Scrutatio

Sabato, 24 maggio 2025 - Maria Ausiliatrice ( Letture di oggi)

CAPITOLO XII: DELL'ANIMA DI UNA FANCIULLA (E. D'ORLAMUNDO)

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XII: DELL'ANIMA DI UNA FANCIULLA (E. D'ORLAMUNDO)
font righe continue visite 178

Una signora, prima ancora di diventar madre, aveva fatto a Dio la promessa che, se le avesse dato una bambina, l'avrebbe consacrata al Signore e data a Cristo in isposa. Nacque la bambina, ma morì nel secondo anno della sua età.
Metilde ne vide l'anima sotto la forma di una bellissima vergine, rivestita d'una tunica vermiglia e d'un manto d'oro adorno di bianchissimi gigli e le disse: “Donde a te tanta gloria?”
La defunta rispose: “Il Signore nella sua bontà me l'ha donata. Questa tunica vermiglia significa che ero naturalmente dotata di un cuore amante; questo manto d'oro indica l'abito religioso, il quale dal Signore mi è stato dato perché mia madre mi aveva destinata al chiostro. Orbene, tutto ciò di cui il Signore mi avrebbe arricchita se avessi praticata la perfezione religiosa, me lo concede adesso per un effetto della sua liberalità: anzi mi attribuisce come un merito particolare, l'essere stata a Lui consacrata fin dal seno di mia madre”.
E come queste parole causavano alla Serva di Cristo una grande sorpresa, il Signore le disse: “Di che ti meravigli? Ho accettato la volontà formale della madre come se avesse avuto il suo effetto ed ho attribuito alla bambina come eterna ricompensa tutti i beni che la sua madre aveva desiderati per lei”.
Metilde fece pure questa domanda: “Ma perché, o mio Diletto, l'avete così presto tolta dal mondo?”
Il Signore rispose: “Era tanto amabile che non era conveniente per lei stare su la terra. Di più, suo padre dopo la morte della sua primogenita avrebbe revocato il voto della madre e l'avrebbe ritenuta nel secolo”.
Pregando per un altro defunto, Metilde udì il Signore che gli diceva: “Dal midollo del mio Cuore bevi il gaudio, per parte di tutti quelli che pregano per te”.