CAPITOLO XIII: COME SI DEBBA SCUOTERE IL TORPORE E IL SONNO
Santa Matilde di Hackeborn

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Un giorno d'estate, quella pia e divota Vergine che sempre con ardore
aspirava verso le cose celesti, vide parecchie suore indolenti e
sonnacchiose durante la messa. Animata dallo zelo della giustizia e
insieme da un sentimento di pietà, disse al Signore: “Ah! Signore Iddio,
che cosa è dunque l'uomo? 'Quanto è debole e miserabile, poiché persino
durante i santi Misteri non può trattenersi dal sonnecchiare!”.
Il Signore disse: “Se si pensasse alle gioie del paradiso o almeno alle pene dell'inferno, ben si scaccerebbe il sonno”.
“Ma quelli che non hanno forza sufficiente, ripigliò la Santa, come Se la caveranno?”
“Se
uno avesse un amico carissimo, disse il Signore, sarebbe dolentissimo
di essere privato dalla sua familiarità. Così chi riflettesse ch'io sono
l'amico infinitamente tenero e fedele, il quale a chiunque si avvicina a
me scopro segreti così degni che pienamente accontentano ogni desiderio
ed ogni volontà di sapere, sarebbe giustamente eccitato a cercare in me
le sue delizie.
“Se si pensasse alla soavità con la quale posso
saziare i cuori; se si sapesse quanto sia potente chi mi possiede e
quanto perciò sia libero, col partecipare alla mia libertà, per
adempiere senza ostacolo ciò che vuole, ti assicuro che si scaccerebbe
il sonno”.
Dopo dolci colloqui con Dio, Metilde udì dal Signore
queste parole: “Io sono tuo, sono in tuo potere, conducimi dove vorrai”.
Ella lo condusse in coro verso le suore alle quali Egli attestò il suo
tenero affetto, come se a ciascuna facesse un regalo. Domandò al Signore
cosa avesse dato loro. - “Il soffio del mio Spirito”, disse il Signore.
“Qual profitto ne ricaveranno?” ripigliò Metilde.
“Il
soffio del mio Spirito, continuò il Signore, fa risentire all'anima una
certa dolcezza dalla quale nasce il gusto di Dio. Se l'anima vuole
prestarsi e disporsi a ricevere di più, verrà anche la riconoscenza. Se
praticherà la riconoscenza, così che non riceva dono alcuno da Dio senza
risentirne una speciale gratitudine, con vigoroso ardore si porterà al
bene e così avverrà che, camminando ogni giorno sempre più nella virtù,
si troverà infine nell'abbondanza di ogni bene”.