CAPITOLO VI: SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA
Santa Matilde di Hackeborn

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Nella festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, mentre si
suonava il Mattutino, parve a quella vergine che il Signor Gesù sotto
l'aspetto di un fanciullo di dodici anni circa, con gioia svegliasse le
suore. San Giovanni compariva pure nel dormitorio vicino al letto di una
suora che a lui era molto divota.
Davanti al santo Apostolo un
angelo di grande bellezza e maestà, dell'ordine dei Serafini, portava un
lume, mentre una moltitudine di altri angeli, venuti ad onorare il
santo Evangelista, con le loro lampade scortavano pure le suore fino al
coro.
Le suore che ispirate dall'amore, si alzavano con allegrezza,
ricevevano una gloria molto maggiore di altre che erano mosse solo dal
timore. Ma il primo angelo che specialmente rendeva omaggio a san
Giovanni perché questo apostolo quaggiù aveva amato il Signore di un
amore serafico, aveva di più il potere di mantenere l'amore nel cuore di
tutti quelli che amano questo Santo, in considerazione della tenerezza
particolare di Cristo verso di lui. Per altro, lo Spirito di Dio eccita
Lui stesso questo amore negli uomini.
Durante il Mattutino. san
Giovanni percorreva il coro accostando un calice alle labbra di ciascuna
delle suore, raccogliendo la divozione che mettevano nella santa
salmodia. e con grande letizia l'offriva a Gesù Cristo. come un vino per
Lui preparato.
Aveva Metilde gran desiderio di sapere quale fosse la
ricompensa particolare del Signore verso Giovanni per avere scritto nel
suo Vangelo su la Divinità di Gesù Cristo con maggior profondità che
non gli altri evangelisti. Dio le fece questa risposta:
“Tutti i suoi
sensi hanno ricevuto una certa quale superiorità: i suoi occhi vedono
più chiaramente la luce inaccessibile della Divinità; le sue orecchie
con più sottile intelligenza penetrano il dolce mormorio della voce
divina; la sua bocca e la sua lingua gustano senza posa un delizioso
sapore. ed il profumo che esce dalle sue labbra riempie tutto il cielo
di soavità, a segno che ciascun Santo aspira dolcemente l'odore di
Giovanni. Ma il suo cuore soprattutto arde di amore per Dio e con un,
volo più libero e più sublime, penetra gli inscrutabili segreti delle
divine profondità”.
Le parve inoltre di vedere la gloria di Giovanni,
e in quella risplendere come stelle tutte le parole ch'egli scrisse su
Cristo e la sua Divinità, poi tutte quelle che i Santi e i Dottori
dissero o scrissero onde spiegare quel sacro testo. Le sembrava di
vedere un sole raggiante attraverso un puro cristallo ornato di preziose
gemme.
Metilde intese in seguito ciò che si canta di san Giovanni13:
Lavit in vino stolam suam: Egli ha lavato nel vino la sua veste, e ciò
significa che la sua veste di gloria porta un contrassegno particolare,
perché egli si trovò sul Calvario, vicino a Cristo inchiodato su la
Croce, con l'anima compresa da tale compassione che vi soffrì il
martirio. In sanguine olivae pallium suum; Il suo mantello nel sangue
dell'ulivo. In quella guisa che l'olio illumina, brucia e addolcisce,
così splendeva in Giovanni il fuoco dell'amore unito ad una singolare
mansuetudine e dolcezza.
Infine quella vergine presentò a san
Giovanni, come ne era stata pregata, le orazioni di una persona che a
lui era molto divota. San Giovanni le accolse con piacere: “Di tutto ciò
che quella mi ha offerto, disse, io preparerò un convito per tutti gli
eletti. Ma, e per lei medesima, domandò Metilde, non avete voi nessun
messaggio?” Il Santo rispose: “Voglio essere il custode della sua
verginità; in tutte le sue pene e tentazioni ella in me troverà un
rifugio sicuro: nella sua morte poi l'assisterò, e presenterò l'anima
sua senza macchia a Cristo suo Diletto”.
Metilde vide ancora San
Giovanni riposare sul petto del Signore Gesù. La moltitudine dei Santi
sembrava danzare intorno ad essi cantando al Signore un inno in onore di
Giovanni. La Santa allora pregò il Signore d'insegnarle come potrebbe
lei pure lodarlo per questo discepolo tanto da Lui amato.
Il Signore
si degnò di rispondere: “Mi loderai: 1. a motivo dell'alta nobiltà della
sua famiglia, perché egli era della mia stirpe, e sotto il cielo non ve
n'è altra più nobile: 2. mi loderai perché dalle nozze lo chiamai
all'apostolato; 3. perché venne scelto di preferenza agli altri apostoli
per contemplare sul monte lo splendore della mia faccia; 4. perché
nell'ultima cena riposò sul mio seno; 5. lo loderai perché più di tutti
possedette l'intelligenza dei miei alti segreti? quindi Lui solo ebbe il
merito. di scrivere per gli uomini la preghiera che feci nell'andare
all'Orto degli Ulivi; 6. perché dalla mia Croce, con ispeciale amore gli
affidai la Madre mia; 7. perché dopo la mia risurrezione lo illuminai
così bene che, nella pescagione insieme coi discepoli, mi riconobbe
prima degli altri, esclamando: È il Signore!; 8. perché in virtù di una
più intima familiarità, gli rivelai i miei misteri, quando scrisse
l'Apocalisse e quando per divina ispirazione disse: In principio era il
Verbo, mistero prima di lui ignorato persino dai Profeti; 9. lo loderai
perché bevette il veleno per confessare il mio nome davanti agli uomini;
10. lo loderai ancora per tanti miracoli e risurrezioni che operò nel
mio nome; 11. lo loderai pure per quella dolce visita che gli feci nel
suo ultimo passaggio, quando coi suoi fratelli lo invitai al mio eterno
convito; 12. infine, perché lo ritirai dall' esilio della terra,
liberandolo da ogni dolore e gli donai il gaudio dell'eternità.
Nella
messa poi, durante il Vangelo, Metilde vide questo discepolo ritto
vicino all'altare; egli teneva il libro davanti al sacerdote e dalla sua
bocca tutte le parole del Vangelo uscivano come raggi di sole. Vide
pure la Beata Vergine Maria in piedi dall'altra parte dell'altare; dagli
occhi di San Giovanni partiva un raggio di meraviglioso splendore
diretto al volto della Vergine. E come Metilde di ciò restava ammirata,
Giovanni le disse: “Quando ero su la terra, io avevo tanto rispetto e
tanta riverenza per la Madre del mio Signore, che non ardivo neppure
mirare la sua faccia”.