CAPITOLO X: LE MEMBRA DI CRISTO SONO SCINTILLANTI SPECCHI
Santa Matilde di Hackeborn
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Metilde un giorno vivamente si doleva con la Beata Vergine Maria per un
impedimento che pensava di aver incontrato nel servizio del Signore.
“Fatti avanti, le rispose la Santissima Vergine,.,e tieniti riverente
davanti a mio Figlio”. Queste parole le fecero subito intendere che,
quando nel servizio di Dio sorge qualche impedimento per causa del
contegno altrui verso di noi, ovvero per causa di nostre personali
disposizioni provenienti da fatti esterni, da desideri o da
reminiscenze, impedimento insomma di qualunque natura, dobbiamo
accoglierlo come un messaggero del Signore. Dobbiamo dunque, in tal
caso, portarci con riverenza davanti a Lui, e rinviare, per così dire,
verso il Signore un tale impedimento con la lode e l'azione di grazie.
La
Serva di Dio vide allora due specchi posti su le ginocchia del Signore;
altri specchi erano pure su le vesti di Lui; sul suo petto poi vi era
uno specchio così lucente che sembrava comunicare a tutti gli altri il
suo splendore. Quest'immagine significava che le membra di Gesù Cristo,
nelle loro azioni, risplendono per noi come specchi, perché le opere di
Cristo procedono dal suo Cuore per l'amore.
I suoi piedi cioè i suoi
desiderii, sono oltremodo rilucenti agli occhi nostri e ci fanno
conoscere quanto i nostri passi siano lenti nelle cose divine e spesso
inutili nelle cose umane.
Le ginocchia di Cristo sono specchi di
umiltà; moltissime volte si piegarono per noi nella preghiera e si
abbassarono sino a terra, come quando lavò i piedi agli Apostoli. Là
possiamo riconoscere la nostra superbia, la quale ci impedisce di
umiliarci, mentre non siamo che cenere e polvere.
Il Cuore di Cristo è
per noi lo specchio di ardentissimo amore, in cui possiamo conoscere
come il nostro cuore sia tiepido per Dio e per il prossimo.
Le mani
di Cristo sono per noi specchi di opere buone e sante, e in quelle
possiamo conoscere quanto siamo negligenti nell'operare il bene e pronti
invece nel trasgredire i comandamenti di Dio e i doveri del nostro
Stato.
La bocca di Cristo è per noi lo specchio, di soavi discorsi di
lode e di azione di grazie, e vi possiamo conoscere la vanità delle
nostre parole e le nostre negligenze nella preghiera e nella divina
lode.
Gli occhi del Signore sono per noi specchi della verità divina;
da quelli possiamo conoscere le tenebre della nostra infedeltà, le
quali si oppongono in noi alla conoscenza della Verità.
Le orecchie
del Signore sono specchi di obbedienza; infatti, quanto Cristo fu pronto
sempre all'obbedienza verso il Padre suo, 'altrettanto adesso è sempre
attento alle nostre - preghiere e sempre inclinato ad esaudirle, perciò
possiamo riconoscere la nostra disobbedienza e la durezza del nostro
cuore rispetto alle necessità dei poveri.