CAPITOLO XXXVIII: NELLE ULTIME DOMENICHE DOPO LA PENTECOSTE
Santa Matilde di Hackeborn

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Nella domenica ventesima dopo la Pentecoste, sentendo nel Vangelo queste
parole: Amico mio, perché siete entrato qui senza l'abito nuziale?
(Matth. XXII, 12), quella divota vergine disse al Signore: “Mio Diletto,
qual è quest'abito senza del quale nessuno potrà venire alle vostre
nozze?”
Il Signore le mostrò subito un abito meravigliosamente
tessuto di porpora, di bianco é di oro, dicendole: “Ecco l'abito
nuziale, composto della candidezza di un cuore puro, della porpora
dell'umiltà e dell'oro del divino amore. Chiunque vuole portare
quest'abito, deve avere un cuor puro, ossia non permettere
volontariamente che vi entri nessun pensiero cattivo; poi giudicare
benevolmente di tutto quando vede e sente. Si sottometta con dolcezza ed
umiltà ai suoi superiori ed anche ad ogni creatura onde piacere a Dio.
Ami Dio con tutta l'anima sua, disprezzi ogni creatura a confronto col
Creatore, e sia disposto a rinunciare a qualunque cosa che potesse
allontanarlo da Dio”.
Nella domenica ventesima seconda dopo la
Pentecoste, mentre. si cantava la messa Dicit Dominus 40, il Signore le
disse: “Se vuoi rassomigliare a me come una figlia benamata, imitami in
queste parole: Io nutro pensieri di pace e non di afflizione; applicati
ad avere un cuore tranquillo e pensieri pacifici; non contendere con
nessuno, ma sii arrendevole sempre con pazienza ed umiltà. In quella
guisa che io esaudisco quelli che m'invocano, così tu pure dimostrati
benevola e favorevole a tutti. Lavora a liberare tutti gli schiavi, vale
a dire porgi aiuto e consolazione agli afflitti e a quelli che sono
tentati”.