CAPITOLO X: CRISTO COMPIE PER LEI LE LODI DOVUTE A DIO PADRE.
Santa Matilde di Hackeborn
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Un giorno, dopo aver ricevuto il santissimo Corpo di Gesù Cristo,
Metilde cantava a Dio le sue azioni di grazie e pregava Gesù, Sposo
dell'anima amante, che si degnasse di offrire, Lui medesimo, a Dio Padre
lodi di amore per un. dono tanto inestimabile. Ella lo vide subito che
riverentemente si presentò davanti al Celeste Padre e degnamente ne
esaltò la Maestà con queste parole: Caetus in excelsis te laudat
caelicus omnis, et mortalis homo; et cuncta creata simul: Tutta
l'assemblea celeste ti loda negli alti cieli, e ad un tal concerto si
uniscono l'uomo mortale e tutte le creature.
Per le parole:
l'Assemblea celeste, ella conobbe che il Signore attirava in sé stesso,
l'armonia della lode universale dei cieli.
Per le seguenti: l'uomo
mortale, intese che vi univa l'intenzione di tutti i mortali; e per le
ultime, tutte le creature, che condensava, per così dire, in sé stesso
l'essenza di tutto ciò che è creato, onde celebrare le lodi di Dio
Padre. In tal modo, davanti al Padre suo Egli faceva risonare per lei la
lode da parte dei cieli, della terra e dell'inferno.
Chinata
sul seno del suo Diletto, Metilde sentì tre pulsazioni risonanti nelle
intime profondità del divin Cuore. Nella sua maraviglia, desiderava
sapere cosa ciò significasse, e il Signore le disse: “Questi tre battiti
indicano tre parole che dico all'anima che mi ama: la prima è questa:
Vieni, cioè separati da ogni creatura; la seconda, Entra, con fiducia,
come una sposa; la terza, Nel letto nuziale, vale a dire nel mio divin
Cuore”.
Da queste tre parole, ella intese come Dio mandi il suo
invito a ciascun eletto, mentre questo si trova ancora in mezza alle
creature, affinché rinunciando con libera e perfetta volontà alle
delizie che nelle creature potrebbe trovare, al Signore unicamente si
applichi con tutta divozione. Il Signore suggerisce la confidenza
affinché, simile alla sposa che non teme di venire respinta, l'eletto si
accosti sempre a Lui con ferma fiducia ed entri nel letto nuziale del
suo divin Cuore, nel quale abbondano e sovrabbondano le delizie di
quella beatitudine che il cuore dell'uomo è impotente persino a
desiderare.
Provando Metilde un veemente desiderio di sentire il
modo con cui la voce del Figlio di Dio intona le lodi di Dio Padre, il
Signore le disse: “La mia voce adesso ancora dice questa sola parola:
Fiat, Sia fatto! perché la:mia voce è la forza e la virtù della. mia
divina volontà. Con questa sola parola furono creati il cielo, là terra e
il mare e tutto quanto essi contengono; tale è la testimonianza della
Scrittura, poiché è detto: Fiat lux, Che la luce sia! Fiat firmamentum,
che il firmamento sia ! ecc! Sola la mia divina volontà regge tutto
quanto esiste in cielo e su la terra. Da un cenno della mia volontà
dipendono totalmente la lode, la gioia e la beatitudine dei Santi”.