CAPITOLO XII: LA SANTA MESSA
Santa Matilde di Hackeborn
Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
Metilde, al pensiero della sua personale miseria, disse al Signore
“Ahimé, quale trista e miserabile Sposa non avete mai in me, o mio
Signore! Non ardirei certo portare quell'anello che è segno di fedeltà,
se non l'avessi ricevuto da Voi stesso!”
Il Signore le mostrò un
anello grande abbastanza per contenere assieme il Signore e l'anima; e
in quello brillavano sette gemme preziosissime. L'anima intese che
queste gemme significavano sette maniere speciali con cui il Signore
viene a noi nella Santa Messa.
Egli scende dapprima con tale una umiltà che non v'è creatura tanto vile verso cui non si inchini, purché essa lo desideri.
Viene con la pazienza perché non v'è peccatore, non v'è nemico ch'Egli non sopporti e non assolva, purché lo trovi pentito.
Viene
con tanto Amore che alla sua presenza il cuore, più freddo e più
ostinato può infiammarsi e, fondersi di amore, purché consenta a non
opporvi resistenza.
Viene con una liberalità tanto generosa che non v'è povero il quale non possa esservi, magnificamente arricchito.
Viene
per donare sé stesso a tutti sotto la forma di un alimento così dolce,
delizioso e forte, che ogni malato ed ogni affamato possono trovarvi la
sanità e la piena sazietà.
Viene con tale uno splendore che non v'è
cuore cieco e tenebroso, il quale dalla sua presenza non possa essere
purificato ed illuminato.
Viene, infine, così pieno di santità e di
grazia, che l'uomo più vile d'animo e meno devoto può scuotere allora il
suo torpore e infiammarsi di divozione.
Un giorno, non
consentendole la sua debolezza l'andare più oltre, Metilde dovette
fermarsi nel chiostro per ascoltare la messa; ma. ne gemeva e si doleva
con Dio quasi fosse abbandonata.
Il Signore subito le disse “Dove sei tu, là sono anch'io”.
La Santa domandò. se vi fosse difetto alcuno che offendesse la coscienza nell'udire la messa soltanto da lontano.
“Conviene
essere presente, rispose il Signore; ma, se non è possibile, bisogna
cercare di essere vicino almeno in modo da udire le parole; l'Apostolo,
infatti dice: La parola di Dio è viva, efficace e penetrante. La parola
di Dio vivifica l'anima, diffonde in lei il gaudio spirituale, come si
vede nei fedeli e nelle persone semplici che, senza intendere ciò che
leggono, ne risentono un gaudio spirituale dal quale vengono eccitate
alla penitenza. La parola di Dio fa che l'anima produca virtù reali ed
opere buone; perché la penetra per illuminarla.
“Quando l'infermità, o
l'obbedienza, o qualche causa ragionevole impedisca ad una persona di
assistere alla messa, non importa dove stia, io sono con lei”.
Metilde
ripigliò: “O Signore, ditemi ora qualche cosa della messa che viene ora
celebrata, perché l'anima mia ne venga spiritualmente consolata”. Il
Signore le rispose: “Ecco, si cantano i tre Agnus Dei. Nel primo, mi
offro per voi a Dio Padre con la mia umiltà e la mia pazienza. Nel
secondo, mi offro con tutta l'amarezza dei miei patimenti onde essere là
vostra riconciliazione. Nel terzo, mi offerisco con tutto l'amore del
mio divin Cuore, per supplire a tutti i beni che, mancano agli uomini.
“E
sappi quanto farò per chi sente la messa con zelo e divozione:
nell'ultima sua ora, per consolarlo, difenderlo, e formare per la sua
anima un corteo d'onore, gli invierò tanti nobili Spiriti della mia
celeste corte, quante saranno le messe che avrà sentite su la terra”.
Un'altra
volta, nell'andare alla messa, Metilde vide il Signore scendere dal
cielo, tutto vestito di bianco, dicendo: “Quando gli uomini vanno in
chiesa, si preparino con la penitenza, percuotendosi il petto e
confessando i loro peccati; in questo modo potranno portarsi incontro
alla mia divina luce e riceverla in sé medesimi. Questa luce viene
appunto rappresentata dalla fulgente bianchezza delle mie vesti”.