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Martedi, 13 maggio 2025 - Beata Vergine Maria di Fatima ( Letture di oggi)

CAPITOLO XIX: COME DIO RIEMPIE L'ANIMA DEL GIUSTO CHE LASCIA IL SUO CORPO

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XIX: COME DIO RIEMPIE L'ANIMA DEL GIUSTO CHE LASCIA IL SUO CORPO
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Quando l'anima esce dal suo corpo se è libera da ogni peccato così da poter subito entrare in cielo, nell'istante medesimo Dio la penetra con la sua virtù divina, tutta la riempie e prende un tal possesso dei suoi sensi che Egli diventa l'occhio per il quale l'anima vede, la luce per la quale vede, e la bellezza ch'essa vede. In tal modo, in una maniera meravigliosa e sommamente deliziosa, Dio nell'anima e con l'anima contempla sé medesimo e l'anima e tutti i Santi.
Egli è l'udito per il quale l'anima sente le parole di Dio piene di dolcezza ed amorevoli come la più materna tenerezza, e insieme la soave armonia di Dio e di tutti i Santi.
Parimenti in Dio l'anima sente e respira il soffio vivente e divino dei più soavi aromi, il quale da Lui emana e la vivifica per l'eternità.
Dio è il gustò dell'anima, per il quale Egli gusta nella medesima la dolcezza dì sé stesso.
Dio è ancora la voce e la lingua dell'anima, poiché nel modo più completo e più sublime loda sé medesimo nell'anima e per mezzo dell'anima.
Dio è pure il cuore dell'anima per rallegrarla e rapida, godendo Egli medesimo, nell'anima e con l'anima, delle proprie inèbrianti delizie.
Di più, Dio è la vita dell'anima in maniera che ogni azione dell'anima sembra fatta da Dio in lei.
Così nei Santi si trova adempito questo detto: Dio sarà tutto in tutti60. Le anime che non sono ancora purificate, dagli angeli ricevono la luce della conoscenza, l'assistenza e la consolazione nelle loro pene.

Le anime dei dannati, all'uscire dal loro corpo, sono invase dalle tenebre, dall'orrore, dal fetore, dall'amarezza, dalla pena intollerabile, dall'inesprimibile tristezza, dalla disperazione e dalla miseria infinita. Sono in sé medesime talmente corrotte e prive di ogni bene che, quantunque non avessero a cadere nell'inferno e nel potere del demonio, i tanti mali di cui sono in sé stesse ripiene sarebbero già una tortura sufficiente, perché fossero per sempre misere, infelici ed assolutamente prive di qualunque divino conforto.