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Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

CAPITOLO I: IN QUAL MODO DIO INVITA L'ANIMA

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO I: IN QUAL MODO DIO INVITA L'ANIMA
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Un giorno di sabato, mentre si faceva memoria della Vergine Madre di Dio, la Serva di Cristo desiderava di celebrarne le lodi, ma non ne trovava nessuna che fosse degna della Regina del cielo. Prostrata allora, come era solita, ai piedi di Gesù, le venne dato di scorgere uno zaffiro sul piede destro del Signore e una granata sul piede sinistro di Lui e se ne meravigliava. Egli le disse: “Come lo zaffiro ha la virtù di scacciare gli umori maligni, così le mie piaghe scacciano dall'anima ogni veleno, purificandola dalle sue macchie. Come il granato rallegra il cuore dell'uomo, così le mie piaghe, dopo il perdono del peccato, danno la vera gioia”.
Rapita sopra di sé, Metilde vide in alto il Re della gloria con alla destra di Lui la sua Imperial Madre e sé stessa alla sinistra: abbandonandosi nel seno del suo Diletto, ella ascoltava il vigoroso e regolare battito del divin Cuore.
Ma le pulsazioni del divin Cuore risonavano come un invito rivolto all'anima in questi termini: “Vieni a pentirti. Vieni a riconciliarti. Vieni perché tu sii consolata. Vieni perché tu sii benedetta. Vieni, amica mia, a ricevere tutti i favori che l'amico può dare all'amico. Vieni, sorella mia, a possedere la eterna eredità che ti ho conquistata col mio proprio sangue. Vieni, sposa mia, a fruire. della mia Divinità”.
La Vergine Maria portava un manto color di zafferano, in cui erano tessute rose vermiglie e, in queste, altre rose d'oro meravigliosamente ricamate. Il color giallo significava l'umiltà per la quale la Beata Vergine si sottomise ad ogni creatura; le rose vermiglie, la costanza della pazienza con cui si conservò sempre mansueta e pacifica; le rose d'oro, l'amore per il quale l'unico movente di tutte le sue opere fu l'amor di Dio.
Sotto il manto, la Vergine portava una veste di color verde, ricamata pure di rose d'oro, la quale significava la perpetua fioritura delle sue sante virtù e delle sue opere buone. La tunica, d'oro puro e lucente, significava l'amore, perché come la tunica è più vicina al corpo, così l'amore sta nel cuore.
Metilde si mise a salutare l'illustre Vergine Maria per mezzo del Cuore del suo diletto Figlio, e in tal modo la lodava con più perfetta lode che lodare la potesse qualsiasi altra creatura vivente. Offriva inoltre le proprie lodi al Signore, volendo dedicare a Lui solo tutti i suoi canti, e non mai distogliere da Lui il suo pensiero nel tempo della divina lode.
Il Signore le disse: “Perché fate l'inchino dopo aver cantato un'antifona? Non è forse perché la grazia che Dio infonde nell'anima vostra sia ricevuta con lode e rendimento di grazie?”
E la Santa vide uscire dal divin Cuore una tromba che veniva verso il proprio cuore. Questa tromba, emblema della lode divina, era ornata di nodi d'oro i quali rappresentavano le anime beate che già in cielo lodano e glorificano Dio nei secoli senza fine.