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Lunedi, 12 maggio 2025 - Santi Nereo e Achilleo ( Letture di oggi)

CAPITOLO VI: SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA

Santa Matilde di Hackeborn

CAPITOLO VI: SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA
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Nella festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, mentre si suonava il Mattutino, parve a quella vergine che il Signor Gesù sotto l'aspetto di un fanciullo di dodici anni circa, con gioia svegliasse le suore. San Giovanni compariva pure nel dormitorio vicino al letto di una suora che a lui era molto divota.

Davanti al santo Apostolo un angelo di grande bellezza e maestà, dell'ordine dei Serafini, portava un lume, mentre una moltitudine di altri angeli, venuti ad onorare il santo Evangelista, con le loro lampade scortavano pure le suore fino al coro.
Le suore che ispirate dall'amore, si alzavano con allegrezza, ricevevano una gloria molto maggiore di altre che erano mosse solo dal timore. Ma il primo angelo che specialmente rendeva omaggio a san Giovanni perché questo apostolo quaggiù aveva amato il Signore di un amore serafico, aveva di più il potere di mantenere l'amore nel cuore di tutti quelli che amano questo Santo, in considerazione della tenerezza particolare di Cristo verso di lui. Per altro, lo Spirito di Dio eccita Lui stesso questo amore negli uomini.
Durante il Mattutino. san Giovanni percorreva il coro accostando un calice alle labbra di ciascuna delle suore, raccogliendo la divozione che mettevano nella santa salmodia. e con grande letizia l'offriva a Gesù Cristo. come un vino per Lui preparato.
Aveva Metilde gran desiderio di sapere quale fosse la ricompensa particolare del Signore verso Giovanni per avere scritto nel suo Vangelo su la Divinità di Gesù Cristo con maggior profondità che non gli altri evangelisti. Dio le fece questa risposta:
Tutti i suoi sensi hanno ricevuto una certa quale superiorità: i suoi occhi vedono più chiaramente la luce inaccessibile della Divinità; le sue orecchie con più sottile intelligenza penetrano il dolce mormorio della voce divina; la sua bocca e la sua lingua gustano senza posa un delizioso sapore. ed il profumo che esce dalle sue labbra riempie tutto il cielo di soavità, a segno che ciascun Santo aspira dolcemente l'odore di Giovanni. Ma il suo cuore soprattutto arde di amore per Dio e con un, volo più libero e più sublime, penetra gli inscrutabili segreti delle divine profondità”.

Le parve inoltre di vedere la gloria di Giovanni, e in quella risplendere come stelle tutte le parole ch'egli scrisse su Cristo e la sua Divinità, poi tutte quelle che i Santi e i Dottori dissero o scrissero onde spiegare quel sacro testo. Le sembrava di vedere un sole raggiante attraverso un puro cristallo ornato di preziose gemme.

Metilde intese in seguito ciò che si canta di san Giovanni13: Lavit in vino stolam suam: Egli ha lavato nel vino la sua veste, e ciò significa che la sua veste di gloria porta un contrassegno particolare, perché egli si trovò sul Calvario, vicino a Cristo inchiodato su la Croce, con l'anima compresa da tale compassione che vi soffrì il martirio. In sanguine olivae pallium suum; Il suo mantello nel sangue dell'ulivo. In quella guisa che l'olio illumina, brucia e addolcisce, così splendeva in Giovanni il fuoco dell'amore unito ad una singolare mansuetudine e dolcezza.

Infine quella vergine presentò a san Giovanni, come ne era stata pregata, le orazioni di una persona che a lui era molto divota. San Giovanni le accolse con piacere: “Di tutto ciò che quella mi ha offerto, disse, io preparerò un convito per tutti gli eletti. Ma, e per lei medesima, domandò Metilde, non avete voi nessun messaggio?” Il Santo rispose: “Voglio essere il custode della sua verginità; in tutte le sue pene e tentazioni ella in me troverà un rifugio sicuro: nella sua morte poi l'assisterò, e presenterò l'anima sua senza macchia a Cristo suo Diletto”.

Metilde vide ancora San Giovanni riposare sul petto del Signore Gesù. La moltitudine dei Santi sembrava danzare intorno ad essi cantando al Signore un inno in onore di Giovanni. La Santa allora pregò il Signore d'insegnarle come potrebbe lei pure lodarlo per questo discepolo tanto da Lui amato.

Il Signore si degnò di rispondere: “Mi loderai: 1. a motivo dell'alta nobiltà della sua famiglia, perché egli era della mia stirpe, e sotto il cielo non ve n'è altra più nobile: 2. mi loderai perché dalle nozze lo chiamai all'apostolato; 3. perché venne scelto di preferenza agli altri apostoli per contemplare sul monte lo splendore della mia faccia; 4. perché nell'ultima cena riposò sul mio seno; 5. lo loderai perché più di tutti possedette l'intelligenza dei miei alti segreti? quindi Lui solo ebbe il merito. di scrivere per gli uomini la preghiera che feci nell'andare all'Orto degli Ulivi; 6. perché dalla mia Croce, con ispeciale amore gli affidai la Madre mia; 7. perché dopo la mia risurrezione lo illuminai così bene che, nella pescagione insieme coi discepoli, mi riconobbe prima degli altri, esclamando: È il Signore!; 8. perché in virtù di una più intima familiarità, gli rivelai i miei misteri, quando scrisse l'Apocalisse e quando per divina ispirazione disse: In principio era il Verbo, mistero prima di lui ignorato persino dai Profeti; 9. lo loderai perché bevette il veleno per confessare il mio nome davanti agli uomini; 10. lo loderai ancora per tanti miracoli e risurrezioni che operò nel mio nome; 11. lo loderai pure per quella dolce visita che gli feci nel suo ultimo passaggio, quando coi suoi fratelli lo invitai al mio eterno convito; 12. infine, perché lo ritirai dall' esilio della terra, liberandolo da ogni dolore e gli donai il gaudio dell'eternità.

Nella messa poi, durante il Vangelo, Metilde vide questo discepolo ritto vicino all'altare; egli teneva il libro davanti al sacerdote e dalla sua bocca tutte le parole del Vangelo uscivano come raggi di sole. Vide pure la Beata Vergine Maria in piedi dall'altra parte dell'altare; dagli occhi di San Giovanni partiva un raggio di meraviglioso splendore diretto al volto della Vergine. E come Metilde di ciò restava ammirata, Giovanni le disse: “Quando ero su la terra, io avevo tanto rispetto e tanta riverenza per la Madre del mio Signore, che non ardivo neppure mirare la sua faccia”.