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Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO XI: PER VIVERE SECONDO IL BENEPLACITO DEL SIGNORE E RIPARARE LE PROPRIE NEGLIGENZE.

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XI: PER VIVERE SECONDO IL BENEPLACITO DEL SIGNORE E RIPARARE LE PROPRIE NEGLIGENZE.
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Un giorno, dopo la comunione, Metilde desiderava sapere ciò che il Signore volesse da lei; subito le parve di trovarsi in un campo tutto sparso di. rose e di gigli, di viole e di mille altri graziosi fiori. Le rose rappresentavano i Martiri; i gigli le Vergini; le viole e gli altri fiori simboleggiavano le Vedove e tutti i Santi.
Vi era pure un magnifico campo di frumento, dove il Signore stava seduto, come rinchiuso dai quattro lati. nel frumento. La Serva di Cristo intese che il campo significava tutto il frutto che l'Umanità di Gesù Cristo aveva procurato alla Chiesa. Usignoli e allodole, emettendo dolcissimi canti, svolazzavano attorno al Signore: gli usignoli significavano le anime accese di amore, e le allodole quelle che compiono le loro buone opere con gioia e mansuetudine.
Le parve pure che una colomba prendesse il suo riposo in seno al Signore, simbolo delle anime rette le quali con un cuore semplice accolgono i doni del cielo, né discutono le opere di Dio, né giudicano quelle degli uomini; in tali anime soprattutto, il Signore grandemente si diletta.
Desiderando sapere dome dovesse condurre la propria vita. Metilde vide che la vita di Gesù Cristo su la terra ebbe quattro caratteri che poteva considerare per imparare a regolarsi nella propria condotta.
Cristo dapprima fu fervente di cuore; così ella a suo esempio, doveva quando si trovasse sola, tener sempre la sua mente rivolta a Dio, considerando, sia la Sua Divinità, sia le opere della Sua santa Umanità, oppure le operazioni di Dio nei suoi Santi, o le grazie che la divina Misericordia le aveva già concesse.
Cristo inoltre fu mansueto ed affabile con tutti; così ella doveva mostrarsi sempre amabile ed affabile; né offendere mai nessuno con parole mordenti, occupandosi unicamente delle azioni di Nostro Signore e dei Santi e di ciò che può essere vantaggioso al prossimo.
Cristo, in terzo luogo, fece sempre opere utili, nel risanare tanto i corpi quanto le anime; così ella doveva applicarsi con gran cura ad operare in ogni cosa con un cuore allegro e prudente, per la gloria di Dio e la salvezza del prossimo.
Cristo infine fu supremamente paziente nelle persecuzioni e nei dolori; così doveva essa pure tenersi libera da ogni asprezza nelle pene e di fronte alle ingiurie. Nel pascolo la pecora sovente fa sentire il suo belato; ma quando viene condotta alla morte, davanti al carnefice tace. Così l'anima fedele deve essere timorosa quando non risente nessuna pena, ma nel tempo della tribolazione tenersi pienamente sicura.

Dopo questo, Metilde pregava ancora il Signore che le volesse insegnare come potesse vivere ad ogni istante secondo il suo beneplacito.
Il Signore disse: “Ogni mattina, nell'alzarti mi offrirai il tuo cuore, affinché io lo riempia del liquore del mio amore. Nella messa, starai con me come in un convito dove tutti si riuniscono niuno eccettuato, ma nel quale tutti partecipano alla spesa, cioè apportano il contributo delle loro preghiere. lo che sono il Signore, nella messa guarisco le piaghe di tutti con la liberalità della mia divina Maestà; rimetto i peccati; arricchisco di virtù quelli che ne sono privi é consolo tutti gli afflitti.
L'anima disse inoltre: - “Signore, che fate Voi quando io prego e recito i Salmi?”
“Ascolto, rispose il Signore; quando tu canti, io accordo la mia voce con la tua; quando tu lavori io riposo e quando più con attenzione e fede tu attendi al tuo lavoro, tanto più è dolce il mio riposo in te. Quando tu prendi il tuo cibo, io lavoro, perché mi nutro di te e tu ti nutri di me; infine quando tu dormi, io veglio e ti custodisco”:

OFFRIRE A DIO IL PROPRIO CUORE

Il Signore le disse ancora: “Al mattino nell'alzarti, saluterai il Cuore tenero e forte del tuo dolcissimo Amante, perché da Lui senza fine, in cielo e in terra, sempre proviene e proverrà ogni bene, ogni gaudio, ogni felicità. Ti sforzerai con tutte le tue forze di unire ed infondere il tuo cuore in quel Cuore divino, dicendogli: “Lode, benedizione, gloria e salute al vostro dolcissimo e benevolissimo Cuore, o Gesù mio fedelissimo amante! Vi ringrazio per la custodia fedele di cui mi avete circondata in questa notte, in cui non avete cessato di offrire per me a Dio Padre le azioni di grazie e gli omaggi di cui gli sono debitrice.
“E ora, o mio unico Amore, vi offro il mio cuore come una rosa di fresco sbocciata, la cui bellezza possa in tutta la giornata attirare i vostri sguardi e con la sua fragranza allietare il vostro Cuore.
“Ve lo offro altresì come una coppa nella. quale possiate bere le vostre proprie dolcezze con le azioni che vi degnerete di compiere in me in questa giornata.
“Ve lo offro come una melagrana che sia degna col suo squisito sapore di comparire  nel vostro regale festino, affinché possiate assorbirlo e transustanziarlo in Voi medesimo, così bene che per l'avvenire si senta felice dentro il vostro divin Cuore. Vi prego di dirigere in quest'oggi tutti i miei pensieri, le mie azioni e la mia volontà secondo il beneplacito della vostra benignissima volontà.
“Farai poi il segno della croce, dicendo; Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; Padre Santo in unione con l'amore del vostro amabilissimo Figlio, vi raccomando il mio spirito; le quali parole tu ripeterai pure al principio di ogni tua azione, nell'entrare nel coro, nell'intonare le Ore e quando vorrai pregare. Fatto questo, abbi fede e confidenza in Dio che non lascerà senza frutto nessuna delle tue azioni.
“Alla divina Sapienza affiderai la tua vita interna ed esterna, pregandola che ti illumini onde tu intenda oltrechè la mia volontà, anche tutto ciò che può esserle accetto.
“Alla divina Misericordia affiderai le tue orecchie, affinché ti conceda di intendere tutto quanto sentirai in quella giornata, né permetta che tu veda o senta nulla di male.
“Alla divina Fedeltà raccomanderai le tue labbra, pregandola di diffondere in te il gusto del suo spirito che riempia tutto quanto dirai in quel giorno, affinché la tua bocca non si apra che per la lode e l'azione di grazie, é la divina Fedeltà ti custodisca da ogni colpa.
“Affiderai le tue mani alla divina Clemenza, affinché unisca le sue opere alle tue, onde le santifichi e le renda perfette, tenendole custodite da ogni male.
“Raccomanderai il tuo cuore al divino Amore affinché lo nasconda nel suo divin Cuore e l'infiammi, a segno che non possa più gustare né gaudio né diletto terreno.
“Nella messa, offrirai di nuovo il tuo cuore a Dio, affinché prima delle preghiere segrete45 sia purificato, distaccato da ogni umana preoccupazione, e così sia preparato per ricevere le effusioni del divino Amore, le quali presto traboccheranno su tutti gli astanti”.

Durante la messa, la Serva di Cristo vide il Cuore di Gesù Cristo sotto il simbolo di una lampada trasparente come il cristallo più puro e ardente come la fiamma. Questa lampada da ogni parte lasciava traboccare la sua incomparabile dolcezza la quale, più soave del miele, penetrava i cuori di tutti i divo ti astanti. Il fuoco significava l'ardore di quel divino amore che portò Cristo ad offrire sé stesso per noi a Dio Padre su l'altare della Croce. La dolcezza diffusa negli astanti significava la sovrabbondanza dei beni e della felicità che Egli ci ha data nel suo divin Cuore.
Sì, in Cristo veramente possediamo tutto quanto può esserci salutare ed utile, vale a dire, la lode e l'azione di grazie, la preghiera, l'amore, il desiderio, la soddisfazione, infine tutto quanto può compensare le nostre negligenze.
Un'altra volta, quella divota vergine pregava per una persona, la quale domandava qual cosa il Signore potesse accettare in riparazione delle sue negligenze, e dallo Spirito Santo ricevette questa risposta: “Reciti tre volte ogni giorno il Laudate Dominum omnes gentes.
“Nel primo, all'alba, essa prenderà il fanciullo Gesù per mano e lo presenterà a Dio Padre con le opere della sua infanzia, onde supplire a tutto il bene che ha omesso quando era bambina.
“Il secondo Laudate, lo dirà alla messa, e pigliando il Signore Gesù come Sposo dell'anima sua, si scuserà davanti a Dio Padre, di non aver reso a questo divino Sposo quella corrispondenza di fedeltà e di tenerezza e tutta quella riverenza che gli sono dovute. Ricorderà i benefizi che da Lui ha gratuita­mente ricevuto, pe1rchè, mentre era vile e povera, Egli si degnò di arricchirla dei suoi beni. Infine, offrirà a Dio Padre l'ardentissimo amore e le virtù che contrassegnarono la giovinezza di Cristo.
“Alla sera, dirà il terzo Laudate Dominum; pigliando il Signor Gesù con tutta la sua vita perfettissima, lo presenterà a Dio Padre per riparare le sue negligenze, e chiederà che per mezzo di Lui, le siano supplite tutte le proprie imperfezioni.
“Inoltre, se vuole ricuperare completamente tutto quanto ha perduto e tutto quanto ha fatto di male o con negligenza, si accosti sovente al nobilissimo e degnissimo sacramento del Corpo di Cristo, il quale contiene in sé tutti i beni ed ogni grazia”.