CAPITOLO IX: DELLA GIOIA E DELL' AUMENTO DEI MERITI DEI SANTI
Santa Matilde di Hackeborn

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Mentre si faceva la ordinaria commemorazione per la defunta, il Signore
comparve seduto nella Maestà della, sua gloria, ricolmando di dolci
carezze quell’anima beata che riposava nel suo seno.
Mentre si
recitava il Subvenite, Sancti Dei etc., gli Angeli si alzarono con gran
riverenza. Non avevano più. ormai da ricevere l'anima di Metilde, poiché
Dio l'aveva già accolta con tanto onore e con tanta magnificenza; ma
piegarono il ginocchio davanti al Signore, come fanno i Principi,
davanti all'Imperatore che li investe del loro feudo. Poi ricevettero i
loro meriti che il giorno prima avevano offerto per accrescere quelli
della diletta di Cristo; ma questi meriti venivano loro resi
raddoppiati, per così dire o meravigliosamente rialzati dall'uso che
Metilde ne aveva fatto. I Santi avevano fatto la medesima offerta quando
nelle Litanie era stato invocato il loro nome.
Quella che aveva
questa visione pregò quell'anima di ottenere a ciascuno dei suoi
particolari amici ciò che gli mancasse, per quel sentimento di affezione
ch'ella aveva avuto per loro in questo mondo.
L'anima rispose:
“Adesso, nella luce della verità riconosco chiaramente che la mia
tenerezza per quelli che amavo su la terra a paragone dei sentimenti da
cui verso di loro è animato il divin Cuore è appena come una goccia
d'acqua rispetto all'Oceano. Veggo pure l'incomprensibile, ma
sapientissima ragione per la quale Dio lascia che l'uomo conservi certi
difetti che l'umiliano e lo esercitano, ma lo, fanno progredire ogni
giorno più nella via della salvezza. Non avrei dunque il minimo pensiero
di cambiare un iota a ciò che dalla onnipotente sapienza e dalla bontà
sapientissima del mio dolcissimo e diletto Signore viene decretato per
ciascuno, secondo il divino beneplacito. Di fronte alle disposizioni
così bene ordinate dalla divina misericordia, non posso che effondermi
in lodi ed azioni di grazie”.