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Domenica, 4 maggio 2025 - San Ciriaco ( Letture di oggi)

CAPITOLO IX: LA RINNOVAZIONE DEL MISTICO SPOSALIZIO

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO IX: LA RINNOVAZIONE DEL MISTICO SPOSALIZIO
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Metilde, una volta, con amarezza ripassava gli anni della sua vita riflettendo quanto fosse stata negligente e quanto avesse macchiato coi suoi peccati quella grazia singolare di essere stata consacrata a Dio come sposa.
Il Signore le disse: “Se tu avessi la scelta, che preferiresti: acquistare tutti i beni che ti ho dati, in premio della fatica delle tue opere e delle tue virtù, ovvero riceverli gratuitamente da me?” - “O mio Signore, rispose la Santa, stimo di più il minimo dono da Voi gratuitamente concesso, che non l'acquisto fatto dai Santi dei loro meriti con le più gravi fatiche e le virtù più sublimi”.
Il Signore ripigliò: “Per questo sii per sempre benedetta!” Poi soggiunse: “Se vuoi rinnovare il tuo sposalizio con me, accostati ai miei piedi, rendendo grazie per la veste dell'innocenza che gratuitamente ti donai per mia mera bontà, e prega perché la mia perfetta innocenza purifichi tutto ciò che in te stessa hai contaminato. Accostati alle mie mani e rendi grazie per le mie azioni che ti hanno ottenuto copiosi meriti ed anche per le tue proprie azioni, le quali io stesso ho operate in te e per mezzo di te. Infine, nella fornace del mio divin Cuore farai rifondere l'anello della tua fede e del tuo amore, come l'oro si prova nel fuoco; e ne laverai le gemme nell'acqua e nel sangue del mio costato acciocché riprenda il suo valore ed il suo splendore”.
Desiderando l'anima di lodar Dio in modo ineffabile, pregò l'Eterno Padre di degnarsi essere Lui stesso per sé medesimo quella suprema lode che la Santissima Trinità dà a sé stessa e riceve nel proprio seno.
Per soddisfare questo desiderio, il Signore prese il cuore di Metilde sotto il simbolo di una coppa di cristallo tagliata in triangolo, tutta ornata di oro e di. gemme. Questa coppa figurava la lode ineffabile dell'adorabile Trinità la quale in essa con delizia beveva per così dire la sua propria lode. Infine Dio offrì la coppa alla moltitudine dei Santi.
Metilde pregò perché le anime dei defunti, esse. pure, avessero parte ad un tal favore e subito ne vide una folla venire ad attingere con letizia, in quella coppa. Alcune vi si dissetarono benché la loro purificazione non fosse ancora terminata, ed ella ne fu sorpresa. Il Signore le disse: “Ciò che tu vedi, non avviene nel cielo vero; ma perché vedendo me, che contengo ogni creatura, tu vedi pure tutte le creature come se ti fossero presenti”.
Tra quelle anime ancora nelle pene, la Santa vide quella di un certo religioso, ed avendo domandato come mai non fosse ancora giunto in paradiso, il Signore le disse: “Costui credeva di essere più saggio del suo Superiore e tutto quello che questi faceva, a lui dispiaceva, perché presuntuosamente si riteneva capace di far meglio. Questo dopo la morte gli è stato di grave impedimento, perché il Religioso non può. mai stimarsi tanto sapiente che non riconosca la necessità di sottoporsi con ogni umiltà al suo Superiore”.
In seguito, avendo Metilde pregato per un religioso converso, ne vide l'anima in una gran luce che sorpassava la gloria degli altri religiosi conversi, in quella guisa che i Sacerdoti per la loro dignità si distinguono sopra il volgo. Ella seppe che quel frate aveva meritato una tal gloria per: lo zelo e la divozione nel servire, per quanto poteva, i Sacerdoti all'altare nella divina celebrazione.