Scrutatio

Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO VI: DI UNA SUORA INFERMA

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO VI: DI UNA SUORA INFERMA
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Una suora che in tutti i giorni della sua vita aveva devotamente servito Dio nella santa Religione, cadde ammalata. Metilde, mentre invocava il Signore per lei, ne vide l'anima come inginocchiata davanti al Signore, il quale le mostrava le sue rosseggianti piaghe, e quella le salutava con la seguente preghiera che la Santa non conosceva: O salutari piaghe del mio carissimo amante Gesù Cristo, Salvete, Salvete! Salvete nella onnipotenza del Padre che vi ha volute, nella sapienza del Figlio che vi ha sofferte; nella benignità dello Spirito Santo che, per mezzo di Voi, ha compiuto l'opera della nostra redenzione!58
Mentre quella suora stava per ricevere l'estrema Unzione e la Comunità si era radunata attorno al suo letto, Metilde vide due angeli che portavano ciascuno una vaschetta piena d'acqua; questa significava la misericordia e la verità, nelle quali l'anima doveva lavarsi da ogni macchia, secondo queste parole: La misericordia e la verità cammineranno davanti alla vostra faccia. (Ps.; LXXXVIII, 15).
Vennero ancora quattro Angeli, i quali sospesero sopra il letto un drappo rosso, per simboleggiare il merito e la dignità che quella suora doveva ricevere dopo la sua morte; perché fin tanto che l'anima è rinchiusa nel suo involucro mortale, non può conoscere la gloria di cui sarà da Dio coronata in cielo.
Tuttavia. Metilde era triste perché in questa scena non compariva il suo Diletto. A lei non bastava per la sua consolazione la presenza degli Angeli; con l'occhio del cuore, da ogni parte ella cercava Colui che era l'unico oggetto del suo amore.
D'un tratto, il Signore comparve nel mezzo della stanza, rivestito d'un abito bianco ornato di scudi d'oro; il color bianco indicava la purezza dell'ammalata, e gli scudi la sua pazienza inalterabile nei dolori e nelle infermità. Il Signore aveva scelto queste vesti per onorare le virtù della sua sposa.
Metilde vide che il Signore stava presso l'inferma al posto del Sacerdote. La Beata Vergine Maria sedeva in capo alletto; e mentre il Sacerdote recita,va le Litanie dei Santi, il Signore tre volte fece su l'inferma il segno della Croce dicendo: “Ti benedico per la sanità dell'anima tua, e per la santificazione del tuo corpo”.
La Beata Vergine Maria, quando nelle litanie si pronunciò il suo nome, sollevò l'inferma dicendo: “Ecco, o Figlio mio, questa sposa che offro ai vostri eterni abbracci”. E ognuno dei Santi, all'invocazione del proprio nome, piegava il ginocchio onde intercedere per lei. Poi esultando formarono tutti come una corona, girando attorno alletto; e le Vergini camminavano per le prime presso il Signore. Quando le unzioni furono terminate, il Signore disse alla Madre sua: “A Voi l'affido perché la presentiate immacolata al mio cospetto”.
Frattanto l'ora del beato tramonto si avvicinava; quando l'inferma fu agli estremi, la Santa, piena di compassione, raddoppiò di fervore nelle sue preghiere e vide arrivare un innumerevole esercito di Santi. I Santi Martiri si posero in fila presso il capo del: l'ammalata; erano rivestiti di porpora, portavano degli scudi perfino sui loro abiti, e dicevano a vicenda: “Agitiamo i nostri scudi”. Un tal rumore di armi produsse un'armonia così soave che i dolori dell'inferma si cangiarono in allegrezza.
Gesù. il Diletto di quell'anima, stava ancora vicino al letto, e la Madre sua a lato di Lui; allora quell'anima beata, liberata dai vincoli della carne, volò con grande letizia nelle braccia delta Vergine Madre. Liberata da ogni dolore, se n'andava a ricevere la corona eterna. La Vergine Maria la offrì subito al suo divin Figlio, il quale con ineffabile tenerezza, l'accolse nelle sue braccia, e la fece riposare sul proprio seno sino alla celebrazione della messa in cui venne offerta la vittima pasquale.
Il Signore intanto aveva raccomandato alla divota vergine che vedeva tutte queste cose, di far cantare al più presto la messa per quell'anima; e così fu fatto, poiché la messa venne celebrata prima dell'Ora di Prima.
Il Signore, in onore della sua nuova sposa, aveva preso un abito bianco sfarzoso, tutto ornato di aquile ricamate. Il color bianco significava la purezza e la carità della defunta; le aquile, la sua anima contemplativa.
Dal principio della messa, sembrò che celebrasse Gesù Cristo medesimo, sommo Sacerdote e vero Pontefice, Si vedeva su l'altare un tesoro di infinite ricchezze ed era il. complesso delle opere compiute su la terra dal Figlio di Dio per la salvezza del genere umano, Egli offrì al Padre suo questo tesoro onde supplire ai meriti di quell'anima.
La gloriosa Vergine Maria la condusse, ella medesima, presso l'altare, dopo di averle consegnato un cofanetto di oro nel quale aveva rinchiuso le sue proprie virtù ed opere sante. le quali, sopraggiunte a quelle praticate dall'anima, ne coprivano tutti i difetti e le imperfezioni.
Al Vangelo, il Signore prendendo quell'anima per mano le disse: “Io ti prometto, diletta mia, che il tuo corpo il quale fu consacrato tutt'intero al mio servizio, risusciterà glorioso nell'ultimo giorno”.
Ornata come una sposa, quell'anima beata portava al dito un anello di cui la gemma rappresentava la testa di un uomo; uno splendore meraviglioso dava al suo cuore la trasparenza di uno specchio; ma quando il divino Agnello Pasquale venne offerto per lei, dal Cuore di Dio uscì una luce più possente ancora che tutta l'avvolse e la tolse agli sguardi di Metilde. Irradiata in. quel modo dalla luce della Divinità, riempita della ineffabile dolcezza dello Spirito Santo, arricchita di tutti doni celesti, quell'anima beata. diveniva un solo spirito con Dio per il vincolo di un indissolubile sposalizio.
Mentre si portava il corpo alla sepoltura, Metilde sentì risuonare il canto armonioso dei Santi che onoravano le esequie di quella sposa del Re immortale. Essi cantavano:“Tu sei beata e tutto va bene per te, eletta sposa di Cristo: tu avrai parte in eterno al gaudio dei Santi ed all'allegrezza degli Angeli”.
Davanti al corpo, splendevano torre ardenti dalle larghe fiamme, simbolo delle opere che quella suora aveva compiute per grazie di Dio e che l'avevano preceduta nell'eternità. Poi il Re dei Re e supremo Signore, accolse la sua sposa e strettamente l'abbracciò: ma ella sapendo in qual modo poteva disporre di quel Dio che si abbandonava al suo potere, prese la mano del Signore e lo condusse a benedire la Congregazione.
In questo modo adunque il Signore lietamente trasportò la sua diletta, scortata dal glorioso esercito dei Santi, sin nelle celesti regioni. Metilde vide quell'anima in presenza dell'adorabile Trinità, dove brillava con un indicibile splendore. Il Signore si chinava verso di lei come per darle il bacio, ma non glielo dava; e siccome Metilde ne rimaneva sorpresa, il Signore gliene spiegò il motivo dicendo: “Il bacio significa la pace; in cielo non si dà perché è il soggiorno della pace eterna; quindi l'anima beata non ha bisogno del bacio di pace”.
Poi il Signore disse a quell'anima gloriosa: “Alzati, e vieni, come una figlia prediletta, a precipitarti nelle braccia di tuo Padre”. Essa obbedì subito con allegrezza, e il Signore ripigliò: “Questo abbraccio significa l'unione con cui l'anima è sempre a me congiunta per un indissolubile vincolo d'amore”.