CAPITOLO III: DEL GRANDE FERVORE DEL SUO ZELO PER TUTTI GLI UOMINI
Santa Matilde di Hackeborn

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Era dunque vicina per Metilde l'ora felice in cui il Signore aveva
decretato di dare alla sua eletta, dopo tante sofferenze nelle malattie,
il sonno tranquillo dell'eterno riposo.
Nella feria terza73, vigilia
di santa Elisabetta, prima di Nona74 si vide chiaramente che entrava in
agonia. La Comunità, devotamente radunata, aspettava con tristezza la
partenza di questa dilettissima sorella, e l'assisteva con le sue
preghiere.
Una delle suore, rapita in un ardente trasporto di
divozione, vide l'anima di lei sotto la forma di un'elegante giovinetta
che stava davanti al Signore e respirava attraverso l'apertura della
sacratissima piaga del dolcissimo Cuore di Lui. Il divin Cuore, sotto
l'impulso della sua bontà e della sua illimitata tenerezza, ad ogni
respiro che riceveva, versava i flutti di grazia di cui traboccava,
sopra tutta la Chiesa e in modo speciale sopra gli astanti.
Quella
che vedeva queste cose conobbe che ciò avveniva perché la beata inferma,
per dono di Dio, si era sempre con divota intenzione conservata piena
di fervente zelo per il bene di tutti, vivi e morti.
Il Signore, in virtù dei meriti di lei fece allora una larga distribuzione dei doni della sua grazia.