CAPITOLO XXII: LE LAGRIME DI AMORE DEL SIGNORE
Santa Matilde di Hackeborn

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Un giorno Metilde sentì leggere nel Vangelo che il Signore aveva pianto;
ed era preoccupata di questo pensiero. Ma Egli le disse: “Ogni volta
che, su la terra, pensavo a quella ineffabile unione per la quale sono
uno con Dio Padre, la mia Umanità non poteva trattenere le lagrime. Al
ricordo di quell'inestimabile amore che, traendomi dal seno del Padre,
mi aveva fatto prendere in isposa la natura umana, la mia Umanità non
poteva tralasciare di versare abbondanti lagrime”.
“Dove sono dunque, ripigliò Metilde, quelle lagrime che solo l’amore fece scorrere dai vostri occhi?”
Il Signore rispose: “Esse occupano un posto speciale nel mio Cuore, come un tesoro preferito che si custodisce in luogo sicuro”.
“Mi
avete detto altre volte, continuò la Santa, che queste lagrime d'amore
erano state assorbite nel vostro Cuore come in un focolare”. - “Questo è
vero, riprese il Signore, perché nella fornace del mio Cuore furono
assorbite come gocce d'acqua gettate in un braciere; tuttavia non sono
state consumate, ma le conservo nel più intimo del mio Cuore”.
Ella,
vide ancora il Signore che apriva la piaga del suo dolcissimo Cuore,
mentre le diceva: “Considera quanto sia immenso il mio amore: se vorrai
conoscerlo bene, in nessun luogo lo troverai espresso più chiaramente
che nel Vangelo. Nessuno ha mai sentito esprimere sentimenti più forti e
più teneri di questi: Come mi ha amato mio Padre, cosi io vi ho amati.
(Joan. XV, 9). Vi sono pure altre parole ch'io dissi al Padre, ve ne
sono altre simili ch'io dicevo ai miei discepoli mentre li colmavo di
benefizi”.