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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Capitolo XVI: Qualità del frutto del seno verginale di Maria.

Beato Corrado di Sassonia

Capitolo XVI: Qualità del frutto del seno verginale di Maria.
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Benedetto il frutto del seno tuo. Si è dimostrato sopra come Maria per la purissima innocenza della vita meritamente sia salutata con l’Ave, come per 1' abbondantissima affluenza della grazia meritamente sia chiamata piena di grazia, come per la familiarissima presenza di Dio a lei fosse soggiunto che il Signore sarebbe stato con lei, e come per la degnissima riverenza della sua persona giustamente fosse annunziata come la benedetta fra le donne; resta ora da dimostrare come per I' utilissima eccellenza della sua prole meritamente si proclami benedetto il frutto del suo seno. Benedetto dunque il frutto del tuo seno, o benedetta madre del Figlio di Dio! Questo è quel frutto, di cui il Profeta dice (Psalm. 84, 13) Il Signore sarà benigno, e la terra nostra darà il suo frutto. E spiegando questa espressione, Beda dice (Homil, in solem. Deip. Salut. ante medium): "II Signore fu benigno, perché coll’ingresso del suo Unigenito nel seno verginale, la grazia consacrò Maria tempio dello Spirito Santo.
E la terra nostra darà il suo frutto, perché la stessa Vergine, che ebbe dalla terra il corpo, generò il Figlio coeguale sì a Dio Padre per la divinità, ma a lei medesima consustanziale per la verità della carne ". Dobbiamo poi considerare che questo frutto è un frutto generosissimo, un frutto deliziosissimo, un frutto virtuosissimo, un frutto abbondantissimo. Un frutto, dico, sublimissimo per generosità, desiderabilissimo per deliziosità, utilissimo per virtù, universalissimo per abbondanza.
In 1° luogo consideriamo, o carissimi, come il frutto del seno verginale sia generosissimo, È generoso perché proviene da un seno regale ; ancor più generoso perché proviene da un seno verginale, generosissimo perché proviene da un seno paterno, dal seno, dico, dell’Eterno Padre. Dico che questo frutto, o carissimi, è generoso perché proviene da un seno regale, dal seno cioè del re David, come a lui aveva promesso il Signore dicendo nel Salmo (Sal 131, 11): "Porrò nel tuo trono un re, frutto del tuo seno. E 1'Apostolo attesta l'avveramento di questa profezia dicendo nel 1° capo ai Romani: Il quale fu fatto dal seme di David secondo la carne. E certamente questo frutto è generoso e nobile non solo per il re David, ma anche per tutti quei re suoi progenitori per la cui propagazione, secondo la genealogia descritta da Matteo, venne nel mondo, giusta il detto del 18° capo della Sapienza: Dai seggi regali egli venne.
Similmente, o carissimi, questo frutto, sebbene, sia generoso per il seno regale, pure è più generoso per il seno verginale di cui dicesi : Benedetto il frutto del tuo seno, del seno cioè che mantenne, secondo ciò che è raffigurato per la verga di Aaron (Serm. 1 in Circ. Dom. n. 2), il fiore della verginità insieme col frutto della fecondità. Perciò ben dice S. Bernardo : " Nasce Cristo da una donna, alla quale tuttavia è concesso il frutto della fecondità in modo da non farle perdere il fiore della verginità ". — Questa nobiltà del frutto verginale come è più meravigliosa della prima, così ne è anche più eccellente, di quello che non sia il cielo più della terra. O veramente meravigliosa ed inaudita nobiltà, o veramente nobile nascita da una vergine ! " La nobiltà, dice Agostino (Serm. 200. n. 2), del nascente fu nella verginità della partoriente, e la nobiltà della partoriente fu nella divinità del nascente ". — Similmente, o carissimi, questo frutto, sebbene sia generoso per il seno regale, e più generoso per il seno verginale, pure è generosissimo per il seno paterno ; onde di questo frutto può ripetersi il detto del capo 14° di Osea : Da me ha origine il tuo frutto. Dica dunque Iddio Padre a Maria, dica all’anima fedele, dica alla Chiesa : Da me ha origine il tuo frutto, o Maria, eletta a produrre tal frutto ; il frutto tuo, o anima., chiamata ad amarlo ; il frutto tuo, o Chiesa, adunata a raccoglierlo. Tuo, soggiungo, tuo di certo, corporalmente per la Datura assunta, tuo spiritualmente per la grazia, tuo sacramentalmente per l’Eucarestia, tuo eternamente per la gloria. Per me tuttavia egli è tuo, perché dal mio seno fu generato, com'è scritto nel salmo (Psalm. 109. 3) : Dal seno, prima del giorno ti ho generato. O eccessivamente mirabile e veneranda nobiltà ! che frutto del seno materno è il Figlio stesso del seno eterno e la Sapienza del cuore paterno, come anche S. Bernardo, scrivendo di questo frutto, dice (Homil. 3 super Missus. n. 8): “Tu, o Maria, sarai madre di colui, di cui il Padre è Dio ; il Figlio dell'amore paterno sarà la corona della tua castità ; la Sapienza del cuore paterno sarà il frutto del seno verginale ". Questa nobiltà dunque di tal generosissimo frutto precede la prima e la seconda per la sua dignità infinitamente ed eccede per la sua sublimità ogni intelletto umano ed angelico. Perciò ben dicesi di questo frutto nel 4° capo di Isaia : II germe del Signore sarà in magnificenza e gloria, e il frutto della terra sublime ; in magnificenza per la generosità regale, in gloria per la generosità verginale, sublime per la generosità eterna ossia paterna.
In 2° luogo, o carissimi, consideriamo come il frutto del seno verginale sia deliziosissimo. E’ delizioso per odore, più delizioso per decoro, deliziosissimo per sapore. E noi ne gustiamo il decoro con la fede, l’odore con la speranza, il sapore con la carità. — Dico, o carissimi, che il frutto di Maria è delizioso per il soave odore ; onde di questo può ben dire la sua Madre nel 24° capo dell’Ecclesiastico : Io come vite ho dato un frutto di soave odore. Il frutto della vite è la prole della Vergine : cosa pure veramente meravigliosa e meravigliosamente vera, come attesta S. Agostino che di questo frutto cosi dice (Serm. 119. Append. n. 2) : " Il Creatore di tutti nasce procreato da una creatura, dal suo rigagnolo sgorga il grande fonte, la radice di tutti nasce dal suo virgulto, e la vera vite diviene frutto del proprio tralcio ". Il frutto della vite diviene vino e l’odore del vino è dilettevole ; così l'odore degli esempi di Cristo, l’odore delle consolazioni di Cristo, l'odore delle promesse di Cristo è oltre modo dilettevole ad un'anima sitibonda di Cristo ; e perciò come l'odore del vino attira chi ha sete, così l’odore di Cristo attira chi corre dietro di lui e chi dice col 1° della Cantica : Traimi dietro di te, correremo dietro 1' odore dei tuoi unguenti. Il fatto dunque che noi miseri, oihmè ! non corriamo, ma appena strisciamo denota che poco ohimè gustiamo l’odore di questo frutto. Oh ! se avessimo l'odorato di Isacco, che pregustò così da lontano l’odore di questo frutto, come attesta S. Bernardo che dice (Homil. 3 auper missus. n. 6) : " Di questo odoroso frutto sentiva la fragranza colui che diceva : Ecco l'odore del figlio mio, come l’odore di un campo pieno, cui benedì il Signore ! ".
Similmente, o carissimi, questo frutto non solo è delizioso per odore, ma è anche più delizioso per l’aspetto e il decoro ; di questo nota quel che è detto nel 23° del Levitico ; E gusterete nel primo giorno il frutto di una pianta bellissima. " II primo giorno ” è la fede che illumina l’anima ; e proprio con la fede dobbiamo gustare il frutto della pianta bellissima ; la pianta bellissima è Maria, bella nelle fronde della bocca, pia bella nei fiori del cuore, e bellissima nel bellissimo frutto del seno, del quale S. Bernardo così inferisce (Homil. super Missus. n. 6) : " Se, dice, quel frutto di morte non solo fu soave a mangiarsi ma anche, testimonio la Scrittura (Gen. 36), dilettevole all’aspetto, quanto più dobbiamo cercare il vivificante decoro di questa frutto vitale che pure gli angeli desiderano vedere (1 Petri 1. 12) ? ” II bel frutto è proprio Cristo che è di grazioso aspetto più di tutti i figli degli uomini. Se poi vogliamo meglio conoscere la bellezza di questo frutto, ricorriamo alla stessa pianta bellissima, cerchiamo la medesima sua bellissima madre e diciamo col 5° capo della Cantica : Qual è il tuo diletto fra i diletti, o bellissima fra le donne ? Ed ecco, ella subito rispondendo soggiunge : Il mio diletto candido e roseo, scelto fra mille ; egli il candore della luce eterna (Sap. 7. 26) ; candido di certo per la divinità, roseo per l'umanità ; candido anche per i costumi, roseo per la passione. Ecco, che bel frutto! Per questo ben dice Agostino (Serm. 128. Append. n. 5): " Bello io cielo, bello in terra, bello nel Padre come Verbo, bello nella madre come uomo e come Verbo ". Inoltre questa bellissima pianta. Maria, non solo ha un bellissimo frutto del seno, ma anche bellissimi frutti della mente; dei quali scrivendo ai Galati al capo 5° l'Apostolo dice : Il frutto dello spirito è carità, gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine, fede, modestia, continenza, castità.
Similmente, o carissimi, questo frutto non solo è delizioso per F odore e più delizioso per il decoro, ma è anche deliziosissimo per il sapore. Ciò che bene esperimento quella santa anima che nel 2° della Cantica dice : " Mi assisi sotto l'ombra di colui che io desideravo, e il suo frutto dolce al mio palato. Che meraviglia che questo frutto sia tanto dolce se è tanto alto ? Dice infatti S. Bernardo: "Il frutto quanto è più alto tanto è più dolce ". Dunque tu solo dolcissimo perché tu solo altissimo. Ma come può essere altissimo quel frutto, la cui pianta è cortissima ? La pianta di questo frutto Maria è altissima insieme e cortissima ; altissima per dignità, cortissima per umiltà ; altissima agli occhi di Dio, cortissima ai suoi propri occhi; la quale sebbene sia breve in tal modo, pure il suo frutto è molto dolce. Onde nel capo 11° dell’Ecclesiastico dicesi : L'Ape è la più piccola fra i volatili, e il suo frutto ha il principio della dolcezza. Così dunque il frutto del seno di Maria è deliziosissimo all’odore, alla vista e al gusto; e perciò giustamente benedetto come pure S. Bernardo attesta dicendo (Homìl. 3 super Missus. n. 6) ; " Benedetto il frutto del tuo seno : benedetto per 1' odore, benedetto per il sapore, benedetto per la specie ".
In 3° luogo, o carissimi, consideriamo come il frutto del seno verginale sia virtuosissimo. In realtà è virtuoso per la salvazione degli infelici, per la moltiplicazione di quelli che devono salvarsi, e per la conservazione dei moltiplicati. — È dunque, o carissimi, virtuoso questo benedetto frutto cioè atto a salvare ossia alla salute; per questo viene detto anche frutto della salute ; onde nel capo 1° dell'Ecclesiastico : Corona della sapienza è il timore del Signore, apportatore della pace e del frutto della salute. Che meraviglia che dica della pace e del frutto? Frutto della nostra salute e pace nostra è colui che fa dei due una sola cosa (Eph. 2, 14) Gesù Cristo. E di certo il timore del Signore ci ricolmò di questo frutto e di questa pace, testimoniandolo Isaia che dice (lsai. 11, 3): E lo ricolmò lo spirito del timore del Signore. Bene poi. dicesi frutto di salute, senza del quale non v'è per noi alcuna salute, giusta il detto del 4° degli Atti: Non v'è in alcun altro salute. Ed Anselmo (Orat. 52 post medium): " Non v'è, dice, salute, se non in quello che tu, o Vergine, partoristi ". Tu dunque, o Maria, sei veramente l’albero della salute, che apportasti al mondo il frutto della salute ! come S. Bernardo esclamando dice (Serm. 2 de advent. Dom. 4): " O veramente pianta celeste! più preziosa di tutte, più santa di ognuna. O veramente legno di vita che solo fu degno portare il frutto della salute! " Ma ohimè! Molti cambiano per loro questo frutto di salute in frutto di morte e di un frutto tanto mellifluo si fanno un assenzio eterno, come dicesi nel 6° di Amos : Avete cambiato in amarezza il giudizio e il frutto della giustizia in assenzio. — Similmente, o carissimi, questo frutto è molto virtuoso non solo per virtù salvativa, ma anche per virtù moltiplicativa ; onde bene possiamo ripetere ciò che è scritto (Psalm. 4. 8) : Dal frutto del frumento, del vino e dell'olio di lui furono moltiplicati, e riferire il frumento al Corpo di Cristo, l’olio all’anima di lui e il vino alla sua divinità. E il frutto del frumento possiamo riferirlo al Sacramento del Corpo di Cristo, il frutto del vino al Sacramento del suo Sangue, e il frutto dell'olio al balsamo dello Spirito di lui. Da questo frutto dunque si sono moltiplicati i figli nella Chiesa e la Chiesa si è moltiplicata nei figli. Poiché tutti i figli del seno della Chiesa sono eredità, mercede, frutto del seno di Maria, come dicesi nel Salmo (Palm. 126. 3) : Ecco, l’eredità del Signore, figli, mercede, frutti del seno. Anche di questo S. Girolamo dice (Breviar. in Psalm. Psalm. 126): "Il Signore stesso nato dalla Vergine si fece frutto del seno, la cui umanità assunta ebbe questa mercede che cioè le genti divenute suoi figli siano suo retaggio ". - Similmente, o carissimi, questo frutto benedetto non solo è virtuoso per virtù salvativa, non solo è più virtuoso per virtù moltiplicativa, ma è anche virtuosissimo per virtù consecrativa ; onde di tal frutto possiamo ripetere il detto dell'11° capo dei Proverbi: Frutto del giusto il legno della vita. Come infatti il legno della vita, che era nel mezzo del Paradiso terrestre aveva la virtù di conservare la vita della natura, così di certo il frutto del seno di Maria che è il legno e il frutto della vita, conserva nel mezzo del Paradiso della Chiesa la vita della grazia, e nel mezzo del Paradiso della celeste patria la vita della gloria. Conserva la vita della grazia dalla corruzione della colpa, la vita della gloria dalla corruzione di ogni miseria, talché ritroviamo nel frutto di Maria ciò che avevamo perduto nel frutto di Adamo e di Eva, come giustamente notò Beda dicendo (Homit. Solenn. Deip. salut) : " Benedetto il frutto di quel seno per il quale ritrovammo il seme dell'incorruzione e della celeste eredità che perdemmo in Adamo ". Così dunque il frutto benedetto di Maria è virtuosissimo, dandoci spiritualmente la salvezza, moltiplicando universalmente quelli da Salvare, e conservando gli stessi eternamente.
In 4° luogo, o carissimi, consideriamo come il fratto del seno verginale sia abbondantissimo. In verità è tanto abbondantissimo che può refocillare pienamente l'anima, può esser sufficiente per tutti e mai può mancare ; per la prima cosa è abbondante, per la seconda più abbondante, per la terza abbondantissimo. — Dico, o carissimi, che questo frutto è tanto abbondante che può fino alla sazietà ricreare 1' anima razionale che il mondo intero e ogni creatura non può saziare ; onde sta scritto (Psalm. 103. 13) : Dal frutto delle tue opere sarà saziata la terra. Il frutto del seno di Maria è frutto delle opere tue, o Signore, sì, tue, e non degli uomini, né dei mortali, ma tue. Tua opera, o Signore, è la preparazione di tanta Vergine, tua opera è la missione di Gabriele, tua opera è l’adombramento dello Spirito Santo, tua opera è l’unione del Verbo e dell'uomo. Di tali tue opere, o Signore è questo il frutto, perché da tali opere, come da veri fiori è maturato questo frutto ; onde anche in Nazaret, che si interpreta fiore (Hieron. De nom. Hebreor. [Matth.]) giustamente apparvero questi fiori. Dice infatti S. Bernardo (Homil. 1 super Misaus. n. 3) : " In Nazaret si annunzia che nascerà Cristo, perché nel fiore si spera il frutto maturo ". La terra che viene saziata da questo frutto, è l’anima umana che a somiglianza della terra è sempre generativa sia di utili sia di inutili erbe, cioè di pensieri e di desideri. Questa terra, dico, viene saziata dal frutto di Maria, com'è scritto : Sarò saziato quando apparirà la mia gloria (Psalm. 16. 15). Che meraviglia che in gloria vengano saziati coloro che godono di questo frutto, quando anche nella miseria da questo stesso frutto vengono saziati i credenti? Onde Cassiadoro esclamando dice (Potius Fulgent. de Fide ad Petr. c. 17) : " O frutto meraviglioso questo che ha saziato con una fede dolcissima il genere umano! Talché non gustarne è peccato ". Vedi dunque quanto è abbondante questo frutto che può saziare 1'anima che non può l'intero mondo saziare. — Similmente, o carissimi, questo frutto benedetto non solo è talmente abbondante da pienamente ricreare l'anima insaziabile, ma è anche tanto abbondante che può pienamente bastare ali4 universalità delle anime da saziare. Poiché questo è il frutto di quella pianta gloriosa di cui dicesi nel 4° di Daniele : Il suo frutto eccessivo, cibo per tutti in quello ; sì per tutti coloro che vivono nel Signore, e dormono e risorgono, come bellamente è notato nel 25° del Levitico, ove dicesi : " Darò a voi la mia benedizione nel sesto anno e farà il frutto di tre anni. L’anno sesto è figura della sesta età, il settimo della settima, l’ottavo dell'ottava. Questo sesto anno è l’anno della pienezza, giusto il detto del 4° capo ai Galati : Ma quando venne la pienezza del tempo, mandò Iddio il suo Figlio ecc. Proprio quest'anno produsse il frutto, il Figlio di Dio, frutto tanto abbondante che per questo abbiamo nell'anno sesto il frutto delle anime viventi, nell'anno settimo il frutto delle dormienti, nell'anno ottavo delle resurgenti ; tutti il frutto della propria anima. Questo frutto dunque è sufficiente all'università delle anime perché è il Signore sufficiente all’università delle creature. Questo inoltre è il frutto del seno di Maria, secondo l’affermazione di Agostino che dice (Serm. 128. Append) : " Questa vergine fu prevenuta da una grazia singolare e ripiena, affinché potesse avere per frutto del suo seno, quello stesso che l'università del creato ha per suo Signore ".
Similmente, o carissimi, questo frutto nostro benedetto non solo è tanto abbondante che può ricreare fino alla sazietà l'anima insaziabile, non solo è più abbondante perché è sufficiente a tutte le anime, ma è pure tanto abbondantissimo che mai può mancare di saziare le anime e gli angeli, giusta il detto del 47° d'Ezechiele: Non mancherà il frutto di lui. O Abbondanza infinita, o abbondanza ignara di difetto ! Certamente non può in eterno venire meno l’abbondanza di questo frutto, essendo abbondantissimamente benedetto per l’eternità. Dice infatti S. Bernardo (Homil. 3 super Missus. n. 7) ; " Benedetto il frutto del tuo seno, benedetto in eterno ". Così dunque questo benedetto frutto è abbondante perché ricrea a sazietà, più abbondante perché è sufficiente a saziare tutti, abbondantissimo perché non viene meno in eterno a chi ne gusta.
Tu vedi dunque, o lettore, tu vedi, o tu che ascolti, quanto il frutto benedetto del seno di Maria sia generosissimo, quanto deliziosissimo, quanto virtuosissimo, quanto abbondantissimo. Tu vedi, dico, come sia generoso per il seno regale, più generoso per il seno verginale, generosissimo per il seno paterno. Tu vedi anche come sia delizioso all’odore, alla vista, al sapore. Vedi inoltre come sia pieno di efficacia a curare, più efficace a moltiplicare, efficacissimo a conservare. Vedi anche come sia abbondante per la sazietà più abbondante per l’universalità, abbondantissimo per l'eternità. Queste dodici condizioni di tal frutto possono venire raffigurate per quei dodici frutti dei quali nel 22° capo dell'Apocalisse si dice che l'Angelo manifestò a Giovanni il legno della vita che portava dodici frutti. E poiché questo frutto, frutto di vita, legno di vita, viene prodotto per la vita di tutti gli uomini, giustamente ogni uomo è indotto a lodarne l’autore, come sta scritto (Psalm. 66. 6 et segg) : Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino tutti i popoli ; la terra donò loro il suo frutto. Orsù dunque, o Madre benedetta di questo benedetto frutto ! fa che godiamo di questo frutto in eterno. Per il medesimo frutto, Signor nostro. — Cosi sia. —