CAPITOLO I: LA MENSA DEL SIGNORE: TRE DISPOSIZIONI DEL DIVIN CUORE
Santa Matilde di Hackeborn
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Un giorno, dopo la comunione, quella pia e divota Serva di Dio sentì la
voce del Signore che le diceva: “Sediamo a mensa insieme!” E subito Egli
le parve seduto sur un trono davanti all'altare. Le anime di tutte le
suore della Congregazione uscirono dai loro corpi, sotto la figura di
vergini rivestite di una tunica candida come là neve, e vennero ad
assidersi ai piedi del Signore. I prelati occuparono dei seggi posti in
faccia del Signore, ed Egli disse loro: “Io sono in mezzo a voi come chi
serve; ma voi perseveraste meco nelle mie tentazioni, ed io vi preparo
il regno come mio Padre. a me l'ha preparato, affinché possiate mangiare
e bere alla mia mensa nel mio regno” (Luc., XXII, 28-30).
Dalle
parole, Io sono in mezzo a voi come chi serve, Metilde intese che il
Signore abitava nelle persone della Congregazione in tre maniere. In
parecchie per il gusto della divina grazia; in altre, per l'intelligenza
della Sacra Scrittura; in altre infine, per la fedeltà nell'imparare la
dottrina.
Metilde domandò cosa significassero le parole: Sicut qui
ministrat, e il Signore rispose: “Ciò ch'io vi servo, è il mio Cuore” e
manifestò il suo Cuore in mezzo al proprio petto, sotto la forma d'un
calice dove si vedevano tre cannelli, i quali significavano tre
sentimenti che il Signore ebbe nella sua vita mortale. Orbene, Egli
vuole che ogni uomo ordini le proprie disposizioni secondo questi tre
sentimenti; il primo, di amore e riverenza verso Dio Padre; il secondo,
di misericordia e carità verso n prossimo; n terzo, di umiltà e
abiezione rispetto a sé medesimo.
Nelle parole Vos estis qui
permansistis mecum in tentationibus meis, Voi perseveraste meco nelle
mie prove, sembrò a Metilde di udire un lamento del Signore per i
maltrattamenti che Egli riceveva nella Chiesa, specialmente in tre
maniere: il Clero non aveva n dovuto amore per la Sacra Scrittura, ma ne
usava per vanità; gli uomini spirituali trascuravano le cose dello
spirito per dedicarsi alle cose materiali; n popolo non si curava né
della parola di Dio, né dei sacramenti della Chiesa.
Dalle parole:
Ego dispono vobis regnum, Vi preparo il Regno, la Santa intese che il
Signore si sarebbe compiaciuto con delizia che la Congregazione si fosse
accostata con maggior frequenza alla mensa del suo Corpo e del suo
Sangue.
Le parve inoltre che il Signore desse da bere a tutti quelli
che si erano avvicinati ai cannelli infissi nel suo Cuore dicendo loro:
“Bibite et inebriamini: Bevete ed inebriatevi, miei diletti”. Ella
desiderò che tutte le anime in cielo, su la terra e nel purgatorio
avessero parte a tale grazia. Vide allora la Beata Vergine Maria seduta
alla destra del suo divin Figlio, inchinarsi con rispetto verso quei
cannelli e trarne un meraviglioso liquore, il quale dalle sue labbra si
sprigionava in un delizioso profumo, che imbalsamava tutti gli astanti.
Poi, i Cori dei Santi, avvicinandosi con riverenza, bevettero alla loro
volta.
Infine, il Signore disse: “Assorbirò in me i cuori di tutti quelli che in tal modo avranno bevuto nel mio Cuore”.