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Lunedi, 19 maggio 2025 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

CAPITOLO XII: LA VISIONE DEL ROVO – I NOVE CORI DEGLI ANGELI E IL GIUSTO

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XII: LA VISIONE DEL ROVO – I NOVE CORI DEGLI ANGELI E IL GIUSTO
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Per la morte del giovine Signore Conte, B., la Comunità era andata in processione davanti al corteo funebre; e la Serva di Dio, aveva preso molto piacere nel contemplare la vasta pianura della campagna. Più tardi, siccome per la malattia non poteva né dormire né alzarsi per pregare, il Signore le apparve vestito di bianco, dolcemente consolandola delle sue pene e delle sue infermità. Ma ella disse al Signore: “Mio Signore, se mi fosse almeno permesso di andare a passeggiare in quella pianura che attraversai poco tempo fa!” Il Signore rispose: “Non sai tu il proverbio volgare: Orecchie ha il bosco e occhi la pianura?” E soggiunse: “Il bosco ha orecchie perché se due persone siedono presso un roveto per discorrere, quelli che passano potranno udirle”.
D'un tratto apparve un rovo magnifico, largo e folto, formato di virgulti che salivano ben dritti. Il Signore sedeva con Metilde sotto questo rovo, di cui i giovani rami sembravano essere le virtù di Dio: sapienza, benignità, giustizia, misericordia, carità ed altre, tutte connaturali al Signore. Tutte infatti, simili all'ulivo, sono sempre in fiore, verdeggianti e fiorite in nuovi polloni.
L'anima abbracciò il ramo della giustizia, dicendo al Signore: “Mi conviene abbracciare adesso con riconoscenza questo ramo, poiché Voi mi mettete alla prova con la vostra giustizia, nel mandarmi pene e tribolazioni”. Ma questo ramo le parve essere Dio medesimo; perciò se lo tenne strettamente abbracciato, e si mise a lodarlo con queste parole: “Io ti lodo, o sole di giustizia; ti lodo, o splendore di giustizia, ecc.”. In quel mentre, dal Divin Cuore uscì un fiume, il quale si diffuse sopra di Lei e investendola tutt'intera, dissipò la sua tristezza a segno che non ne rimaneva traccia. Il Signore le. disse: “Ecco il rovo di cui, parla la Scrittura: “Emissiones tuae paradisus: Le tue espansioni sono un paradiso”.
Attorno a questo rovo stavano gli Angeli, i loro cori l'avevano circondato come di nove circoli.

Il Signore disse all'anima: “Ecco ciò che si legge nella Scrittura: “Quae habitas in hortis, amici auscultant: O tu che abiti nei giardini, i tuoi amici ascoltano” (Cant. VIII, 13).
Per divina ispirazione l'anima conobbe il modo con cui gli Angeli assistono il giusto, in rutto il bene che compie.
“Quando uno legge i Salmi od altre parti della Scrittura, oppure si dedica a qualche opera buona, gli Angeli sono presenti per assisterlo.
“Quando nell'orazione conversa con Dio, oppure ascolta la parola di Dio, ovvèro parla dì Dio, è assistito dagli Arcangeli.
“Se medita su le virtù di Dio, su la sua potenza, la sua sapienza, la sua bontà, la sua giustizia, la sua misericordia, la sua longanimità, la sua carità, e quando si sforza per quanto è possibile d'imitare queste virtù, le Virtù, sono al suo servizio.
“Quando l'uomo, pensando all'ineffabile e sublime divinità, trema davanti a Dio e a Lui umilmente si sottomette, è assistito dalle Potestà.
“Ma quando nel suo cuore esalta la nobiltà e la grandezza della Divinità, quando pensa a quella Maestà infinita che si è degnata di creare l'uomo a sua immagine e somiglianza, operando per lui cose sì grandi; quando, a motivo della riverenza e dell'amore che Dio dimostra per l'uomo, egli pure rispetta ed ama tutti gli uomini, è servito dai Principati.
“Che se, con inchini, genuflessioni e prostrazioni, adora Dio, è assistito dalle Dominazioni.
“Quando poi l'uomo, nella tranquillità del suo cuore, medita su le grandezze e perfezioni di Dio, è servito dai Troni.
“Se è illuminato dalla conoscenza di Dio, se si eleva nella contemplazione sino a considerare i divini misteri, i Cherubini sono i suoi ministri.
“Ma quando l'anima, attingendo nel Cuore di Dio un ardente amore, ama Dio col proprio amore di Dio, e in Dio e per Dio ama tutti gli uomini, i Serafini esercitano il loro ministero presso di lei”.

 Il Signore le disse ancora: “Vuoi tu ora sapere cosa significhino queste parole: La pianura ha occhi? - Quando due persone camminano in una gran pianura, possono vedersi da lontano. Se queste due persone si amano a vicenda, senza dubbio cercheranno di raggiungersi al più presto, Quando il cervo e la cerva si sono riconosciuti anche à gran distanza nella campagna, con quale rapidità non si corrono incontro? Così l'anima che mi ama e mi desidera, mi attira a sé, anche con un sospiro solo, più presto che non la parola venga alle labbra.
“Nella pianura ancora, i viandanti e gli stranieri riparano le loro forze. Così pure quando l'anima vive da straniera in questo mondo e custodisce il suo cuore libero da ogni attacco alle cose terrene, io l'invito spesso al mio banchetto.
“Nella pianura si raccolgono pure dei fiori. Così nell'anima santa ornata di desiderii tanto variati come l'aspetto dei campi fioriti, io colgo questi desiderii, ne intrecciò una corona che pongo sul mio capo, sino al giorno in cui l'anima si presenterà lei medesima a me e le riconsegnerò quella corona”.

Metilde disse allora al Signore: “Mio Signore, quale colpa ho io. commesso per essermi compiaciuta nel mirare intorno a me la bellezza di quella vasta campagna?” Egli rispose: “Tu hai fatto cosa contro l'obbedienza e hai distratto da me il tuo pensiero; inoltre hai tralasciato di pregare per l'anima di quel defunto”. Ella riprese: “Insegnatemi, o amatissimo Signore, come dobbiamo comportarci in simile circostanza”.
Nell'uscire dal coro, rispose il Signore, ripeterete il versetto: Deduc me, Domine, in via tua et ingredere in veritate tua, Laetetur cor meum et timeat nomen tuum;. Conducetemi, o Signore, nella vostra via ed entrerò nella vostra verità. Che il mio cuore si rallegri nel timore del vostro nome. (Ps. LXXXV, 11). Uscendo così con un sentimento di timor di Dio, mi prenderete per compagno del vostro cammino a guisa di un robusto bastone per vostro aiuto.
“Quando sarete fuori, con la mia destra benedirete le case, le strade e tutto ciò che incontrerete, e tutto sarà benedetto. Quando uno ha concepito qualche vana letizia, il suo cuore ne resta aggravato; mentre chi concepisce il mio timore non avrà tristezza, ma possederà il vero gaudio.
“Avvicinandovi al corteo funebre, potrete pensare a quella processione del giudizio finale, quando tutti, dopo aver ripigliato il proprio corpo, mi verranno incontro, mentre io pure circondato dagli Angeli e dai Santi, con ineffabile gloria e maestà, mi porterò ad incontrarli.
“Inoltre pregherete per l'anima del defunto, affinché se si trova nelle pene, venga al più tosto sciolta da ogni impedimento e, riunita a me ed ai miei Santi, diventi degna della futura glorificazione, onde possa in quel tremendo giorno présentarsi a me con gioia ed onore”.