CAPITOLO IX: LA RINNOVAZIONE DEL MISTICO SPOSALIZIO
Santa Matilde di Hackeborn

Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
Metilde, una volta, con amarezza ripassava gli anni della sua vita
riflettendo quanto fosse stata negligente e quanto avesse macchiato coi
suoi peccati quella grazia singolare di essere stata consacrata a Dio
come sposa.
Il Signore le disse: “Se tu avessi la scelta, che
preferiresti: acquistare tutti i beni che ti ho dati, in premio della
fatica delle tue opere e delle tue virtù, ovvero riceverli gratuitamente
da me?” - “O mio Signore, rispose la Santa, stimo di più il minimo dono
da Voi gratuitamente concesso, che non l'acquisto fatto dai Santi dei
loro meriti con le più gravi fatiche e le virtù più sublimi”.
Il
Signore ripigliò: “Per questo sii per sempre benedetta!” Poi soggiunse:
“Se vuoi rinnovare il tuo sposalizio con me, accostati ai miei piedi,
rendendo grazie per la veste dell'innocenza che gratuitamente ti donai
per mia mera bontà, e prega perché la mia perfetta innocenza purifichi
tutto ciò che in te stessa hai contaminato. Accostati alle mie mani e
rendi grazie per le mie azioni che ti hanno ottenuto copiosi meriti ed
anche per le tue proprie azioni, le quali io stesso ho operate in te e
per mezzo di te. Infine, nella fornace del mio divin Cuore farai
rifondere l'anello della tua fede e del tuo amore, come l'oro si prova
nel fuoco; e ne laverai le gemme nell'acqua e nel sangue del mio costato
acciocché riprenda il suo valore ed il suo splendore”.
Desiderando
l'anima di lodar Dio in modo ineffabile, pregò l'Eterno Padre di
degnarsi essere Lui stesso per sé medesimo quella suprema lode che la
Santissima Trinità dà a sé stessa e riceve nel proprio seno.
Per
soddisfare questo desiderio, il Signore prese il cuore di Metilde sotto
il simbolo di una coppa di cristallo tagliata in triangolo, tutta ornata
di oro e di. gemme. Questa coppa figurava la lode ineffabile
dell'adorabile Trinità la quale in essa con delizia beveva per così dire
la sua propria lode. Infine Dio offrì la coppa alla moltitudine dei
Santi.
Metilde pregò perché le anime dei defunti, esse. pure,
avessero parte ad un tal favore e subito ne vide una folla venire ad
attingere con letizia, in quella coppa. Alcune vi si dissetarono benché
la loro purificazione non fosse ancora terminata, ed ella ne fu
sorpresa. Il Signore le disse: “Ciò che tu vedi, non avviene nel cielo
vero; ma perché vedendo me, che contengo ogni creatura, tu vedi pure
tutte le creature come se ti fossero presenti”.
Tra quelle anime
ancora nelle pene, la Santa vide quella di un certo religioso, ed avendo
domandato come mai non fosse ancora giunto in paradiso, il Signore le
disse: “Costui credeva di essere più saggio del suo Superiore e tutto
quello che questi faceva, a lui dispiaceva, perché presuntuosamente si
riteneva capace di far meglio. Questo dopo la morte gli è stato di grave
impedimento, perché il Religioso non può. mai stimarsi tanto sapiente
che non riconosca la necessità di sottoporsi con ogni umiltà al suo
Superiore”.
In seguito, avendo Metilde pregato per un religioso
converso, ne vide l'anima in una gran luce che sorpassava la gloria
degli altri religiosi conversi, in quella guisa che i Sacerdoti per la
loro dignità si distinguono sopra il volgo. Ella seppe che quel frate
aveva meritato una tal gloria per: lo zelo e la divozione nel servire,
per quanto poteva, i Sacerdoti all'altare nella divina celebrazione.