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Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

CAPITOLO XXXIV: SANTA CATERINA VERGINE E MARTIRE

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XXXIV: SANTA CATERINA VERGINE E MARTIRE
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Nella festa di quella Vergine privilegiata fra tutte che è Santa Caterina, questa santa apparve a Metilde tutta avviluppata in un manto coperto di ruote d'oro, il quale nella sommità aveva due mani parimenti d'oro che ne contenevano insieme le due falde. Quelle mani significavano la felice ed indivisibile unione di Dio e dell'anima.
La Serva di Cristo salutò con riverenza Caterina con l'antifona Ave, Virgo speciosa 34 poi le disse: “Vene prego, insegnatemi cosa significhino quelle parole che cantiamo: Cujus vultum et decorem concupivit Dominus ­ Il Signore ha desiderato il tuo volto e la tua bellezza35. Che cos'è questo volto che il Signore in Voi ha desiderato?”
Santa Caterina rispose: “Il mio volto è l'immagine dell'adorabile Trinità che il Signore in me ha desiderata, perché non l'ho mai guastata con gravi peccati. La mia bellezza è quello splendore e quella dignità che Cristo diffonde sopra i suoi fedeli, ornando li della ricca porpora del suo sangue.
“Orbene, sappi che questo splendore si rinnova e si accresce ad ogni santa comunione; chi si comunica una volta raddoppia questo splendore; ma chi si comunica cento e mille volte, altrettanto aumenta questa bellezza dell'anima sua”.

Avendo Metilde pregato santa Caterina per una persona a lei divota, quella Santa rispose: “Le dirai che reciti in mio onore il Laudate Dominum omnes gentes e l'antifona Vox de coelis 36. Una voce dal cielo si fece sentire: Vieni, mia diletta, vieni; entra nella camera nuziale del tuo Sposo; ciò che tu domandi, ti è concesso; quelli per cui tu preghi, saranno, salvati. Mi ricorderà così il gaudio che provai quando Cristo, mio Re e mio Sposo, in questo modo mi chiamò. Infatti, quando sentii questa voce, il mio cuore tanto si accese d'amore e mi liquefai in una tale allegrezza che tutto l'orrore della morte svanì per me”.