CAPITOLO XIV: L'ANIMA DEL CONTE B.
Santa Matilde di Hackeborn

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Nell'anniversario del Conte B. (di cui sopra), la Madre badessa disse a
Metilde di pregare per conoscere qualche cosa intorno allo stato del
padre suo. Ma la Serva di Cristo non voleva assecondarne il desiderio,
perché non richiedeva quasi mai nessuna rivelazione e preferiva
rimettersene alla volontà del Signore.
Durante la messa, il Signore le disse:
“Perché
non adempi la tua obbedienza?” Ella rispose: “Ma io non avevo
considerato quella domanda come un ordine”. Il Signore continuò: “Fa'
come ho fatto io: mio Padre mi ha comandato, e sono disceso sulla
terra”.
Da tali parole Metilde intese che il Signor Gesù, nell'uscire
dal seno del Padre suo, si era umiliato davanti a Lui con sì grande
riverenza e sommissione come mai nessun figlio davanti al proprio padre,
né servitore davanti al padrone. Infatti, Egli era pronto a portare i
carichi, le miserie ed i travagli di tutti gli uomini, e a supplire a
tutte le loro incapacità.
Avuta questa illuminazione, Metilde disse
al Signore: “Mio Dio, esaudite il desiderio della vostra Serva”. E d'un
tratto vide davanti al Signore il detto Conte rivestito - di un abito
verde, con un magnifico cinto tutto brillante di cui le estremità gli
scendevano sino ai piedi. Il color verde significava l'eternità sempre
nuova e rinascente; e il cinto la fede cattolica che. quel Conte aveva
sempre conservata ferma, invincibile ed arricchita di opere buone.
Sul
petto egli portava pure un gioiello damaschino che lo copriva dal collo
sino alla cintura. In questo gioiello erano rappresentate tutte le sue
virtù e le sue opere buone; vi si distinguevano soprattutto l'umiltà che
lo aveva reso sottomesso anche alla sua sposa, poi la tenerezza del
cuore per la quale si era dimostrato accessibile e benevolo verso tutti,
la misericordia per i poveri e gli indigenti, infine la profonda
divozione con la quale aveva offerto a Dio la sua figlia.
Metilde
disse inoltre al Signore: “Mio Signore, per quella suprema Carità che vi
indusse ad assumere il carico di tutti gli uomini onde supplire a tutto
ciò che ci manca, e vi rese obbediente sino alla morte, vi prego di
rendere grazie al Padre perché avete voluto adempiere la mia
obbedienza”.
Il Signore rispose: “Come ho obbedito al Padre mio, così
obbedisco ancora a tutti quelli che per amore stanno sommessi a tutti i
loro Superiori e reprimono la propria volontà; dopo questa vita
godranno in me di una libertà speciale e di eterne delizie. Ed io,
scambievolmente, voglio pure godere in essi particolari delizie onde
manifestare a tutti i cittadini del cielo quanto mi sia gradito chi, per
una vera obbedienza, sacrifica la propria volontà”.