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Mercoledi, 14 maggio 2025 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO XIV: L'ANIMA DEL CONTE B.

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XIV: L'ANIMA DEL CONTE B.
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Nell'anniversario del Conte B. (di cui sopra), la Madre badessa disse a Metilde di pregare per conoscere qualche cosa intorno allo stato del padre suo. Ma la Serva di Cristo non voleva assecondarne il desiderio, perché non richiedeva quasi mai nessuna rivelazione e preferiva rimettersene alla volontà del Signore.
Durante la messa, il Signore le disse:
“Perché non adempi la tua obbedienza?” Ella rispose: “Ma io non avevo considerato quella domanda come un ordine”. Il Signore continuò: “Fa' come ho fatto io: mio Padre mi ha comandato, e sono disceso sulla terra”.
Da tali parole Metilde intese che il Signor Gesù, nell'uscire dal seno del Padre suo, si era umiliato davanti a Lui con sì grande riverenza e sommissione come mai nessun figlio davanti al proprio padre, né servitore davanti al padrone. Infatti, Egli era pronto a portare i carichi, le miserie ed i travagli di tutti gli uomini, e a supplire a tutte le loro incapacità.
Avuta questa illuminazione, Metilde disse al Signore: “Mio Dio, esaudite il desiderio della vostra Serva”. E d'un tratto vide davanti al Signore il detto Conte rivestito - di un abito verde, con un magnifico cinto tutto brillante di cui le estremità gli scendevano sino ai piedi. Il color verde significava l'eternità sempre nuova e rinascente; e il cinto la fede cattolica che. quel Conte aveva sempre conservata ferma, invincibile ed arricchita di opere buone.
Sul petto egli portava pure un gioiello damaschino che lo copriva dal collo sino alla cintura. In questo gioiello erano rappresentate tutte le sue virtù e le sue opere buone; vi si distinguevano soprattutto l'umiltà che lo aveva reso sottomesso anche alla sua sposa, poi la tenerezza del cuore per la quale si era dimostrato accessibile e benevolo verso tutti, la misericordia per i poveri e gli indigenti, infine la profonda divozione con la quale aveva offerto a Dio la sua figlia.
Metilde disse inoltre al Signore: “Mio Signore, per quella suprema Carità che vi indusse ad assumere il carico di tutti gli uomini onde supplire a tutto ciò che ci manca, e vi rese obbediente sino alla morte, vi prego di rendere grazie al Padre perché avete voluto adempiere la mia obbedienza”.
Il Signore rispose: “Come ho obbedito al Padre mio, così obbedisco ancora a tutti quelli che per amore stanno sommessi a tutti i loro Superiori e reprimono la propria volontà; dopo questa vita godranno in me di una libertà speciale e di eterne delizie. Ed io, scambievolmente, voglio pure godere in essi particolari delizie onde manifestare a tutti i cittadini del cielo quanto mi sia gradito chi, per una vera obbedienza, sacrifica la propria volontà”.