CAPITOLO XXIII: NELLA VIGILIA DELLA PENTECOSTE
Santa Matilde di Hackeborn

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Nella santa vigilia dell'amabile festa della Pentecoste, mentre
quest'umile Serva del Signore aspirava a dedicarsi tutta allo Spirito
Santo perché questa divina Persona abitasse in lei, il Signore le
disse:. “Lo Spirito Santo operò tre cose negli Apostoli: per la prima
operazione, li infiammò del divino amore e li trasformò in tal modo che,
invece di essere timidi, deboli e pieni di amar proprio come erano
prima, si dimostrarono forti a segno che non paventarono più nulla,
neppure la morte; da quel giorno stimarono invece come una gloria ed
una fortuna l'essere perseguitati per amore di Dio.
“In secondo
luogo, in quella guisa che il fuoco purifica il ferro e se lo assimila,
così lo Spirito Santo purificò gli Apostoli da ogni macchia e in sé
medesimo pienamente li santificò.
“In terzo luogo, come all'oro puro
nel crogiuolo la forma dà la sua figura precisa, così lo Spirito Santo,
per così dire, fece scorrere in Dio gli Apostoli liquefatti dal fuoco
del suo amore, onde dar loro la forma dell'immagine divina, acciocché in
essi si vedesse in atto quel detto del salmo: Io l' ho detto, voi siete
dei. (Ps., LXXXI, 6).
“Così pure, chi desidera ricevere lo Spirito
Santo, con viva istanza gli domandi di compiere nell'anima sua queste
tre operazioni: cioè che lo Spirito Santo lo renda forte contro ogni
male e disposto ad ogni sorta di bene, liberandolo dal timore naturale
di soffrire, sino a fargli accettare le avversità con gioia per amore di
Dio; inoltre, domandi allo Spirito Santo la remissione dei suoi peccati
affinché, interamente liquefatto dal fuoco del divino amore, meriti di
immergersi in Dio ed in tale beata unione diventi simile a Lui.
“Lo
Spirito Santo diede pure da bere agli Apostoli in tre coppe, dimodochè
non senza ragione il popolo credette ch'erano ubriachi. Dapprima li
riempì in tal modo del vino dell'amore che, simili ad uomini ubriachi,
dimenticavano sé stessi, non cercando più né onori né vantaggi
materiali, ma unicamente la gloria di Dio. Dopo, versò loro il vino
della consolazione e della dolcezza divina, a tal segno che non
provavano più gusto per nessuna gioia né consolazione terrena. In terzo
luogo, li inebriò di un nettare divino, che è l'amore delle cose
celesti, rendendoli come insensati, a segno che nel desiderio e
nell'amore di cui erano infiammati verso Dio, avrebbero affrontato mille
morti per unirsi al Signore.
“L'anima fedele deve pure domandare
allo Spirito Santo che le dia questo vino del divino amore, il quale
produrrà in lei l'oblio di sé e il disprezzo di ogni onore e di ogni
vantaggio che non interessi la gloria di Dio. Domandi ancora la pienezza
della soavità dello Spirito Santo, affinché non si compiaccia mai in
nessuna terrena delizia; e preghi di essere infiammata di tale amore per
le cose celesti e spirituali che aspirando a Dio con tutto il cuore
consideri per nulla la morte ed ogni patimento”.
Nel medesimo
giorno, durante la celebrazione dell'Ufficio, Metilde vide il Re della
gloria, il Signor Gesù, seduto in chiesa con una moltitudine di Angeli e
di Santi. Dal suo Cuore partivano altrettanti raggi quanti vi erano
Santi presenti, e verso ciascuno di loro si dirigeva la punta di uno di
quei raggi. Mentre si cantava il Vinea facta est, quella divota vergine
di Cristo disse al Signore in un trasporto di amore: “Oh! piacesse a Dio
che il mio cuore fosse. sempre una vigna eletta secondo il vostro
Cuore!”
- “Io posso fare, rispose il Signore, tutto quanto potresti desiderare”.
E
su l'istante la Santa vide dentro il suo proprio cuore il Signore che
vi passeggiava come in una magnifica vigna, e una moltitudine di angeli a
guisa di un muro la circondavano e la difendevano. Nella parte
orientale quella vigna produceva un vino dolce e chiaro, il quale
significava i frutti delle opere che l'uomo offre a Dio nella puerizia.
Verso tramontana il vino era rosso e forte, e figurava la lotta che
l'uomo nella sua adolescenza sostiene per resistere ai vizi, alle
tentazioni ed alle potenze nemiche. Nella parte di mezzodì, il vino era
caldo ed eccellente, in segno degli atti di virtù che l'uomo, nella
forza dell'età, compie per amore. Infine ad occidente, si trovava un
vino generoso come il nettare, per esprimere i desiderii con cui, nella
vecchiaia, l'uomo aspira con tutte le sue forze verso Dio e verso il
cielo, e pèr significare anche le pene e le tribolazioni che non mancano
mai in quella età.
Le venne poi rivelato che l'uomo giusto è la
vigna di Dio perché il Signore trova le sue delizie in colui che,
dall'infanzia sino alla morte, santamente vive per lui. Ma essa aveva
pure osservato in mezzo alla vigna una fontana presso la quale era
seduto il Signore. Dal sacratissimo Cuore di Gesù, come da una sorgente,
l'acqua scorreva rapida verso quella fontana, nella quale Egli sembrava
attingerla per riversarla su quelli che desideravano di essere
spiritualmente rigenerati. Sopra quella fontana erano scolpiti sette
stemmi o scudi meravigliosamente cesellati che rappresentavano i setti
doni dello Spirito Santo; questi, infatti, sono giustamente
rappresentati sotto la forma di scudi, perché nessuno potrà pienamente
possederli senz'aver valorosamente combattuto.
La gloriosa Vergine Maria comparve pure alla destra del Figlio suo; la sua veste era d'oro, ornata di piccole sfere le quali senza posa si muovevano ed erano il simbolo degli incessanti desiderii ch'ella ebbe per il maggior bene della Chiesa nascente.
Dal divin Cuore scaturiva una limpidissima fonte di acqua viva.
Frattanto l'anima, rivolgendosi alla Madre del Signore, la pregò di ottenerle di essere in questa fonte purificata da ogni peccato.
La Beata Vergine si degnò di prenderla subito fra le sue braccia e di accostarla al divin Cuore, dimodochè l'anima poté baciarlo persino cinque volte.
Al primo bacio, ella si sentì mondata da ogni macchia; al secondo, le venne concessa la pace del Signore; al terzo, come una amica carissima ricevette il dono di spirituali delizie; ma al quarto, essa fu rapita nel divi n Cuore dove riconobbe tutti gli eletti ed ogni creatura.
Il Signore allora le disse: “Che cosa desideri, o potresti ancora desiderare? Ecco: ti appartiene il bene assoluto, Omne bonum, il cui possesso forma la gioia del cielo e della terra; ora dividi coi Santi, a tuo piacimento, questo bene che è il tuo bene”28. (1)
E Metilde, avendo con indicibile gaudio abbracciato il Signore, s'affrettò a portare questo bene alla Santissima Vergine dapprima, poi ai Santi tutti.
Nel quinto bacio, le parve di sedere col Signore ad una mensa riccamente imbandita, partecipando con Lui al medesimo banchetto.
Infine il Signore le disse: “Tu devi ogni giorno baciare il mio Cuore in queste cinque maniere. Considera come fa una madre con la sua figlia dilètta: al mattino ne osserva il volto e se vi trova qualche macchia, subito la lava via; poi ne orna il capo con una corona; terzo: spinta dal suo affetto la bacia teneramente; quarto, la introduce nella sua camera e le mostra i suoi tesori; quinto, le offre una buona refezione. Nel medesimo modo, io ricevo nella mia grazia l'anima che viene da me spinta dalla penitenza; cancello tutte le sue macchie; dopo, le impongo sul capo una bella corona, quando l'adorno di varie virtù. A questo modo in lei mi compiaccio, e non potendo più trattenere il mio ardentissimo amore, glielo attesto coi miei abbracci. Quando sia in tal modo ammesso alla mia familiarità, le dimostro per esperienza le ricchezze delle mie delizie; infine le do per cibo l'alimento più squisito, cioè il Sacramento del mio corpo e del mio sangue.