CAPITOLO XI: È UTILE NELLA MESSA PRESENTARE COME OFFERTA, PER LE ANIME, I MERITI DI GESÙ CRISTO E DEI SANTI
Santa Matilde di Hackeborn

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Durante la messa seguente, la Santa apparve come rinchiusa nel divin
Cuore, usando di questo Cuore come di una lira di cui toccava quattro
corde, dalle quali emanava una deliziosa melodia a quattro parti: canto
di lode, di azioni di grazie, di tenero lamento e di preghiera. In
questo modo suppliva alle négligenze di quelli che in quel momento
cantavano le sue esequie ed anche di quelli che su la terra avrebbero
avuto piacere di celebrarle, se avessero conosciuto i doni gratuiti che
Dio aveva depositati nell'anima sua.
All'offertorio le venne
domandato che cosa le avesse ottenuto quell'offerta dei meriti di Gesù
Cristo e dei Santi, come ella faceva per le anime a questo punto della
messa. Per tutta risposta, la Beata s'inchinò e sembrò inviar giù delle
ceste ripiene di scatolette ch'ella presentava alle anime detenute in
varii luoghi di pena. Con grande letizia ogni anima prendeva la sua
scatoletta e non appena l'aveva aperta, che liberata da ogni pena, se ne
andava in un luogo di ameno riposo.
Le ceste che scendevano presso
le anime significavano le virtù di Metilde; le scatolette indicavano le
medesime virtù messe in atto; per esempio: l'umiltà effettiva, la bontà,
la compassione ed altre simili.
Poiché Metilde mandava ogni cesta in
qualche luogo particolare del purgatorio, le anime che vi si trovavano
detenute e che, su la terra, avevano praticato qualche cosa di quella
virtù speciale, partecipavano ai meriti della Santa e tosto dalla pena
passavano alla felicità.
In tal modo, per mettere il colmo al gaudio
ed alla gloria della sua diletta, il Signore portò ai portici del
Paradiso una moltitudine di anime. Quelle poi che, non avendo ancora
soddisfatto interamente la divina giustizia, non potevano riunirsi coi
cittadini del cielo, vennero per divina degnazione ammesse nelle amene
regioni di un beato riposo.