CAPITOLO VIII: NELLA SOLENNITA DELL'EPIFANIA
Santa Matilde di Hackeborn

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Nella vigilia dell'Epifania, Metilde, secondo il suo solito, conversava
col Signore nell'orazione, quando vide una porta immensa, e in questa
porta cinque altre porte ornate di meravigliose sculture.
La porta
grande figurava l'Umanità di Gesù Cristo. Le due porte in basso
indicavano i piedi del Signore; su la colonna che li separava si leggeva
questo versetto: Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed
oppressi, ed io vi solleverò.(Matth. XI, 28). Davanti a questa doppia
porta stava una vergine di gran bellezza: era la Misericordia, la quale
fece entrare Metilde. L'anima si trovò allora davanti al gi,usto Giudice
il quale; placato dalla Misericordia, le diede il perdono di tutti i
peccati e la rivestì dalla tunica dell'innocenza.
Rivestita di questa
candida tunica, l'anima si avvicinò fiduciosa alle porte che si
aprivano più in alto, le quali significavano le mani di Cristo. Su la
colonna che stava tra queste due porte, ella lesse queste parole:
Ricevete la gioia della vostra gloria (Ex.; IV, 36). Là vi era pure una
giovane vergine: era la Benignità, la quale introdusse l'anima al
cospetto del Re e l'arricchì di tutte le virtù.
Così ornata, con
tutta confidenza l'anima si avvicinò alla porta più alta che indicava il
dolcissimo Cuore di Gesù Cristo simile ad uno scudo d'oro forato in
segno della vittoria che riportò nella sua Passione. Su la colonna
davanti a questa porta, erano scritte queste parole: Avvicinatevi a Lui,
siate illuminati, e il vostro volto non si coprirà di confusione. (Ps.,
XXXIII, 6). Là pure stava una vergine oltremodo superiore alle altre
nella sua incomparabile bellezza. Era questa la Carità, che introdusse
l'anima presso il suo dolce Sposo più bello di tutti i figli degli
uomini. E lo Sposo ricolmò la sua diletta dei segni della sua tenerezza.
Nella
notte santa, durante il responsorio: In columbae specie - Sotto la
forma di colomba, ella vide il Signore rivestito di un abito
candidissimo come la neve; e intese che nell'ora in cui Giovanni
battezzò Cristo, avendo il santo Precursore udito la voce del Padre e
veduto lo Spirito Santo sotto la forma di una colomba, vide pure il
Signore glorioso sotto la forma in cui lo videro i tre discepoli nella
Trasfigurazione sul monte.
Metilde desiderava sapere se Giovanni
avesse ricevuto il battesimo di Cristo, poiché aveva detto: Io invece
debbo essere da Voi battezzato. (Matth., III, 14). Il Signore esaudì il
suo desiderio:“Nel toccarmi per immergermi nell'acqua, rispose, Giovanni
da me ricevette il battesimo, perché l'aveva desiderato e ne aveva
riconosciuto la necessità; gli conferii dunque il battesimo del
cristiano e per ciò stesso la mia innocenza”.
Il Signore soggiunse:
“Oggi ancora a tutti quelli che vengono battezzati nel mio nome, io
comunico la mia innocenza per la quale sono fatti figli del Padre
celeste: perciò mio Padre può dire di ogni battezzato: Questi è il mio
figlio prediletto, mentre in lui si compiace come in un figlio
carissimo. Che se l'uomo col peccato perde, questa innocenza, può
ricuperarla mediante una sincera penitenza”.
Mentre si cantava: Ipsum
audite: Ascoltatelo, quella divota vergine disse a Dio: “Mio Signore,
che cosa dobbiamo noi udire dal vostro diletto Figlio?” il Signore
rispose: “Ascoltate il mio unigenito Figlio che vi chiama: Venite a me,
voi tutti che siete afflitti. Ascoltate i suoi insegnamenti: Beati i
cuori puri. Ascoltate i suoi consigli: Chi mangia la mia carne e beve il
mio sangue ha la vita eterna; Chi mi segue, non camminerà nelle
tenebre. Ascoltate i suoi comandamenti: Il mio precetto è che vi amiate
l'un l'altro. Ascoltate le sue minacce: Come avrete giudicato, così
sarete voi medesimi giudicati; e ancora: Chi non porta la sua croce
dietro di me, non può essere mio discepolo; e parimenti: Guai al mondo a
motivo degli scandali!”
Dopo che la Santa ebbe ricevuto il corpo
di Cristo, il Signore le disse: “Ecco, sposa mia, io ti dono l'oro,
ossia. il mio divino amore; l'incenso, ossia tutta la mia santità e la
mia divozione; infine la mirra, che, è l'amarezza della mia intera
Passione. Tutti questi beni ti dono in proprietà, a segno che potrai
offrirmeli come un bene che ti appartiene. All'anima che fa così, io
rendo doppiamente il suo dono; e ogni volta che rinnova la sua offerta
glielo rendo sempre duplicato”.
Così l'uomo riceve proprio il centuplo in questo mondo, nell'attesa della vita eterna che gli è. promessa per l'altro.
Ogni
anno in questo giorno si potrebbe fare a Dio questa triplice offerta
del suo divino amore, della sua purissima santità e del frutto della sua
Passione.