CAPITOLO IV: DELL' ANIMA DELLA PIA EREMITA YSENTRUDA.
Santa Matilde di Hackeborn

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La Santa conobbe ancora come l'anima di Ysentruda fosse passata a Dio.
Le parve che tutti i cori degli Angeli le facessero un corteo di gloria e
di amore, perché era particolarmente degna di essere loro associata e
come assimilata. Essa, infatti, erasi resa simile agli Spiriti angelici
per l'umile ed affettuosa cura con cui accoglieva quelli che la
visitavano. Aveva imitato gli Arcangeli per la sua familiarità con Dio;
le Virtù per la pratica vigorosa del bene, peri buoni esempi, anzi per
uno zelo talmente ardente che parecchie persone si erano convertite per
le sue veementi esortazioni. Aveva ancora portato la somiglianza dei
Principati, delle Potestà e delle Dominazioni per il suo coraggio e la
sua potenza contro i demonii ed i vizi, per il rispetto e l'amore che
portava all'immagine di Dio impressa in ogni uomo e che nell'anima
propria ella aveva conservata senza macchia; per le preghiere ferventi
ed orazioni che offriva a Dio giorno e notte.
Era stata persino una
degna emula degli spiriti degli Ordini più elevati; Dio, infatti,
trovava nell'anima di lei un delizioso riposo mentre essa possedeva la
pienezza della conoscenza di Dio e nutriva per Lui un amore estremamente
ardente.
La Beata Vergine Maria e Giovanni l'Evangelista presentarono dunque quell'anima davanti al trono della gloria.
Nostro
Signore Gesù Cristo l'accolse nei suoi abbracci, la condusse davanti a
Dio Padre e in onore della sua sposa con una voce melodiosa, cantò:
“Haec est quae nescivit thorum in delicto , etc., Ecco quella che non
conobbe il matrimonio. Ecco quella che mi ha amato con tutto il suo
cuore e con tutte le sue forze. Ecco quella che si è attaccata a me con
tutta la purezza dell'anima sua”. Su la corona della beata, la Passione
di Cristo cui era tanto divota, l'amore e la castità brillavano con un
particolare splendore il quale si diffondeva sopra tutte le sue virtù ed
i suoi ornamenti.