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Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

CAPITOLO XXIV: NELLA SOLENNITÀ DELLA PENTECOSTE

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO XXIV: NELLA SOLENNITÀ DELLA PENTECOSTE
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Nel santo giorno della Pentecoste, mentre si intonava la messa Spiritus Domini, Metilde sentì una voce che le diceva: “Ascolta, anima mia, e sta nell'allegrezza, perché se Dio ha riempito l'universo della sua visita; tu non ne sarai esclusa”. Tuttavia ella disse a sé stessa: “Queste parole non vengono da Dio, ma dall'anima mia che così consola sé stessa”.
E il Signore subito replicò: “Queste parole vengono da me, poiché l'anima tua è mia e l'anima mia è tua. Si legge di Gionata e di Davide che le loro anime furono agglutinate l'una all'altra; così, e più fortemente ancora, l'amore ha congiunto l'anima tua alla. mia, come oggi stesso ti dimostrerò”.
Incontanente due ali bianche vennero date all'anima, ed essa volò in alto verso una gran luce, dove fermò il suo volo e riposò. E un angelo del Signore avvicinandosi la salutò con riverenza, dicendo: “O nobile vergine, preparati, ché il tuo fidanzato sta per venire. ­ Non so come apparecchi armi, rispose l'anima, perché se dovrò comparire degnamente ornata, non altri che il Diletto dèll'anima mia potrà ornarmi per Lui a suo beneplacito”.
In quell'istante il Re della gloria si presentò sotto forma di un brillante fidanzato, e la rivestì di un abito bianco, dicendo: “Ricevi la veste della mia innocenza, te la dono come eterno ornamento”. Egli le mise inoltre una veste di color vermiglio dicendo: “Questa l'ho tessuta coi miei patimenti e insieme coi tuoi dolori”.
L'Amore stava parimenti davanti al Signore, in forma di una Vergine, alla quale il Signore, guardandola dolcemente, disse: “Tu sei ciò che sono io”.
Accorgendosi allora l'anima di essere priva di mantello, l'Amore subito stese il suo manto, e ne coprì insieme Dio e l'Anima, la quale in tal modo sembrava vestita dell' Amore medesimo. Il manto dell'Amore il quale, di sotto, era di vari colori, aveva tanta ampiezza che bastava a coprire tutti gli abitanti dell'universo; e l'Amore disse: “Quanti fili vi sono nel tessuto del mio mantello, altrettante consolazioni dono il quelli che vengono da me”.
L'anima intanto si fondeva nel suo Diletto e le sembrava di essere divenuta un solo spirito con Lui. Ed Egli le disse: “Ora, comanda ciò che ti piace”.
“O mio Signore, rispose quella, a me non si addice il tono del comando; ma se avessi qualche potere, vorrei eccitare tutte le creature a consacrare alla vostra gloria la loro forza, la loro scienza e la loro bellezza”.

Mentre all'offertorio si cantava: Tibi offerent reges munera: I Re vi offriranno i loro doni, quella divota vergine disse al Signore: “Che cosa vi offrirò, o Diletto del mio cuore? Non ho nulla che possa piacervi! I secolari vi donano una parte dei loro beni terrestri; i religiosi offrono sé medesimi con la loro intera dedizione”.
Il Signore si degnò rispondere: “Offrimi il tuo cuore in cinque maniere e mi avrai fatto il regalo più gradito. Dapprima presentamelo con un'intera fedeltà, come il pegno del nostro fidanzamento, pregando che l'amore del mio Cuore lo purifichi da ogni colpa commessa per infedeltà: Inoltre, l'unico tuo piacere sia di darmelo come un prezioso gioiello, disponendoti a rinunciare per me a tutti i piaceri che potresti gustare in questo mondo. In terzo luogo, me lo offrirai come una corona composta con tutti quegli onori che potresti ottenere quaggiù ed anche nell'altra vita, affinché io solo sia la tua gloria e la tua corona. Me lo offrirai ancora come una coppa d'oro in cui io beva la mia: propria dolcezza, e infine come un vaso prezioso in cui troverò un cibo squisito, cioè me stesso, da prendere come alimento”.

Un'altra volta, in questo medesimo giorno, il Signore Gesù le apparve nel coro, rivestito di un mantello d'oro, ossia dell' Amore. Egli si accostò alle Suore e dal suo Cuore più dolce del miele, inviò a ciascuna lo Spirito Santo sotto la forma di un'aura profumata e soavissima.