CAPITOLO IX: “CRISTO VIVE IN ME” - UNIONE COL SIGNORE
Santa Matilde di Hackeborn

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Un giorno, quella divota ancella di Cristo rendeva grazie al Signore per
l’opera della nostra Redenzione e, mentre era arrivata a quell'articolo
in cui lo ringraziava di essersi degnato per noi di ricevere il
battesimo di Giovanni, il Signore le disse: “Io ti voglio battezzare”.
Nel medesimo istante, un'acqua abbondantissima con impetuosità zampillò
dal divi n Cuore e inondò l'anima di Metilde. Il Signore soggiunse:
“Voglio essere la tua madrina. Le madrine istruiscono le loro figlie
spirituali, ti insegnerò adunque tre cose.
“La prima, che devi sopportare ogni pena spirituale e corporale, non per te, ma per me, - come s'io la soffrissi in te”.
“La
seconda, che riceverai con gaudio e riconoscenza tutti i servizi e
benefizi altrui, come se il prossimo li facesse a me e non a te.
“La
terza che devi vivere per me così completamente che tu possa attribuire a
me stesso, e non a te, tutto il complesso dei tuoi atti, dimodochè, in
una. parola, ormai tu non sii che una veste di cui mi copra io medesimo e
sotto la quale io possa ordinare è compiere tutte le tue azioni”.
Durante
una messa solenne, la Santa si era sentita indolente e sonnolenta e con
tristezza si dolse col Signore della propria negligenza. Egli le disse:
“Se tu non trovassi in te nulla che ti dispiacesse, come riconosceresti
la mia bontà?”
Metilde si ricordò allora di una persona di cui
conosceva le pene e si mise a pregare per lei; il Signore le diede una
risposta adatta allo stato di quella. Tra altre cose le disse: “E perché
dunque non vorrebbe ricevere ciò che sono disposto a darle? Io le offro
volentieri tutta la vita innocente e santissima che passai su la terra;
la prenda e con quella supplisca a ciò che le manca”.
Metilde
ripigliò: “Se voi ci amate al punto che possiamo appropriarci tutto
quanto è vostro, o dolcissimo Signore e mio Dio, ditemi che dobbiamo
fare”.
Il Signore rispose: “Offrite a Dio Padre tutti i vostri
desiderii, le vostre intenzioni e le vostre preghiere unendo tutto ai
miei desiderii ed alle mie preghiere. Quest'offerta ascenderà verso Dio e
a Lui sarà accetta come una sola offerta con la mia, in quella guisa
che vari aromi gettati assieme sul fuoco producono un solo fumo il quale
dritto sale al cielo,
“La preghiera offerta in unione con la mia
preghiera è veramente accetta a Dio come il profumo di un incenso
prezioso. Benché ogni preghiera penetri nel cielo, non ha il medesimo
valore se non è unita con la mia, né sarà da Dio accettata con tanta
gratitudine.
2. - “Adempite tutti i vostri lavori e le vostre azioni
in unione con le mie fatiche e con le mie opere. Per questo mezzo le
opere dell'uomo sono sommamente nobilitate, come il rame fuso con l'oro
perde, per così dire, la sua natura propria per assumere il valore di
quel prezioso metallo. Un pugno di frumento gettato sur un mucchio di
frumento sembra moltiplicarsi; così le opere dell'uomo, le quali per sé
stesse sono un nulla, si accrescono quando vengono congiunte con le mie,
ed il loro valore ne viene moltiplicato.
3. - “L'uomo su la mia vita
regoli i suoi movimenti, le sue forze, i suoi sentimenti, i suoi
pensieri, le sue parole, tutta la sua vita insomma; questa ne resterà
ringiovanita e nobilitata come un bel uccello che rinnovasse le sua
giovinezza volando da un clima umido o da un'aria pestifera, ad
un'atmosfera sana e vivificante. In tal modo l'uomo terreno, passando
dalla sua prima vita ad una vita tutta nuova, diventerà tutto celeste e
si eleverà all'unione con me”.
Dunque, fratelli miei cari, riceviamo
con profonda riconoscenza questa preziosissima degnazione della divina
pietà, questo sublime favore della divina nobiltà, ed appropriamoci la
santissima vita di Cristo per supplire a tutto ciò che manca ai nostri
meriti. Sforziamoci, secondo il nostro potere, di renderei simili a Lui
con le nostre virtù; questa sarà la nostra suprema gloria nell'eterna
beatitudine. Qual maggior gloria, infatti, che di avvicinarci, per una
certa somiglianza, a Colui che è il Candore dell'eterna luce!