CAPITOLO XXIX: UNA MESSA E UNA PROCESSIONE CELEBRATA DAL SIGNORE
Santa Matilde di Hackeborn

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Nel tempo in cui, durante la vacanza della sede episcopale, i Canonici
molestavano la Congregazione in occasione di interessi temporali e
gettavano persino l'interdetto sul monastero, Metilde, nel giorno
dell'Assunzione della Beata Vergine provò un gran dolore per essere
priva del Corpo del Signore. Frattanto, mentre l'anima sua ardeva del
più vivo desiderio, le parve che il Signore medesimo rasciugasse le sue
lagrime e prendendole le mani, le dicesse: “Oggi vedrai cose
meravigliose”.
Quando dunque il sacerdote avrebbe dovuto, secondo
l'uso, intonare per la processione il responsorio Vidi speciosam, le
sembrò che tutta la Comunità si mettesse in fila per la processione al
seguito del suo Signore e della di Lui Santissima Madre.
Il Signore portava un vessillo bianco e rosso; la parte bianca era ornata di rose d'oro, e la parte rossa di rose d'argento:
La
processione fece il giro del chiostro sino al coro, e di là ritornò in
chiesa dove il Signore si apparecchiò a celebrare Lui medesimo la messa,
rivestendosi della pianeta rossa e dei paramenti pontificali.
San
Giovanni Battista doveva leggere l'Epistola, perché per il primo si era
rallegrato per il gaudio della Beata Vergine, esultando nel seno di sua
madre. San Giovanni l'Evangelista doveva leggere il Vangelo, perché era
stato il custode della gloriosa Vergine. San Giovanni Battista e san
Luca come ministri servivano il Signore all'altare, mentre san Giovanni
l'Evangelista assisteva la Beata Vergine.
Maria stava a destra
dell'altare, ornata di una veste splendente come la luce del sole, e
portava in capo una corona arricchita di gemme incomparabili.
Nel
momento in cui tutti i Santi presenti incominciarono la messa solenne
Gaudeamus, la Beata Vergine si avviò verso l'altare ed offrì a suo
Figlio un gioiello d'oro, tagliato come un cristallo purissimo; questo
gioiello portava incastrate molte gemme lucenti come specchi dove la
Santissima Vergine contemplava il riflesso di tutte le sue virtù. Ora,
questo meraviglioso gioiello, in forma di scudo, copriva tutto il petto
del Signore; e in quello la Beata Vergine Maria contemplava sé stessa
come in uno specchio. La messa proseguì sino all'ultimo Kyrie eleison,
poi il Signore con voce alta intonò il Gloria in excelsis, dicendo:
“Della gioia del mio Cuore a tutti vi offro di gustare la gloria”.
All'offertorio,
le suore le quali avevano reso speciale omaggio alla santissima
Vergine, si avanzarono per offrire degli anelli d'oro che il Signore
accettò e si mise alle dita.
Il Sommo Sacerdote e Pontefice Gesù,
quando ebbe cantato il Prefazio sino alle. parole: Cum quibus et nostras
voces, disse ai Santi: “Cantate tutti, cantate”.
E tutti cantarono:
Sanctus, Sanctus, Sanctus; ma la voce della Beata Vergine era; la più
soave e chiaramente si distingueva, in mezzo a quelle dei Santi.
Giunto
all'istante sacro dell'elevazione dell'Ostia, il Signore che in pari
tempo è Sacerdote e Vittima, parve elevare l'Ostia rinchiusa in un
ciborio d'oro coperto di un velo, e questo figurava che il santissimo
sacramento è oscuro per ogni intelletto sia umano sia angelico.
Dopo
il Pax Domini, una mensa venne eretta; il Signore vi sedette, e la sua
Madre vicino a Lui. L'intera Comunità si accostò alla mensa e ciascuna
delle suore inginocchiata, per così dire, sotto il braccio della Beata
Vergine, ricevette il Santissimo Sacramento dalla mano del Signore. La
Beata Vergine teneva una coppa d'oro sotto il costato semiaperto del
Figlio suo, e ciascuna delle suore con una cannuccia d'oro vi attingeva
quel dolce liquore che emanava dal costato del Signore.
Finita la
messa, il Signore con la sua mano diede la benedizione, e a ciascuna
delle sue dita si vedevano gli anelli d'oro di cui sopra, simbolo del
suo mistico sposalizio con le vergini sue spose. I rubini che brillavano
in quegli anelli esprimevano che il suo sangue appartiene specialmente
all'ornamento delle Vergini.