CAPITOLO VI: I SANTI PREGANO PER LA CONGREGAZIONE
Santa Matilde di Hackeborn

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Un giorno in cui era molto afflitta perché si trovava colpita da grande
aridità e priva della presenza di Dio, Metilde scorse uno splendido
portico d'argento e in quello il Signore che le diceva: Intra in gaudium
Domini tui: Entra nel gaudio del tuo Signore. Ed Egli entrò in un luogo
amenissimo dove stava apparecchiata una mensa e il pane era già
servito. Il Signore sedette a quella mensa; presso di Lui vi era la
Madre sua, poi i Profeti, gli Apostoli, i Martiri, i Confessori e le
Vergini. Tutti tenevano in mano calici d'oro; ma quello della beata
Vergine Maria era il più bello, perché ornato di preziose gemme.
La
Comunità delle suore sedette a terra presso il Signore, ed Egli prese
del pane, lo spezzò e lo distribuì. Alcune mangiavano questo pane con
delizie, mentre le altre non vi trovavano nessun gusto: le prime erano
quelle che servivano il Signore con desiderii ferventi; le altre, quelle
che non avevano divozione.
Il Signore disse a Metilde: “Perché non
preghi questi Santi, come lo desideravi, in favore della vostra
congregazione?” - “O Signore, ripigliò l'anima, insegnatemi come io
debba. pregare la vostra Beatissima Madre?”
Il Signore rispose: “La
pregherai per quella luce infusa ch'essa ricevette in abbondanza più di
ogni creatura, affinché ti ottenga un'anima luminosa, dove in nessun
modo si annidi il peccato; la pregherai pure per la sua unione con la
Divinità, più stretta di quella di ogni essere creato, affinché ti
ottenga la vera unione con la mia volontà. Infine la pregherai per la
conoscenza e il godimento della mia Divinità. ch'ella possiede in grado
supremo, affinché ti ottenga di godere dei doni e delle grazie che
ricevi, secondo i disegni della mia volontà”.
L'anima pregò in questo
modo la beata Vergine; poi si rivolse ai Patriarchi ed ai Profeti, i
quali, con le mani distese, dissero: Sancte Deus, Dio santo; Sancte
Fortis, Santo forte! Abbiate pietà di loro. Si avanzò verso gli
Apostoli, meravigliandosi che avessero il loro posto al disotto dei
Patriarchi i quali erano stati ammogliati ed avevano posseduto beni di
questo mondo; avendone espresso la sua sorpresa a S. Giovanni Evang., ne
ebbe questa risposta: “Non siamo punto per questo più lontani da Dio,
perché Egli abita in noi come ho scritto: Verbum caro factum est et
habitavit in nobis: Il Verbo s'e fatto carne ed abito in noi”. E
soggiunse: “Tu pure, sei forse più lontana da Dio a motivo del posto che
occupi?” E gli Apostoli, alzando anche loro le mani, pregarono il
Signore dicendo: “Padre e Fratello, Maestro e Signore, abbiate pietà di
loro”.
Poi la Santa si rivolse ai Martiri, tra i quali in modo
particolare notò San Stefano, ornato di un'aureola scintillante di
pietre preziose a motivo dell'amore con cui si era rallegrato perché per
il nome di Cristo era oppresso dalle pietre del torrente. I Martiri
fecero questa preghiera; “O Signore, per il vostro purissimo sangue dal
quale venne pur santificato il nostro, soccorretele”.
Metilde si
avvicinò anche ai Confessori tra i quali distinse san Benedetto col suo
bastone pastorale; quel santo Patriarca offriva da bere nella sua coppa a
tutti i membri del suo Ordine che si trovavano presenti. La preghiera
dei Confessori era questa; “Signore, noi vi offriamo le nostre fatiche,
onde supplire per queste vostre spose”.
Infine Metilde pregò le
Vergini, meravigliandosi che si trovassero all'ultimo posto: “Tu puoi
notare che non siamo per ciò più lontane da Dio”, le dissero le Vergini,
e pregarono così: “A Voi, Sposo e Agnello pieno di dolcezza,
presentiamo le nostre suppliche per questa Comunità di vergini”.
La
mensa disparve e le Vergini si posero tutte attorno al Signore, il
quale, alzandosi, incominciò con quell'anima una lietissima danza al
suono melodioso di canti nuovi dove con onore si sentiva il nome della
Congregazione. La Suor M. apparve pure illuminata da un raggio che il
Cuore del Signore lanciava verso il cuore di lei, per significare il
dono speciale di amore ch'ella aveva ricevuto.