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Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO III: DEL MODO DI LODARE IL SIGNORE

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO III: DEL MODO DI LODARE IL SIGNORE
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Un'altra volta, mentre soffriva per una grave malattia, Metilde disse al Signore: “Come è povero il mio spirito in questo momento! lo non sono capace né di lodarvi, né di pregarvi”.
Il Signore si degnò di risponderle: “Tu puoi lodarmi in questi termini: Gloria a Voi, dolcissima, nobilissima, luminosissima, sempre tranquilla ed ineffabile Trinità. Io unirò la parola Dolcissima, alla mia divina dolcezza; Nobilissima alla mia sovreminente nobiltà; Luminosissima alla mia inaccessibile luce; Tranquilla al mio riposo eternamente libero da qualsiasi turbamento; Ineffabile alla mia inesprimibile bontà. Io medesimo presenterò nel modo più gradito questa lode all'adorabile Trinità”.

Metilde vide di nuovo il Signore circondato di inenarrabile splendore e sul suo petto scintillava una lastra d'argento, brillante adornata di cesellature, le quali rappresentavano le sofferenze sopportate dai Santi per suo amore. I loro mèriti, le loro dignità, e persino i loro pensieri, parole, ed atti anche minimi, compiuti o sofferti; tutto questo complesso distintamente si scorgeva, perché non fecero mai per suo amore cosa tanto piccola che non abbia un premio eterno, e per sempre glorificano Dio per tutti i suoi doni. Contemplando questa meraviglia, l'anima disse: “O dolcissimo ed amabilissimo mio Signore, in quale occupazione debbo esercitarmi onde meglio piacervi?” - “Nella lode” rispose il Signore. Essa ripigliò: “Allora, insegnatemi come possa lodarvi degnamente”.
Il Signore le insegnò tre modi di lodarlo, i quali sono come tre forti squilli di tromba: “Tu mi loderai, disse, nella Onnipotenza del Padre, per la quale nel Figlio e nello Spirito Santo Egli opera secondo il suo volere: nessun essere creato, per quanto sia grande la sua capacità, può comprendere un tal mistero.
“Loderai la inscrutabile Sapienza del Figlio, Sapienza ch'Egli comunica pienamente e con una inalterabile libertà, al Padre ed allo Spirito Santo, mistero così profondo che da nessuna creatura, né in cielo né in terra, può essere compreso.
“Loderai la benignità dello Spirito Santo ch'Egli abbondantemente comunica al Padre e al Figlio secondo ogni suo volere; ed alla quale nulla di quanto esiste può pienamente partecipare”.
L'anima, mentre si esercitava a colpire in questo modo il Cuore del suo Diletto e a lodarlo, sentì questo primo squillo risuonare nel cielo intero.
Il Signore continuò: “Il secondo squillo o la seconda maniera, sarà di lodarmi per tutte le grazie ed i doni che dalla mia infinita bontà fluirono e fluiscono su la Madre mia piena di grazie e ricolmata di beni più di ogni creatura. Inoltre mi loderai per tutti i favori concessi ai Santi che già godono della presenza della mia Divinità e mi contemplano con giubilo, riconoscendomi come la fonte di ogni bene.
“Il terzo squillo sarà di lodarmi per i doni e le grazie che diffondo sopra tutti gli uomini, sopra i buoni che in tal modo vengono santificati e fortificati; sopra i peccatori ch'io invito alla penitenza perché con infinita misericordia aspetto che facciano il bene; e,d anche su le anime che la mia grazia libera ogni giorno dal purgatorio per introdurle nei gaudi del Paradiso”.
Per la prima lode, Metilde credette bene recitare l'Antifona: Tibi decus ecc.: A Voi l'onore e l'impeto, a Voi gloria e potenza, a Voi lode e giubilo nei secoli eterni, o Dio, beata Trinità!
Per la seconda: Te jure laudant etc.: Giustamente, o beata Trinità, tutte le vostre creature Vi lodano, Vi adorano e Vi glorificano.
A Voi lode, a Voi gloria, a Voi - azione di grazie.
Per la terza: Ex quo omnia, ecc.: Da Lui ogni cosa, per Lui ogni cosa, in Lui ogni cosa, a Lui gloria nei secoli, a Voi lode!
Dopo questo, il gioiello che adornava e copriva il petto del suo Diletto si divise nel mezzo e l'anima, secondo il suo desiderio, penetrò nel dolce Cuore di Cristo, nel quale divenne un solo Spirito col suo Diletto, e poté vedere e gustare ciò che all'uomo non è possibile esprimere.