CAPITOLO XXV: GIOIA DEL SIGNORE NELLA CONVERSIONE DEL PECCATORE
Santa Matilde di Hackeborn

Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
Pregando per una persona, Metilde ricevette questa risposta: “Io la
seguo senza posa, e quando ritorna a me con la penitenza, il desiderio o
l'amore, ne provo un indicibile gaudio. Per un debitore non v'è maggior
piacere che ricevere un dono abbastanza ricco onde soddisfare tutti i
suoi debiti. Orbene, io mi sono costituito, per così dire, debitore
verso il Padre mio, impegnandomi a soddisfare per le colpe del genere
umano; perciò nulla per me è più gradevole e desiderabile come di vedere
l'uomo ritornare a me per mezzo della penitenza e dell'amore”.
Pregando
per una persona afflitta ma mal disposta, Metilde sentì in pari tempo
in sé medesima un movimento di indignazione, perché spesso a quella
aveva fatto salutari rimostranze senza ottenere nessun ravvedimento. Ma
il Signore, le disse: “Orsù, partecipa al mio dolore e prega per i
miserabili peccatori. lo li camperai con un gran prezzo, perciò con
immenso ardore desidero la loro conversione”.
Una volta, stando in
preghiera, Metilde vide il Signore coperto d'una veste tutta
insanguinata, ed Egli le disse: “In quella guisa che la mia Umanità
coperta di sanguinose piaghe, amorosamente si presentò a Dio Padre come
una vittima su l'altare della Croce; così nel medesimo sentimento di
amore offro me stesso al Padre celeste per i peccatori, e gli
rappresento tutti i supplizi della mia Passione: Ciò che desidero di
più, è che il peccatore con una sincera penitenza si converta e viva”.
DELLA RECITA DI QUATTROCENTOSESSANTA PATER.
Una
volta, mentre Metilde offriva a Dio quattrocentosessanta Pater53
recitate dalla Comunità in onore delle Santissime Piaghe di Gesù Cristo,
il Signore le comparve con le mani distese e tutte le piaghe aperte, e
disse: “Quando ero sospeso su la Croce, ciascuna delle mie piaghe era
una voce che presso Dio Padre intercedeva per la salvezza degli uomini.
Adesso ancora il grido delle mie piaghe sale verso di Lui onde placare
la sua collera contro il peccatore.
“Io te l'assicuro, mai nessun
mendicante ricevette l'elemosina con gioia simile a quella che provo io,
quando ricevo una preghiera in onore delle mie piaghe. Ti assicuro
inoltre che nessuno dirà con attenzione e devozione quella preghiera che
mi hai offerta, senza mettersi in istato di salvezza”.
Metilde
riprese: “Mio Signore, quale intenzione bisogna avere nel recitare
quella preghiera?” Egli rispose: “Bisogna pronunciare le parole non
solamente con le labbra, ma con l'attenzione del cuore; e almeno dopo
ogni cinque Pater, offrirmela dicendo: Signor Gesù Cristo, Figlio del
Dio vivente, accogliete questa preghiera con quell'estremo amore per cui
avete sopportato tutte le piaghe del vostro sacratissimo corpo: abbiate
pietà di me, dei peccatori e di tutti i fedeli vivi e defunti! Amen. -
Domine Jesu Christe, Fili Dei vivi, suscipe hanc orationem in amore illa
superexcellenti, in quo omnia vulnera tui nobilissimi corporis
sustinuisti, et miserere mei et omnium peccatorum, cunctorumque fidelium
tam vivorum quam defunctorum”.
Il Signore disse ancora: “Il
peccatore, finché rimane nel suo peccato, mi tiene inchiodato su la
Croce; ma quando fa penitenza, subito mi dà la libertà. Ed io, così
staccato dalla Croce, mi getto sopra di lui con la mia grazia e la mia
misericordia, come caddi nelle braccia di Giuseppe quando mi tolse dal
patibolo, dimodochè potrà fare di me tutto ciò che vorrà. Ma se il
peccatore persevererà sino alla morte nel suo peccato, cadrà in potere
della mia giustizia, e da questa sarà giudicato secondo il suo merito”.
LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI E DEI PECCATORI
Il
Signore le disse ancora: “Chi vorrà pregarmi con profitto per gli
infelici che sono prigionieri nel loro corpo o schiavi dei loro peccati,
potrà farlo in questo modo:
1 ° - per l'amore, il quale per nove mesi mi ritenne prigioniero nel seno della Vergine;
2° - per l'amore il quale m'indusse a coprirmi di fasce e di bende;
3° - per l'amore che mi consegnò legato nelle mani degli empi;
4° - per le catene di cui mi caricarono i Giudei per consegnarmi al giudice;
5° - per i vincoli che mi attaccarono alla colonna della flagellazione;
6° - per i chiodi che mi fissarono su la Croce;
7° - per il sudario che mi avvolse dopo la morte perché fossi messo nel sepolcro.
“Per
l'amore che in tutte quel,le diverse circostanze mi incatenò, si può
domandarmi ch'io liberi tale o tale uomo dalle catene o dai peccati”.
IL SIGNORE CONCEDE A METILDE CENTO PECCATORI
Sentendo leggere nel Vangelo: Il Figlio dell'uomo verrà con grande potenza e maestà (Luc. XXI, 12), Metilde tutta inondata di gioia spirituale, disse al Signore: “Oh si!, Bene venias! Siate il benvenuto! - Il Signore ripigliò: “Sillaba le parole che hai dette: la parola Bene, ti ricorderà ch'io sono il Bene dal quale procede e sempre procederà ogni bene. La parola Venias, che tu venga, ti farà pensare a quella divina carità con cui vengo nell'anima, tutto inebriato dal puro vino dell'amore”.La Santa pregò allora il Signore di convertire tutti quelli che erano in istato di peccato, ed Egli replicò: “Ebbene, in risposta alla tua domanda, convertirò cento peccatori”.
Un giorno, Metilde, mentre soffriva violenti dolori di capo, al momento dell'oblazione dell'Ostia nella messa solenne, insieme con l'Ostia santa offrì al Signore i suoi dolori in lode eterna.
Le apparve subito il Signore, tenendo nelle sue mani un cerchio di legno arido, intorno al quale sembrava disponesse bellissime rose a forma di ghirlanda.
Mentre nella sua ammirazione la santa pensava, cosa ciò potesse significare, il Signore le disse: “Da questo simbolo devi intendere che non v'è peccatore che abbia il cuore tanto arido per la ruggine del vizio, che non possa d'un tratto rinverdire se viene colpito da qualche malattia; purché la sopporti con intenzione di soffrire anche di più per amor mio e per la mia gloria, diventerà capace di ricevere grazia e misericordia.
“Ti dico pure che non v'è peccatore cosi colpevole ch'io non gli rimetta tutti i peccati, quando sinceramente se ne penta, e verso il quale io non sia disposto ad inclinare il mio divin Cuore con tanta clemenza e dolcezza come se non avesse mai peccato”.
L'anima replicò: “Se è così, o dolcissimo mio Dio, perché l'uomo miserabile non lo sente?” - “Perché, rispose il Signore, non ha ancora superato la sua inclinazione al male. Se il peccatore dopo che si è pentito resistesse vigorosamente ai suoi vizi in modo da estirpare incontanente dall'anima sua il gusto. e la dilettazione del peccato; senza alcun dubbio sentirebbe la soavità del divino Spirito”.
O abisso veramente inscrutabile di sapienza e di misericordia! Dolcissimo mio Dio, quanti sforzi voi fate per attirare a Voi il, cuore del peccatore per vie tutte ammirabili! Non volete che si disperi, poiché la vostra clemenza lo insegue con inviti così paterni!