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Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO XII: LA SANTA MESSA

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XII: LA SANTA MESSA
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Metilde, al pensiero della sua personale miseria, disse al Signore “Ahimé, quale trista e miserabile Sposa non avete mai in me, o mio Signore! Non ardirei certo portare quell'anello che è segno di fedeltà, se non l'avessi ricevuto da Voi stesso!”
Il Signore le mostrò un anello grande abbastanza per contenere assieme il Signore e l'anima; e in quello brillavano sette gemme preziosissime. L'anima intese che queste gemme significavano sette maniere speciali con cui il Signore viene a noi nella Santa Messa.
Egli scende dapprima con tale una umiltà che non v'è creatura tanto vile verso cui non si inchini, purché essa lo desideri.
Viene con la pazienza perché non v'è peccatore, non v'è nemico ch'Egli non sopporti e non assolva, purché lo trovi pentito.
Viene con tanto Amore che alla sua presenza il cuore, più freddo e più ostinato può infiammarsi e, fondersi di amore, purché consenta a non opporvi resistenza.
Viene con una liberalità tanto generosa che non v'è povero il quale non possa esservi, magnificamente arricchito.
Viene per donare sé stesso a tutti sotto la forma di un alimento così dolce, delizioso e forte, che ogni malato ed ogni affamato possono trovarvi la sanità e la piena sazietà.
Viene con tale uno splendore che non v'è cuore cieco e tenebroso, il quale dalla sua presenza non possa essere purificato ed illuminato.
Viene, infine, così pieno di santità e di grazia, che l'uomo più vile d'animo e meno devoto può scuotere allora il suo torpore e infiammarsi di divozione.

Un giorno, non consentendole la sua debolezza l'andare più oltre, Metilde dovette fermarsi nel chiostro per ascoltare la messa; ma. ne gemeva e si doleva con Dio quasi fosse abbandonata.
Il Signore subito le disse “Dove sei tu, là sono anch'io”.
La Santa domandò. se vi fosse difetto alcuno che offendesse la coscienza nell'udire la messa soltanto da lontano.
“Conviene essere presente, rispose il Signore; ma, se non è possibile, bisogna cercare di essere vicino almeno in modo da udire le parole; l'Apostolo, infatti dice: La parola di Dio è viva, efficace e penetrante. La parola di Dio vivifica l'anima, diffonde in lei il gaudio spirituale, come si vede nei fedeli e nelle persone semplici che, senza intendere ciò che leggono, ne risentono un gaudio spirituale dal quale vengono eccitate alla penitenza. La parola di Dio fa che l'anima produca virtù reali ed opere buone; perché la penetra per illuminarla.
“Quando l'infermità, o l'obbedienza, o qualche causa ragionevole impedisca ad una persona di assistere alla messa, non importa dove stia, io sono con lei”.
Metilde ripigliò: “O Signore, ditemi ora qualche cosa della messa che viene ora celebrata, perché l'anima mia ne venga spiritualmente consolata”. Il Signore le rispose: “Ecco, si cantano i tre Agnus Dei. Nel primo, mi offro per voi a Dio Padre con la mia umiltà e la mia pazienza. Nel secondo, mi offro con tutta l'amarezza dei miei patimenti onde essere là vostra riconciliazione. Nel terzo, mi offerisco con tutto l'amore del mio divin Cuore, per supplire a tutti i beni che, mancano agli uomini.
“E sappi quanto farò per chi sente la messa con zelo e divozione: nell'ultima sua ora, per consolarlo, difenderlo, e formare per la sua anima un corteo d'onore, gli invierò tanti nobili Spiriti della mia celeste corte, quante saranno le messe che avrà sentite su la terra”.

Un'altra volta, nell'andare alla messa, Metilde vide il Signore scendere dal cielo, tutto vestito di bianco, dicendo: “Quando gli uomini vanno in chiesa, si preparino con la penitenza, percuotendosi il petto e confessando i loro peccati; in questo modo potranno portarsi incontro alla mia divina luce e riceverla in sé medesimi. Questa luce viene appunto rappresentata dalla fulgente bianchezza delle mie vesti”.