CAPITOLO XXXV: L'ULTIMO DEI SANTI
Santa Matilde di Hackeborn

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Un sabato, durante il canto della sequenza Mane prima sabbati, alla
strofa Ut fons37: Egli è la fonte di ogni bontà, Lui che ti ha lavata da
tutte le tue colpe; pregalo che ci purifichi noi pure e ci dia il
perdono, a noi suoi servi e tuoi clienti, Metilde rifletteva su gli
ammirabili ed innumerevoli doni già usciti da questa fonte di ogni bene,
e che ne sgorgano ancora continuamente.
Il Signore le disse: “Vieni e
considera il più piccolo di quelli che sono nel cielo, allora tu
conoscerai la Fonte della Misericordia”: Essa si domandò subito dove lo
avrebbe trovato e come l'avrebbe. riconosciuto.
Ed ecco presentarsele
davanti un uomo vestito di verde, con crespi capelli ed occhi cisposi,
di piccola statura e tuttavia di un volto straordinariamente bello e
regolare.
“Chi sei tu?” disse Metilde.
E lui: “Su la terra ero un ladro, un malfattore; non ho mai fatto nulla di bene”.
“Allora, replicò la Santa, come sei tu entrato qui nel gaudio?”
Ma
lui: “Il male che facevo, non lo facevo per cattiveria, ma come per
abitudine e non conoscendo nulla di meglio, perché così ero stato
educato dai miei parenti. Nell'ultimo momento il pentimento mi ottenne
la divina misericordia. Ho passato cento anni nel luogo delle pene; vi
ho sofferto molti tormenti, ed ora, unicamente per la gratuita bontà di
Dio, sono stato introdotto qui, nell'eterno riposo”.
Allora
quell'uomo, per una specie di trasmissione, a quella che vedeva queste
cose comunicò i beni che Dia nella sua misericordia aveva posti in lui; e
ciò gli procurava gran letizia.
Metilde in tal modo, nel più piccolo dei Santi, conobbe cosa sia la Fonte della Bontà.
Se Dio tali cose ha operato in uno che non aveva fatto nulla di bene, cosa non compirà nei suoi Santi che sono ricchi di virtù?