CAPITOLO XIV: LA PREGHIERA IN COMUNE
Santa Matilde di Hackeborn

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In una pressante necessità, la Comunità delle Suore aveva recitato un
intero salterio e l'aveva affidato alla Serva di Cristo perché lo
presentasse a Dio. Ella disse al suo Angelo custode: “Angelo mio
diletto, voi conoscete come siete conosciuto, mentre io non conosco che
in parte (I Cor., XIII, 12); vogliate dunque presentare le nostre
preghiere al Re che voi servite nella gloria e nelle delizie”.
L'Angelo
rispose: “No, io non conosco come sono conosciuto, perché Colui che mi
ha fatto mi conosce nella sua somma potenza, nella sua somma sapienza,
nel suo sommo amore, mentre io lo conosco soltanto giusta la misura del
mio spirito creato. Tuttavia, nel presentare al mio Dio il tuo
messaggio, sono più felice di una madre che vedesse il suo unico figlio
colmato di onori e di ricchezze”.
L'Angelo pigliò quelle preghiere e
le offri al suo Signore, il quale disse: “Quante sono le persone che
hanno recitato queste preghiere, altrettante volte voglio rimirarle con
gli occhi della mia misericordia ed inclinare verso di loro le orecchie
della mia clemenza”.