CAPITOLO VIII: DELL'ANIMA DI FRA H. DE PLAUEN
Santa Matilde di Hackeborn

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Avendo un religioso raccomandato alla Santa di pregare per l'anima di un
altro religioso, ella non si affrettò tanto di farlo; ma un giorno,
stando in orazione, ebbe l'ispirazione di pregare per quell'anima. Vi si
rifiutava ancora, mai! Signore con una certa severità le disse: “Così
non potrò soddisfare per mezzo tuo il desiderio del mio amore!”.
Poi,
prendendola per mano, le disse: Vieni e ti condurrò nel tabernacolo
ammirabile, sin nella mia casa (Ps., XLI, 5). E subito la Santa venne
rapita al cielo dove vide l'anima di quel frate come in piedi davanti al
Signore; cinque raggi usciti dal divi n Cuore vennero ad ornarla
meravigliosamente.
Il primo raggio entrò nei suoi occhi, per
significare quella conoscenza oltremodo deliziosa per la quale i Beati
senza intermissione contemplano: Dio nella Divinità. Il secondo gli
penetrò nelle orecchie per indicare il gaudio che provano per le parole e
le salutazioni così piene di tenerezze e di dolcezza che eternamente
sentono dalla bocca di Dio. Il terzo raggio gli riempì la bocca, per
significare la lode ineffabile che incessantemente i beati rivalgono a
Dio. Il quarto riempì il suo cuore, per manifestare la soavità, la
gioia, e le ineffabili delizie che sentono nel lasciarsi investire dalla
voluttà divina. Il quinto rivestì ed illuminò tutte le sue membra di
uno splendore indicibile, per significare che il suo corpo con tutte le
sue forze era stato votato alle. opere buone ed alla pratica delle
virtù.
Egli inoltre portava in capo una corona, le cui finissime
cesellature rappresentavano la Passione del Signore; la Santa ne dedusse
che il. defunto aveva avuto una particolare divozione a questo mistero.
Compresa
d'ammirazione, Metilde disse al Signore: “Dolcissimo mio Dio, perché
avete così presto tolto quest'anima da questo mondo, dove molti
avrebbero approfittato delle sue parole e dei suoi esempi?”
Il
Signore rispose: “Vi fui costretto dal suo violento desiderio; perché a
guisa di un bambino slattato dal seno di sua madre, l'anima sua si era
tutta attaccata a me e meritò di possedere il suo riposo in me. Doveva
essere tanto elevata nella dignità e nella gloria, perciò la sua
ammissione ebbe qualche dilazione; ma durante tale attesa, la feci
riposare sul mio seno”. La Santa ripigliò: “Amabilissimo Signore, quanto
tempo durò questa dilazione?” Egli rispose: “Il tempo di una mattinata,
finché l'amore non ebbe compiuto per lei ciò che io avevo decretato da
tutta l'eternità”.