Scrutatio

Sabato, 27 luglio 2024 - San Celestino . ( Letture di oggi)

Capitolo XV: Maria è benedetta con le sette virtù contrarie ai sette vizi capitali.

Beato Corrado di Sassonia

Capitolo XV: Maria è benedetta con le sette virtù contrarie ai sette vizi capitali.
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Benedetta tu fra le donne. Parliamo ancora della benedizione della nostra Vergine benedetta, ancora ascoltiamone. Felice Maria benedetta, infelice ogni anima maledetta, maledetti tutti coloro ai quali verrà detto: Via da me maledetti nel fuoco eterno. Maledetta di certo ogni anima viziosa, benedetta invece tu. Maria virtuosa. Il mondo incorse nella maledizione per i sette vizi capitali, Maria ottenne la benedizione per le virtù a quelli contrarie. Benedetta dunque tu fra le donne, o Maria, si benedetta per 1’umiltà contro la superbia, benedetta per la carità contro l'invidia, benedetta per la mitezza contro l’ira, benedetta per la diligenza contro l’accidia, benedetta per la liberalità contro l’avarizia, benedetta per la sobrietà contro la gola, benedetta per la castità contro la lussuria.
In 1° luogo, ascoltiamo, o carissimi, come Maria sia benedetta per l’umiltà centro la superbia. I superbi sono maledetti, come sta scritto : Rimproverasti i superbi, maledetti quelli che si allontanano dai tuoi precetti (Psalm. 118, 21). Contro questa maledizione della superbia Maria ottenne la benedizione dell’umiltà ; onde ella può venire raffigurata per quella valle della quale nel 20° capo del secondo dei Paralipomeni è detto : Chiamarono quel luogo valle di benedizione. Se ogni umile è come la valle di Dio, giusta il detto di Isaia (Cap. 40. 4) : Ogni valle verrà esaltata, quanto più lo fu Maria, che fa sì profonda per umiltà ! Che meraviglia che essa fosse la valle delle valli, se fu la più umile fra gli umili ? O con quante benedizioni fu esaltata questa valle benedetta per la sua umiltà tanto profonda, tanto utile, tanto grande ! Onde S. Agostino dice (Serm. 208. append. n. 10) : " O veramente beata l'umiltà di Maria che agli uomini partorì Iddio, ai mortali la vita, rinnovò il cielo, purificò il mondo, aprì il Paradiso e liberò dall’inferno le anime umane ! " — La valle quanto è più bassa tanto maggiori acque riceve ; così pure è Maria in quanto alle grazie. La valle inoltre riceve le irrorazioni delle acque quando di sopra quando di sotto : di sopra per le piogge scorrenti dal monte, di sotto per le acque sorgenti dal fonte.
Similmente l’umile Maria fu irrorata come dall’alto e dal basso, come dal monte e dal fonte quando le fu infusa tanta benedizione di grazie dalla divina ed umana natura del suo Figlio. È questa proprio la benedizione di cui leggesi nel capo 1° dei Giudici che mentre Assa chiedeva al suo padre : Dammi la benedizione, il padre suo le donò una terra che si innaffiava superiormente e inferiormente. Essa è il tipo di Maria che ricevé dal Padre celeste una irrorante benedizione ; a lei infatti il Padre donò una benedizione irrorante dall'alto nella divinità di Cristo, dal basso nell’umanità di Cristo ; parimente, superiore nella mente, inferiore nel seno. Similmente superiore nella carità di Dio, inferiore nella carità del prossimo, superiore nella contemplazione, inferiore nell'azione. Ancora, il suo Padre celeste le donò una benedizione di ineffabile irrorazione dall'alto nel cielo, dal basso nella terra affinché possedendo in cielo una benedizione di gloria e in terra una benedizione di grazia, fosse benedetta tanto in cielo che in terra, secondo ciò che asserisce S. Bernardo dicendo (Homil, 3 super Missus, n. 6): "Ricordati, o Maria; che la maledizione della croce sopportò Cristo che te sua Madre benedì in cielo. E tu giustamente sarai chiamata e in cielo dagli angeli benedetta, e in terra da tutte le generazioni beata ".
In 2° luogo ascoltiamo, o carissimi come Maria sia benedetta per la carità contro l’invidia. Gli invidiosi sono maledetti, come dell'invidioso Caino dicesi nel 4° del Genesi ; " Sarai maledetto sulla terra che apri la sua bocca e ricevé il sangue del tuo fratello dalla tua mano. Contro questa maledizione dell'invidia Maria ottenne la carità della benedizione ; onde può esser raffigurata giustamente per Sara, della quale il Signore disse nel 17° capo del Genesi : " La benedirò e da lei ti darò un figlio al quale pur benedirò. Sara viene interpretata " tizzo " (Hieron. de Nom. Hebreor. [losue].). Ciò ben conviene a Maria che come un tizzo è infuocata dalla fiamma della carità. Per questo anch’essa è bene raffigurata per il rogo ardente, per cui a ciascun fedele si concede la benedizione della grazia ; onde nel 33° del Deuteronomio si dice : La benedizione di colui che apparve nel rovo venga sopra il capo di Giuseppe. Giuseppe è interpretato (Hieron. loc. cit. [Gen]) " aumento " e raffigura ogni fedele aumentato dalla divina grazia. Benedetto il rovo e benedetto colui che per l'incarnazione apparve nel rovo, per cui venne nel capo dei fedeli tanta benedizione ! E veramente benedetto il tizzo che produce una fiamma sì benedetta ! benedetta Maria che genera una prole tanto benedetta ! Da lei, dice il Signora, ti darò un figlio a cui benedirò. Considera dunque quanta carità verso Dio avrà Maria che ha per suo Figlio corporalmente il Figlio stesso di Dio ! Considera pure quanta carità verso il prossimo avrà, quando ogni buon prossimo è suo figlio spiritualmente ; se poi siamo suoi figli, dunque siamo anche fratelli del Figlio suo. E perciò dice bene Anselmo di questa Madre (Orat. 52. circa medium) " O benedetta ed esaltata non per te sola ma pure per noi, quant'è grande ed amabile ciò che vedo venire a noi per te, ciò che vedo giubilando; ciò che giubilando non oso dire? Poiché se tu, o Signora, sei la Madre di Dio, non sono anche gli altri tuoi figli fratelli di Dio ? "
In 3° luogo, o carissimi, ascoltiamo come Maria sia benedetta per la mitezza e la mansuetudine contro l’ira. Gli iracondi sono maledetti, come è scritto nel 49° del Genesi : " Maledetta l'ira di costoro perché pertinace, e il loro sdegno perché aspro.. Contro questa maledizione dell'ira Maria ottenne la benedizione della mansuetudine. La cui mansuetudine in realtà fu tanta che non solo Maria fu priva di ira propria, ma cangiò in mansuetudine la stessa ira di Dio ; onde ella è giustamente raffigurata per quell’Abigail a cui David nel 25° del 1° dei Re disse : Benedetta la tua eloquenza e benedetta tu che mi hai impedito di andare oggi al sangue e di farmi giustizia con la mia stessa mano. Questo è proprio dei mansueti placare l’ira degli offesi, giusta il detto del 15° capo dei Proverbi : La risposta mite tronca l’ira. La mansueta , Abigail è figura della mite Maria. Vuoi sapere quanto mite fosse Maria? Ascolta S. Bernardo (Serm. in Dom. infr. Oct.. Aasunt. B. M. V. n. 2) : " Ripassa, dice, con maggior attenzione tutta la serie della storia evangelica, e se troverai per caso una parola pungente o aspra detta da Maria, abbila di certo come sospetta e non osare crederla. Che se invece tutte le cose che appartengono a lei le troverai ripiene di pietà e di grazia, ripiene di mansuetudine e di misericordia, ringrazia colui che ti provvide con benignissima misericordia di tale mediatrice in cui niente può essere di sospetto ". David è figura di Cristo che è ammansito e placato dalla mitissima Maria perché non si vendichi del peccatore con la morte eterna. Ogni anima dunque soggetta alla morte eterna non cessi di anelare a tanta mansuetudine di Maria per cui essa è meritamente benedetta. Dica dunque ogni anima moribonda, dica con Anselmo così (Orat. 50) : " O benedetta sopra le donne, o tu che superi gli angeli in purezza, e i santi in pietà, la mia anima moribonda anela allo sguardo di tanta benignità, ma arrossisce alla vista di tanto candore “.
In 4° luogo ascoltiamo, o carissimi, come sia benedetta Maria per la diligenza contro l'accidia. I pigri sono maledetti perché non fanno diligentemente e fedelmente le opere di Dio; onde nel 48° capo di Geremia si dice: Maledetto chi fa l’opera di Dio con negligenza. Contro la maledizione della pigrizia Maria ottenne la benedizione della severità. Ella infatti può raffigurarsi per quella Giaele che con un chiodo uccise Sisara, onde dicesi nel 5° capo dei Giudici : Benedetta fra le donne Giaele ecc. Giaele viene interpretata " ascendente " (Origen. Homil. 5super Indic. n. 5), ciò che conviene a Maria che non come gli accidiosi discese, ma sempre ascese diligentemente di virtù in virtù, dalle inferiori alle superiori, giusta il detto del capo 3° della Cantica : Chi è colei che ascende per il deserto come una verghetta di fumo ? Che cosa fa questa benedetta Giaele ? Di certo con un chiodo della tenda uccise Sisara ; Sisara si interpreta " esclusione dal gaudio " ed è esatta figura del diavolo che escluso dal gaudio celeste, si affretta ad escluderne anche gli altri, anzi ohimè! tutti noi egli aveva escluso per mezzo della madre del genere umano, la maledizione della cui esclusione fu tolta dalla benedetta madre del Salvatore ; onde il sacerdote Beda Venerabile ben dice (Homil. in Solem. Deiparae Visitat ante medium) : " Benedetta tu fra le donne per il cui parto verginale fu tolta la maledizione della prima madre contro i nati di donna ! " Ma che cosa raffigura il chiodo col quale viene traforato il capo di Sisara? Che è questo chiodo se non il rigore della disciplina ? Che cos'è infatti il rigore della disciplina per gli accidiosi se non un chiodo negli occhi ? Sì, il rigore della disciplina è chiodo che punge acutissimamente il demonio, chiodo che Io configge fermissimamente. Si, la benedetta Giade confisse il capo di Sisara con chiodo acuto, quando Maria benedetta estinse in sé la potenza di Satana coll’acutezza della disciplina. Benedetta dunque fra le donne Giaele, benedetta fra le donne Maria. Tra quali donne? Ascolta Beda che lo dice (Ibid. paulo ante): " Non solo benedetta tu fra le donne, ma fra le donne benedette in special modo insigne per una maggiore benedizione ".
In 5° luogo ascoltiamo, o carissimi, come sia benedetta Maria per la liberalità contro l’avarizia. Gli avari sono maledetti, come si dice nel 2° capo della seconda lettera di Pietro: Coloro che hanno il cuore tormentato dall’avarizia, figli di maledizione. Contro questa maledizione dell'avarizia Maria meritò la benedizione della generosità e della profusione. Essa infatti come una vera fontana fu sempre diffusiva, sempre abbondante e perciò veramente benedetta, giusta il detto del capo 5° dei Proverbi: Sia benedetta la tua vena. Nelle cose temporali questa vena — Maria — in più che generosa perché generosamente e perfettamente tutto disprezzò ; onde secondo l’esposizione di Aimone (Comment. in Apocal. c. 12) " la Beata Madre di Dio tenne sotto i piedi la luna (Serm. 2 de Advent. Dom. n. 5) perché disprezzò tutte le cose temporali ". O quante grazie per questa vena discesero agli uomini ! Sia dunque, o santa Chiesa, benedetta la tua vena per la quale a te affluiscono tanti beni ! Veramente vena nobile, vena ripiena di Spirito Santo, vena della fonte di vita, vena della nostra salute è Maria. Infatti per questa vena il fonte della vita venne a noi, e per questa anche noi giungiamo al fonte della vita. Gesù Cristo, e perciò veramente è benedetta ; onde S. Bernardo dice (Gen. 3, 6, 16 et segg.) : “ Per te abbiamo adito al Figlio, o benedetta trovatrice della grazia, genitrice della vita, madre della salute, talché per te ci riceva colui che per te ci fu dato ".
In 6° luogo ascoltiamo, o carissimi. come benedetta sia Maria per la sobrietà contro la gola. I golosi sono maledetti, come è chiaro per la gola dei primi parenti (Gen. III, 6, 16 et seg), per la quale ed essi e tutto il genere umano incorsero nella maledizione. Contro questa maledizione della gola Maria ottenne la benedizione dell’astinenza e di ogni temperanza. Meritamente infatti contro le maledizioni della gola nel paradiso materiale abbondarono le benedizioni della temperanza nel paradiso spirituale, giusta il detto del 40° dell'Ecclesiastico: La grazia come un paradiso di benedizioni. Tanta abbondanza di grazie ridondò in Maria, che la stessa graziosa Vergine può dirsi in certo modo una grazia. Questa grazia poi, cioè la graziosissima Vergine Maria, fu come un paradiso di benedizioni ; come infatti nel paradiso materiale la gola di Eva meritò le maledizioni delle pene, così nel paradiso
spirituale la temperanza di Maria meritò le benedizioni delle grazie. Onde Agostino dice "La maledizione di Eva si cambia nella benedizione di Maria ". Come poi la gola di Eva incorse nella maledizione non solo nell'anima ma anche nel corpo, non solo nella maledizione spirituale ma anche nella corporale, così la temperanza di Maria ottenne la benedizione e nell'anima e nel corpo, non solo la benedizione spirituale ma anche la corporale. Poiché la maledizione di Eva golosa fu partorire con dolore, la benedizione di Maria temperante fu partorire senza dolore, testimoniandolo S. Bernardo che dice (Homil. 3 super missus n. 7) : " Benedetta tu fra le donne perché evadesti quella generale maledizione per cui fu detto (Genes. 3. 16) : Nel dolore partorirai i figli ; ed anche quella per cui fu soggiunto (Exod. 23. 26 ; Deut. 7, 14) : Maledetta la sterile in Israele ; ed hai conseguito una cosi singolare benedizione che ne sei rimasta sterile, né hai partorito con dolore “.
In 7° luogo ascoltiamo, o carissimi, come sia benedetta Maria per la castità contro la lussuria. I lussuriosi sono maledetti com'è detto nel 27° capo del Deuteronomio : Maledetto chi dorme con la moglie del suo prossimo, e dirà tutto il popolo : Così sia. Contro questa maledizione di incontinenza Maria meritò la benedizione della continenza, come può esser raffigurato nel capo 15° di Giuditta, ove dicesi : Tutti benedirono a lei ad una voce dicendo : Tu la gloria di Gerusalemme, tu la gioia di Israele, tu il decoro del popolo nostro poiché hai agito virilmente, e fu coraggioso il tuo cuore perché hai amato la castità e nessun altro uomo dopo il tuo marito hai conosciuto. Perciò ti corroborò la mano del Signore, e sarai benedetta in eterno. In questa benedizione della casta Giuditta può esser non solo raffigurata la benedizione, di Maria ma anche con argomento " a maiori " provata. Se infatti è così benedetta una vedova casta, quanto più una vergine casta, e massimamente una tale vergine che meritò di partorire Dio e in modo da non perdere la verginità. Perciò, ben dice Beda (Homil. in solen. Deip. Salutat, ante medium) : "È incomparabilmente benedetta colei che ricevé la gloria del divino germe e conservò la corona della verginità ". È da notarsi inoltre che noi troviamo nella scrittura benedetta una coniugata, benedetta una vedova, benedetta una vergine. Una coniugata benedetta fu Sara, di cui dicesi nel 9° di Tobia : Si dica la benedizione sopra la tua moglie ; una vedova benedetta fu Giuditta, come si è detto anche nel Salmo (Psalm. 131, 15) dicesi di una vedova benedetta : Benedicendo benedirò la vedova di lui.
Benedetta dunque colei che amò la castità coniugale, ancor più colei che amò la castità vedovile, benedetta al massimo colei che amò la castità verginale. Benedetta di certo colei, che con Sara e Susanna fu una casta coniugata, ancor più benedetta colei che fu con Giuditta ed Anna una casta vedova, benedetta al massimo colei che con Maria fu una casta vergine. Per questo ben dice S. Agostino (Serm. 194. Append. n. 3) : " La bontà di Susanna lodiamola nella coniugale castità, ma anteponiamole pure la bontà della vedova Anna e molto più della Vergine Maria ". È veramente degno e giusto questo che cioè sia benedetta quella che col suo marito non conobbe altro uomo ; è giusto che più benedetta sia quella che non conobbe altro uomo né contemporaneamente né posteriormente al suo marito ; è giusto e degno che al massimo sia benedetta quella che non conobbe né il suo né altro uomo e tuttavia concepì un uomo tanto grande. Perciò ben dice Agostino esclamando (Serm. 194. Append. n. 3) : " O donna benedetta sopra le donne, perché non ha conosciuto affatto alcun uomo e pur racchiuse nel suo seno un uomo! "
Così dunque, o carissimi, giustamente fu benedetta per l’umiltà, per la carità, per la mitezza, per la diligenza, per la liberalità, per la sobrietà, per la castità Maria che fu in umiltà eccellentissima, in carità ricchissima, in mitezza pazientissima, in diligenza ferventissima, in liberalità generosissima, in sobrietà astinentissima, in verginità continentissima. Orsù dunque, o Maria, tanto molteplicemente benedetta, tanto felicemente sovrabbenedetta, noi ti preghiamo che per la tua benedizione noi miseri liberati da ogni maledizione tu ci renda degni della benedizione divina.