nel trentesimo giorno, quella persona vedendo ancora l'anima di Metilde di beata memoria, l'interrogò in merito alla sua gloria.
La
Beata rispose: “Il mio merito e la mia gloria! L'occhio non li ha
visti, l'orecchio non li ha uditi, il cuore dell'uomo non li ha
compresi”.
A tali parole, quella persona fu rattristata, ma per
consolarla l'anima beata le disse: “Non affliggerti, sorella carissima;
quando un bambino vuole abbracciare il padre suo e non lo può fare per
la sua piccola statura, il padre tenero e compassionevole si china
finché il bambino possa gettargli le braccia al collo e baciarlo. Così
il dolce Signore si degna di chinarsi verso l'anima che lo ama e con
paragoni rivelarle gli invisibili ed ineffabili segreti del cielo.
“Venni
dunque trasportata nella Divinità, unita alla Divinità, in tal modo che
sono, per così dire, potente della sua potenza, sapiente della sua
sapienza, buona della sua bontà, arricchita, insomma, di, tutti quei
beni che sono in Dio.
“Perciò tutto quanto avei:e fatto per me in
questi trenta giorni, preghiere, azioni di grazie ed altre opere buone,
tutto dal Signore, tutto assolutamente è stato gradito come se l'aveste
fatto per Lui medesimo ed Egli ha esaudito le vostre preci secondo il
beneplacito. della sua volontà.
“Sappiate pure che tutte le preghiere
che faceste con divozione e fiducia presso la tomba della sorella mia
diletta) saranno esaudite: che se l'oggetto della vostra domanda non
sarà per il vostro bene, la clemente bontà di Dio lo cambierà in un
altro per voi migliore e più utile”.
Quella persona, le disse ancora: “Tutte le anime degli eletti hanno esse con Dio quella beata unione di cui avete detto?”
“Certo,
rispose la Beata: ma vi è una differenza fondata sul grado dei meriti:
le une sono superiori nella liberalità, altre nella conoscenza, e così
del rimanente”.