CAPITOLO XII: LA VISIONE DEL ROVO – I NOVE CORI DEGLI ANGELI E IL GIUSTO
Santa Matilde di Hackeborn

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Per la morte del giovine Signore Conte, B., la Comunità era andata in
processione davanti al corteo funebre; e la Serva di Dio, aveva preso
molto piacere nel contemplare la vasta pianura della campagna. Più
tardi, siccome per la malattia non poteva né dormire né alzarsi per
pregare, il Signore le apparve vestito di bianco, dolcemente
consolandola delle sue pene e delle sue infermità. Ma ella disse al
Signore: “Mio Signore, se mi fosse almeno permesso di andare a
passeggiare in quella pianura che attraversai poco tempo fa!” Il Signore
rispose: “Non sai tu il proverbio volgare: Orecchie ha il bosco e occhi
la pianura?” E soggiunse: “Il bosco ha orecchie perché se due persone
siedono presso un roveto per discorrere, quelli che passano potranno
udirle”.
D'un tratto apparve un rovo magnifico, largo e folto,
formato di virgulti che salivano ben dritti. Il Signore sedeva con
Metilde sotto questo rovo, di cui i giovani rami sembravano essere le
virtù di Dio: sapienza, benignità, giustizia, misericordia, carità ed
altre, tutte connaturali al Signore. Tutte infatti, simili all'ulivo,
sono sempre in fiore, verdeggianti e fiorite in nuovi polloni.
L'anima
abbracciò il ramo della giustizia, dicendo al Signore: “Mi conviene
abbracciare adesso con riconoscenza questo ramo, poiché Voi mi mettete
alla prova con la vostra giustizia, nel mandarmi pene e tribolazioni”.
Ma questo ramo le parve essere Dio medesimo; perciò se lo tenne
strettamente abbracciato, e si mise a lodarlo con queste parole: “Io ti
lodo, o sole di giustizia; ti lodo, o splendore di giustizia, ecc.”. In
quel mentre, dal Divin Cuore uscì un fiume, il quale si diffuse sopra di
Lei e investendola tutt'intera, dissipò la sua tristezza a segno che
non ne rimaneva traccia. Il Signore le. disse: “Ecco il rovo di cui,
parla la Scrittura: “Emissiones tuae paradisus: Le tue espansioni sono
un paradiso”.
Attorno a questo rovo stavano gli Angeli, i loro cori l'avevano circondato come di nove circoli.
Il
Signore disse all'anima: “Ecco ciò che si legge nella Scrittura: “Quae
habitas in hortis, amici auscultant: O tu che abiti nei giardini, i tuoi
amici ascoltano” (Cant. VIII, 13).
Per divina ispirazione l'anima conobbe il modo con cui gli Angeli assistono il giusto, in rutto il bene che compie.
“Quando
uno legge i Salmi od altre parti della Scrittura, oppure si dedica a
qualche opera buona, gli Angeli sono presenti per assisterlo.
“Quando nell'orazione conversa con Dio, oppure ascolta la parola di Dio, ovvèro parla dì Dio, è assistito dagli Arcangeli.
“Se
medita su le virtù di Dio, su la sua potenza, la sua sapienza, la sua
bontà, la sua giustizia, la sua misericordia, la sua longanimità, la sua
carità, e quando si sforza per quanto è possibile d'imitare queste
virtù, le Virtù, sono al suo servizio.
“Quando l'uomo, pensando
all'ineffabile e sublime divinità, trema davanti a Dio e a Lui umilmente
si sottomette, è assistito dalle Potestà.
“Ma quando nel suo cuore
esalta la nobiltà e la grandezza della Divinità, quando pensa a quella
Maestà infinita che si è degnata di creare l'uomo a sua immagine e
somiglianza, operando per lui cose sì grandi; quando, a motivo della
riverenza e dell'amore che Dio dimostra per l'uomo, egli pure rispetta
ed ama tutti gli uomini, è servito dai Principati.
“Che se, con inchini, genuflessioni e prostrazioni, adora Dio, è assistito dalle Dominazioni.
“Quando poi l'uomo, nella tranquillità del suo cuore, medita su le grandezze e perfezioni di Dio, è servito dai Troni.
“Se
è illuminato dalla conoscenza di Dio, se si eleva nella contemplazione
sino a considerare i divini misteri, i Cherubini sono i suoi ministri.
“Ma
quando l'anima, attingendo nel Cuore di Dio un ardente amore, ama Dio
col proprio amore di Dio, e in Dio e per Dio ama tutti gli uomini, i
Serafini esercitano il loro ministero presso di lei”.
Il Signore
le disse ancora: “Vuoi tu ora sapere cosa significhino queste parole:
La pianura ha occhi? - Quando due persone camminano in una gran pianura,
possono vedersi da lontano. Se queste due persone si amano a vicenda,
senza dubbio cercheranno di raggiungersi al più presto, Quando il cervo e
la cerva si sono riconosciuti anche à gran distanza nella campagna, con
quale rapidità non si corrono incontro? Così l'anima che mi ama e mi
desidera, mi attira a sé, anche con un sospiro solo, più presto che non
la parola venga alle labbra.
“Nella pianura ancora, i viandanti e gli
stranieri riparano le loro forze. Così pure quando l'anima vive da
straniera in questo mondo e custodisce il suo cuore libero da ogni
attacco alle cose terrene, io l'invito spesso al mio banchetto.
“Nella
pianura si raccolgono pure dei fiori. Così nell'anima santa ornata di
desiderii tanto variati come l'aspetto dei campi fioriti, io colgo
questi desiderii, ne intrecciò una corona che pongo sul mio capo, sino
al giorno in cui l'anima si presenterà lei medesima a me e le
riconsegnerò quella corona”.
Metilde disse allora al Signore:
“Mio Signore, quale colpa ho io. commesso per essermi compiaciuta nel
mirare intorno a me la bellezza di quella vasta campagna?” Egli rispose:
“Tu hai fatto cosa contro l'obbedienza e hai distratto da me il tuo
pensiero; inoltre hai tralasciato di pregare per l'anima di quel
defunto”. Ella riprese: “Insegnatemi, o amatissimo Signore, come
dobbiamo comportarci in simile circostanza”.
Nell'uscire dal coro,
rispose il Signore, ripeterete il versetto: Deduc me, Domine, in via tua
et ingredere in veritate tua, Laetetur cor meum et timeat nomen tuum;.
Conducetemi, o Signore, nella vostra via ed entrerò nella vostra verità.
Che il mio cuore si rallegri nel timore del vostro nome. (Ps. LXXXV,
11). Uscendo così con un sentimento di timor di Dio, mi prenderete per
compagno del vostro cammino a guisa di un robusto bastone per vostro
aiuto.
“Quando sarete fuori, con la mia destra benedirete le case, le
strade e tutto ciò che incontrerete, e tutto sarà benedetto. Quando uno
ha concepito qualche vana letizia, il suo cuore ne resta aggravato;
mentre chi concepisce il mio timore non avrà tristezza, ma possederà il
vero gaudio.
“Avvicinandovi al corteo funebre, potrete pensare a
quella processione del giudizio finale, quando tutti, dopo aver
ripigliato il proprio corpo, mi verranno incontro, mentre io pure
circondato dagli Angeli e dai Santi, con ineffabile gloria e maestà, mi
porterò ad incontrarli.
“Inoltre pregherete per l'anima del defunto,
affinché se si trova nelle pene, venga al più tosto sciolta da ogni
impedimento e, riunita a me ed ai miei Santi, diventi degna della futura
glorificazione, onde possa in quel tremendo giorno présentarsi a me con
gioia ed onore”.