SCRUTATIO

Venerdi, 6 giugno 2025 - San Norberto ( Letture di oggi)

CAPITOLO XXIII: COME ESERCITARE LA PROPRIA MEMORIA INTENZIONI

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XXIII: COME ESERCITARE LA PROPRIA MEMORIA INTENZIONI
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Quella pia vergine pregava un giorno il Signore che si degnasse farle il dono di averlo sempre presente alla memoria del proprio cuore. Il Signore le mostrò il suo divin Cuore come una casa. L’anima, svolazzando come una colomba, entrò in quel Cuore amantissimo e vi trovò un mucchio di frumento. Il Signore le disse: “Quando la colomba trova del frumento in grande quantità, non porta via tutto, ma sceglie quei pochi granelli che le piacciono. Così devi fare anche tu; quando sentirai o leggerai la parola di Dio, la tua mente non potrà ritener tutto; raccoglierai tuttavia alcune parole onde ripassarle nella memoria e penserai: “Vediamo, in questa lettura che cosa ti insegna o ti prescrive il tuo Diletto?”

Nel medesimo giorno udì alla messa il Vangelo: Simile est regnum coelorum thesauro: Il regno del cielo è simile ad un tesoro; e disse al Signore: “Mio dolcissimo Maestro, che cosa debbo notare in questo Vangelo, secondo quanto mi avete suggerito?”
Il Signore rispose: “Che cosa è un tesoro? Un tesoro è composto di oro, di argento e di pietre preziose. L'oro indica l'amore, l'argento significa le opere buone, le gemme significano le virtù. L'argento è un metallo sonoro: così le buone opere rendono un suono dolcissimo alle mie orecchie. Se uno compierà opere buone dicendo a sé medesimo: Il tuo Dio si fece umile e si degnò di abbassarsi nelle opere basse e servili, tanto più tu che sei un vile omuncolo, devi essere umile e sottomesso; io ne scriverò il ricordo nel mio Cuore e nulla potrà mai cancellarlo. Analoghi pensieri si possono pure avere nella pratica delle altre virtù e così fare tutte le proprie azioni in mia memoria”.

Scorgendo un giorno una colomba nel suo nido, Metilde disse al Signore: “Ah, mio Diletto! in qual nido potrei riposarmi nel meditare?” Il Signore rispose: “Riunisci queste due estremità: l'altezza della mia suprema Divinità e la profondità della tua bassezza, e riposati in questi pensieri come l'uccello nel suo nido, riflettendo soprattutto alla grandezza della divina Maestà. Non discende forse la mia Maestà sino alla bassezza quando per l'effusione della grazia penetra sino al midollo dell'anima tua e ti unisce a me con una felice unione?”
Metilde usava in questo modo consultare il Signore a proposito di, tutte le sue azioni anche minime e volgari, cercando in ogni cosa il beneplacito della divina volontà.
Ella, un giorno, vide un'altra persona fare un atto di cui rimase scandalizzata, ma subito riconobbe la sua colpa e la confessò al Signore il quale le disse: “Quando ti capiterà di vedere qualche atto disordinato o scandaloso, mi loderai per la nobiltà di tutti gli atti miei. Quando vedrai qualcuno darsi alla superbia, mi loderai nella profondità della mia umiltà per cui mi sottoposi a tutti, benché fossi il Signore di tutti. Quando vedrai qualcuno trasportato dalla collera, mi loderai per la mansuetudine per cui davanti ai miei giudici comparii come un agnello; quando vedrai qualcuno darsi all'impazienza, mi loderai per la mia pazienza nel sopportare tutti. In tal modo, tutto quanto potrà dispiacerti, tutto supererai per mezzo mio, perché tutto quanto vedrai in me, sommamente ti piacerà”.

Un'altra volta il Signore le disse: “Cercami nei tuoi cinque sensi, a guisa di un ospite che, aspettando l'arrivo di un amico carissimo, guarda per le porte e per le finestre onde vedere se l'amico aspettato infine non arrivi; così l'anima fedele deve cercarmi senza posa per mezzo dei suoi sensi che sono le finestre dell'anima.
“Se vede cose belle ed amabili, pensi quanto sia bello, amabile e buono Colui che le ha fatte, e subito si elevi verso il Creatore dell'universo.
“Quando sente qualche melodia soave o qualche discorso piacevole, dica a sé stesso: Oh! quanto sarà dolce quella voce che un giorno mi chiamerà; quella voce che a tutte le voci comunica armonia e soavità ! E quando udrà conversazioni o letture, stia attenta se oda qualche cosa in cui possa ritrovare il suo Diletto.
“Parimenti se parlerà, questo sia per la gloria di Dio e la salvezza dei suoi fratelli. Nel cantare o nel leggere avrà. questo pensiero: “Vediamo, con questo versetto o con questa lettura cosa mi dice o mi préscrive il mio Diletto?
“In tutto adunque, l'anima fedele cerchi il suo Diletto affinché gusti la soavità delle divine dolcezze. Usando dell'odorato o del tatto, si comporti allo stesso modo, ricordandosi quanto sia soave lo Spirito di Dio e quanto saranno dolci i suoi baci ed i suoi divini abbracci.
“Ogni cosa piacevole deve dunque richiamarle la memoria delle delizie nascoste in Dio, il quale creò ogni bellezza ed ogni diletto affinché conoscessimo la sua bontà e ci portassimo al suo amore.
“L'anima deve comportarsi come lilla buona madre di famiglia che aiuta nel lavoro il suo caro fanciullo e non gli lascia sopportare da solo nessuna fatica. Così, la mia sposa fedele deve avere l'intenzione di soccorrere la S. Chiesa, nella quale Dio sempre agisce; di offrire al Signore, per quanto è in suo potere, le lodi, le azioni di grazie e le preghiere che gli verrebbero offerte da tutte le creature insieme, se queste fossero fedeli; e infine tutto il servizio che da, ognuna in particolare dovrebbe essergli reso. Inoltre, sia disposta a sopportare tutte le pene, tutte le tribolazioni e tutte le fatiche che mai siano state sofferte per amore di Dio”.