CAPITOLO XX: COME L'ANIMA PREPARI NEL SUO CUORE UNA CASA PER IL SIGNORE
Santa Matilde di Hackeborn
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Un sabato, durante la messa Salve sancta Parens, ella disse - al
Signore: “Oh, se potessi per vostro amore, o Dio amabilissimo, esaltare
la vostra gloriosa Madre con le mie lodi e offrirle per onorarla i doni
più splendidi che mai nessuna regina abbia ricevuti!”.
Il Signore
tosto fece segno a due Angeli, come per farsi portare qualche oggetto.
Essi se n'andarono e riportarono una specie di sacchetto bianco che
deposero davanti al Signore. Questo sacchetto conteneva le buone opere
di Metilde. Tra altri gioielli, il Signore prese una croce d’oro che
figurava le sofferenze; scelse inoltre un magnifico giglio che attaccò
sul proprio petto a guisa di ornamento.
Ma l'anima, rapita dalla
dolcezza di questa scena, disse al suo Signore: “O Diletto del mio
Cuore, come vorrei di questo mio cuore formare il dono più ricco e più
degno di Voi”.
Il Signore rispose: “Non potrai mai trovare un dono
che mi sia più gradito di una piccola casa formata nel tuo cuore,
affinché io vi abiti continuamente e vi trovi le mie delizie. Questa
casa non avrà che una sola finestra da cui parlerò e distribuirò agli
uomini i miei doni”.
Ella intese che questa finestra figurava le sue
proprie labbra di cui doveva usare per distribuire la parola di Dio e
per istruire o consolare quelli che si fossero rivolti a lei.