CAPITOLO XXII: CRISTO COMUNICA ALL'UOMO LE SUE OPERE COME SI TENGA PREZIOSA L'ANIMA NOSTRA
Santa Matilde di Hackeborn
Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
Pregando un giorno per una religiosa impegnata in ogni sorta di
faccende, soprattutto nelle più vili, Metilde la vide come in orazione
davanti al Signore, in ginocchio, le mani levate al cielo. Il Signore su
le mani di questa persona applicò le sue divine mani dalle quali
scorreva un liquore profumato. Egli faceva stillare questo balsamo a
goccia a goccia, dicendo: “Ecco, io ti dono tutte le mie opere per
santificare le tue e supplire a ciò che ti manca”. Metilde intese così
che le fatiche di quella religiosa erano molto gradite a Dio. Il Signore
soggiunse: “Quando la sua occupazione le impedirà di pensare a me,
reciti l'antifona: Gratias tibi, Deus etc.: Vi rendo grazie, o Trinità
veramente una e Verità trina: o quest'altra: Ex quo omnia, dal quale
ogni cosa, per il quale ogni cosa nel quale ogni cosa. A Lui la gloria
nei secoli. Si sforzi inoltre di dimostrarsi affabile e mansueta con
tutti”.
Pregando ancora per un'altra religiosa, Metilde vide il
Signore prendere quella suora per mano e condurla in un prato delizioso e
tutto fiorito. Questo le fece intendere che quella suora prima di
morire sarebbe provata da varie malattie.
Il Signore sul petto
portava delle rose, dei gigli e dei piccoli scudi d'oro che quella suora
da lui ricevette con gaudio e fiducia, poi li aggiustò sopra di sé
stessa come trastullandosi. Metilde intese che i piccoli scudi d'oro
indicavano la costanza e la vittoria; le rose, la pazienza per cui
quell'anima avrebbe trionfato delle malattie; i gigli, la purezza del
cuore per cui sarebbe stata somigliante a Cristo.
Metilde disse al
Signore: “Io vi prego; o dolcissimo mio Dio, che nell'ora della sua
morte le facciate gustare un saggio della vita eterna, ossia la
sicurezza di non essere mai da Voi separata”.
Il Signore rispose:
“Quale navigante, dopo aver felicemente trasportato al porto le sue
ricchezze, le getterebbe allora volontariamente in mare? Quest'anima,
ch'io ho eletta fin dall'infanzia per la vita religiosa, che ho tenuta
con la mano destra e condotta nella mia volontà (Ps. LXXXII, 24), quando
l'avrò resa perfetta secondo il mio beneplacito, la assumerò con me
nella gloria”.