CAPITOLO VI: DI UNA SUORA INFERMA
Santa Matilde di Hackeborn

Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
Una suora che in tutti i giorni della sua vita aveva devotamente servito
Dio nella santa Religione, cadde ammalata. Metilde, mentre invocava il
Signore per lei, ne vide l'anima come inginocchiata davanti al Signore,
il quale le mostrava le sue rosseggianti piaghe, e quella le salutava
con la seguente preghiera che la Santa non conosceva: O salutari piaghe
del mio carissimo amante Gesù Cristo, Salvete, Salvete! Salvete nella
onnipotenza del Padre che vi ha volute, nella sapienza del Figlio che vi
ha sofferte; nella benignità dello Spirito Santo che, per mezzo di Voi,
ha compiuto l'opera della nostra redenzione!58
Mentre quella suora
stava per ricevere l'estrema Unzione e la Comunità si era radunata
attorno al suo letto, Metilde vide due angeli che portavano ciascuno una
vaschetta piena d'acqua; questa significava la misericordia e la
verità, nelle quali l'anima doveva lavarsi da ogni macchia, secondo
queste parole: La misericordia e la verità cammineranno davanti alla
vostra faccia. (Ps.; LXXXVIII, 15).
Vennero ancora quattro Angeli, i
quali sospesero sopra il letto un drappo rosso, per simboleggiare il
merito e la dignità che quella suora doveva ricevere dopo la sua morte;
perché fin tanto che l'anima è rinchiusa nel suo involucro mortale, non
può conoscere la gloria di cui sarà da Dio coronata in cielo.
Tuttavia.
Metilde era triste perché in questa scena non compariva il suo Diletto.
A lei non bastava per la sua consolazione la presenza degli Angeli; con
l'occhio del cuore, da ogni parte ella cercava Colui che era l'unico
oggetto del suo amore.
D'un tratto, il Signore comparve nel mezzo
della stanza, rivestito d'un abito bianco ornato di scudi d'oro; il
color bianco indicava la purezza dell'ammalata, e gli scudi la sua
pazienza inalterabile nei dolori e nelle infermità. Il Signore aveva
scelto queste vesti per onorare le virtù della sua sposa.
Metilde
vide che il Signore stava presso l'inferma al posto del Sacerdote. La
Beata Vergine Maria sedeva in capo alletto; e mentre il Sacerdote
recita,va le Litanie dei Santi, il Signore tre volte fece su l'inferma
il segno della Croce dicendo: “Ti benedico per la sanità dell'anima tua,
e per la santificazione del tuo corpo”.
La Beata Vergine Maria,
quando nelle litanie si pronunciò il suo nome, sollevò l'inferma
dicendo: “Ecco, o Figlio mio, questa sposa che offro ai vostri eterni
abbracci”. E ognuno dei Santi, all'invocazione del proprio nome, piegava
il ginocchio onde intercedere per lei. Poi esultando formarono tutti
come una corona, girando attorno alletto; e le Vergini camminavano per
le prime presso il Signore. Quando le unzioni furono terminate, il
Signore disse alla Madre sua: “A Voi l'affido perché la presentiate
immacolata al mio cospetto”.
Frattanto l'ora del beato tramonto si
avvicinava; quando l'inferma fu agli estremi, la Santa, piena di
compassione, raddoppiò di fervore nelle sue preghiere e vide arrivare un
innumerevole esercito di Santi. I Santi Martiri si posero in fila
presso il capo del: l'ammalata; erano rivestiti di porpora, portavano
degli scudi perfino sui loro abiti, e dicevano a vicenda: “Agitiamo i
nostri scudi”. Un tal rumore di armi produsse un'armonia così soave che i
dolori dell'inferma si cangiarono in allegrezza.
Gesù. il Diletto di
quell'anima, stava ancora vicino al letto, e la Madre sua a lato di
Lui; allora quell'anima beata, liberata dai vincoli della carne, volò
con grande letizia nelle braccia delta Vergine Madre. Liberata da ogni
dolore, se n'andava a ricevere la corona eterna. La Vergine Maria la
offrì subito al suo divin Figlio, il quale con ineffabile tenerezza,
l'accolse nelle sue braccia, e la fece riposare sul proprio seno sino
alla celebrazione della messa in cui venne offerta la vittima pasquale.
Il
Signore intanto aveva raccomandato alla divota vergine che vedeva tutte
queste cose, di far cantare al più presto la messa per quell'anima; e
così fu fatto, poiché la messa venne celebrata prima dell'Ora di Prima.
Il
Signore, in onore della sua nuova sposa, aveva preso un abito bianco
sfarzoso, tutto ornato di aquile ricamate. Il color bianco significava
la purezza e la carità della defunta; le aquile, la sua anima
contemplativa.
Dal principio della messa, sembrò che celebrasse Gesù
Cristo medesimo, sommo Sacerdote e vero Pontefice, Si vedeva su l'altare
un tesoro di infinite ricchezze ed era il. complesso delle opere
compiute su la terra dal Figlio di Dio per la salvezza del genere umano,
Egli offrì al Padre suo questo tesoro onde supplire ai meriti di
quell'anima.
La gloriosa Vergine Maria la condusse, ella medesima,
presso l'altare, dopo di averle consegnato un cofanetto di oro nel quale
aveva rinchiuso le sue proprie virtù ed opere sante. le quali,
sopraggiunte a quelle praticate dall'anima, ne coprivano tutti i difetti
e le imperfezioni.
Al Vangelo, il Signore prendendo quell'anima per
mano le disse: “Io ti prometto, diletta mia, che il tuo corpo il quale
fu consacrato tutt'intero al mio servizio, risusciterà glorioso
nell'ultimo giorno”.
Ornata come una sposa, quell'anima beata portava
al dito un anello di cui la gemma rappresentava la testa di un uomo;
uno splendore meraviglioso dava al suo cuore la trasparenza di uno
specchio; ma quando il divino Agnello Pasquale venne offerto per lei,
dal Cuore di Dio uscì una luce più possente ancora che tutta l'avvolse e
la tolse agli sguardi di Metilde. Irradiata in. quel modo dalla luce
della Divinità, riempita della ineffabile dolcezza dello Spirito Santo,
arricchita di tutti doni celesti, quell'anima beata. diveniva un solo
spirito con Dio per il vincolo di un indissolubile sposalizio.
Mentre
si portava il corpo alla sepoltura, Metilde sentì risuonare il canto
armonioso dei Santi che onoravano le esequie di quella sposa del Re
immortale. Essi cantavano:“Tu sei beata e tutto va bene per te, eletta
sposa di Cristo: tu avrai parte in eterno al gaudio dei Santi ed
all'allegrezza degli Angeli”.
Davanti al corpo, splendevano torre
ardenti dalle larghe fiamme, simbolo delle opere che quella suora aveva
compiute per grazie di Dio e che l'avevano preceduta nell'eternità. Poi
il Re dei Re e supremo Signore, accolse la sua sposa e strettamente
l'abbracciò: ma ella sapendo in qual modo poteva disporre di quel Dio
che si abbandonava al suo potere, prese la mano del Signore e lo
condusse a benedire la Congregazione.
In questo modo adunque il
Signore lietamente trasportò la sua diletta, scortata dal glorioso
esercito dei Santi, sin nelle celesti regioni. Metilde vide quell'anima
in presenza dell'adorabile Trinità, dove brillava con un indicibile
splendore. Il Signore si chinava verso di lei come per darle il bacio,
ma non glielo dava; e siccome Metilde ne rimaneva sorpresa, il Signore
gliene spiegò il motivo dicendo: “Il bacio significa la pace; in cielo
non si dà perché è il soggiorno della pace eterna; quindi l'anima beata
non ha bisogno del bacio di pace”.
Poi il Signore disse a quell'anima
gloriosa: “Alzati, e vieni, come una figlia prediletta, a precipitarti
nelle braccia di tuo Padre”. Essa obbedì subito con allegrezza, e il
Signore ripigliò: “Questo abbraccio significa l'unione con cui l'anima è
sempre a me congiunta per un indissolubile vincolo d'amore”.