CAPITOLO XXXVI: SAN BARTOLOMEO
Santa Matilde di Hackeborn

Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
Metilde, nella festa dell'apostolo San Bartolomeo, vide questo Santo in
una gloria meravigliosa e, davanti a lui, una croce d'oro. Pensando ella
ciò che potesse significare questa croce, il Signore le disse: “È
questa la croce di cui ho parlato nel Vangelo: Chi vuol venire dietro a
me, prenda la sua croce e mi segua (Matth. XVI, 24). La parte superiore
della Croce indica la speranza e la confidenza con le quali vengono a me
quelli che per mio amore rinunciano a sé stessi ed alle cose proprie;
il braccio destro è l'amore del prossimo; il braccio sinistro la
pazienza nelle avversità; la parte inferiore è la previdenza che fugge
tutto quanto potrebbe allontanare l'anima da Dio. Orbene, questo mio
diletto discepolo, avendo, al mio seguito ed a mia imitazione) portato
con perfezione la sua croce, questa gloriosamente rialza ora la dignità
che gli ho conferita in premio.
Essendole così manifestata la gloria
sì grande di questo Apostolo, Metilde desiderava lodar Dio nei suoi
Santi per la gloria che Egli dà a quelli che lo amano. Il Signore
graziosamente si degnò di istruire in questo modo la sua divota
discepola: “Loda la mia bontà verso i Santi, disse, perché ho dato loro
una beatitudine così completa. che non solo sovrabbondano di beni, ma
veggono ancora il loro gaudio accrescersi per la felicità dei loro
fratelli. La beatitudine degli altri procura a ciascuno dei Santi
maggior godimento che gli onori resi ad un figlio unico ne procurino
alla madre sua, e che il trionfo e la gloria di un figlio ne procurino a
suo padre. Per effetto di un'amabile carità, ogni Santo gode del merito
di tutti gli altri come se fosse suo proprio.
“Nelle feste dei
Santi, fu puoi dunque lodarmi per averli eletti da tutta l'eternità.
Questa elezione in loro è talmente confermata che quando siano eletti
per la eterna beatitudine, anche se su la terra cadano in gravi peccati,
io in loro non veggo più che la gloria alla quale giungeranno.
“Puoi
lodarmi inoltre per l'invito al Regno della gloria ch'io rivolgo loro
da vero amico. Chi ardirà mai avvicinarsi alla mia divina Maestà senza
che io lo inviti e lo attiri a me?
“Puoi lodarmi infine per la bontà
con. cui lealmente divido cori loro il mio regno. Tutti li ho costituiti
come sono io, Re e Regine; e procuro che regnino con tanto gaudio e
tanta gloria che sembrano aver ricevuto non già la metà del mio regno,
ma il regno tutto intero.
“Puoi altresì dar lode ai Santi per il
gaudio con cui si rallegrano perché ora mi conoscono e veggono che li ho
amati da tutta l'eternità e graziosamente li ho eletti per una tale
felicità. Nessuno può scorgere i sentimenti che muovono il cuore del suo
amico, come i miei eletti ricevono il potere di penetrare fino al fondo
più intimo del mio Cuore é di risentire con indicibile gaudio l'affetto
e l'amore che porto loro.
“Puoi ancora dar lode ai Santi per la
deliziosa soavità che gustano nel lodarmi e benedirmi perché vedono la
mia carità verso di loro. Infine, perché hanno tutti la piena libertà
della loro volontà e possono operare con liberalità in tutto ciò che
vogliono”.
Si possano inoltre onorare i Santi:
1) per quella
gloriosissima, splendidissima e deliziosissima dimora per loro preparata
fin dall'eternità; ossia; perché dimorano dove sta il Signore, come
eredi del suo Figlio Unigenito e con Lui hanno il loro posto nel più
profondo del cuore del Padre;
2) per l'effusione così dolce per la
quale Dio li ha inondati delle sue divine delizie e per quel trasporto
di gratitudine col quale a Dio rinviano le delizie di cui sono
ricolmati;
3) per l'insigne onore che Dio fa loro nell'invitarli alla
sua mensa, onde nutrirli a sazietà, senza nessun possibile disgusto,
dello splendore del suo amabile volto ed inebriarli nel torrente della
divina voluttà oltre i loro desiderii;
4) per la fedelissima loro
rimunerazione, perché non fecero cosa tanto piccola, né sacrificio, né
rinuncia per amor di Dio, che non sia da Lui ricordata e gelosamente
conservata per essere premiata oltre ogni loro merito;
5) per
l'eterna gratitudine nella quale sono certi che la loro gloria mai non
verrà meno, ma durerà in eterno con un perpetuo aumento di gaudio e di
ricompensa.