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Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO XI: DELL'ANIMA DI UN ALTRO CONTE BERNARDO MORTO IN ETÀ DI DICIANNOVE ANNI

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XI: DELL'ANIMA DI UN ALTRO CONTE BERNARDO MORTO IN ETÀ DI DICIANNOVE ANNI
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L'indomani del giorno in cui morì il Conte Bernardo di felice memoria, questa divota vergine, stando in orazione, lo vide prostrato ai piedi del Signore, nell’atto di versare abbondanti lacrime, perché negli ultimi momenti si era pentito per timore piuttosto che per amore di Dio. Egli piangeva pure perché non aveva mai-versato lagrime d'amore. Metilde compresa da compassione per una tale tristezza, pregò il Signore che volesse dare a quest'anima come rimedio e supplemento. tutte le lagrime che il suo innocente amore gli aveva fatto versare su la terra. Il Signore si degnò di esaudire questa prece, e il defunto ne provò gran sollievo.
Ma Metilde disse al Signore: “Perché l'avete voi tolto, o mio Signore, con una morte prematura, mentre avendo uno spirito così buono e devoto, avrebbe fatto tanto bene se fosse vissuto più a lungo?
“Non sai, rispose il Signore, che le opere buone fatte in istato di peccato mortale noli hanno nessun valore?”
Ella ripigliò: “E che. serve adunque che ora egli sia lodato dagli uomini per la sua bontà, per le sue qualità e per i suoi modi eleganti?”
Il Signore disse: “Ogni volta che gli uomini su la terra lodandomi celebrano l'innocenza della sua vita, tutti i Santi mi rendono un particolare maggiore per le, virtù naturali di cui avevo ornato l'anima sua.
“Più, quest'anima medesima. quantunque non ancora beatificata, ogni volta che su la terra si dice del bene di lei, con allegrezza celebra le mie lodi”.
Nella messa dell'ottavo giorno, celebrata per il defunto nella cappella in cui era sepolto, Metilde vide il Signore rivolto verso il sacerdote che leggeva il Vangelo; e tutte le parole del Signore riferite in quel Vangelo passavano attraverso il sacerdote come risplendènti raggi.
Il Signore disse a Metilde: “Tutte le parole che pronunciai su la terra hanno conservato la loro efficacia, ed operano ancora in quelli che le ripetono con divozione le meraviglie che operarono nell'uscire dalle mie divine labbra. Le mie parole non passano come le parole degli uomini: ma come io sono eterno, anche le parole mie hanno un effetto eterno”.
Mentre si cantava l'offertorio il Signore disse: “Le offerte dei fedeli che il Sacerdote riceve. e lietamente mi offre, non già per amore del denaro ma semplicemente per la salvezza delle anime, sono per loro di un gran profitto”.
Metilde vide allora il defunto girare intorno all'altare cantando: “Io so, o Signore che mi avete dato alla morte per salvezza, gaudio e consolazione dell'anima mia”; e gli disse: “Chi dunque ti ha insegnato a cantare?”
L'anima rispose: “Io so tutto quello che concerne la lode del mio Creatore”.
“Soffri tu qualche pena?”
“Nessuna, rispose l'anima, se non che non godo ancora la visione dell'amabilissimo mio Dio, mentre brucio dalla brama di contemplarlo. Quando pure tutti i desiderii che furono nel cuore dell'uomo si trovassero riuniti in un cuor solo, sarebbero nulla a confronto del desiderio di cui ardo”.
Metilde continuò: “Come ciò può essere vero, poiché molti Santi sospirarono verso Dio con gemiti inenarrabili?”
“Finché l'anima è aggravata dal peso della carne, ripigliò il defunto, le necessità del corpo le sono continuamente di impedimento. Mangiare, dormire, lavorare, conversare con gli uomini, sono cose per le quali l'anima non può giammai con tale e tanto desiderio infiammarsi, come quando liberata dal carcere della carne e da ogni umano impedimento, sospira verso il Creatore”.
Tre mesi dopo la sua morte, il detto Conte apparve ancora a quella vergine di Cristo. L'anima sua veniva condotta da due giovani risplendenti di luce e pareva vestita di una tunica grigia e di sopra aveva un abito antico di lino che aveva la forma delle vesti militari. Quella vergine gli disse: “Perché sei vestito ancora come nel secolo?”
Egli rispose: “Mia madre ha fatto delle mie vesti un uso così buono e a me così gradito ch'io perciò comparisco di quelle ancora vestito”.
“Non ha forse fatto buon uso di tutto ciò che ti apparteneva?” continuò Metilde.
“Sì, rispose il defunto, di tutto ha disposto bene, ma più utilmente delle mie vesti; perciò mi ha procurato con quelle una particolare soddisfazione e ti prego di rendere grazie a lei ed ai miei parenti ed amici, perché si sono comportati verso di me con tanta benevolenza”.
“Ma non è per te di impedimento, che i tuoi parenti tanto piangano per te?
- No, desidero soltanto che sappiano il bene che Dio ha fatto all'anima mia col ritirarmi dal mondo”.
“Perché porti tu questa tunica grigia?”
“Perché nell'ultimo estremo, dopo aver ricevuto il Corpo del Signore, con piena volontà proposi che se avessi ricuperato la sanità mi sarei fatto soldato di Cristo”.
“Godi tu la dignità riservata alle Vergini?”
“Sì, ma non nella sua perfezione, perché i consigli dei cattivi inclinarono i miei desiderii e la mia volontà verso le cose terrene, e l'anima mia ne contrasse qualche macchia”.
“E che cosa ti ha giovato di più per liberarti?”
“Le messe celebra te per me, le elemosine e l'orazione pura”.
“Che cosa intendi tu per orazione pura?”
“Quella che proviene dal cuore mondo dal peccato, o almeno da un cuore il quale avendo pur coscienza di aver peccato, si propone di purificarsi. Una preghiera offerta in tal modo, scorre nel divin Cuore come acqua purissima e vi opera meraviglie: ma la preghiera del peccatore non sale se non come acqua torbida”.
“Chi ti ha insegnato queste cose?”
“Tutto quanto vogliamo sapere, Dio ce lo insegna”.
“E chi sono questi giovani che ti accompagnano?”
“Uno è l'Angelo cui il Signore mi aveva affidato su la terra, rispose l'anima, l'altro appartiene al coro nel quale devo essere condotto”.